ASPETTANDO IL 31 OTTOBRE Il vendolismo, malattia infantile del comunismo

| 29 Ottobre 2012 | 0 Comments

( Rdl ) Dopo Sicilia, Lazio e Lombardia, la prossima sarà la Puglia?

Ambienti politici leccesi in malcelata inquietudine, per gli sviluppi del caso Vendola.

Come è noto, il presidente della Regione Puglia è accusato di abuso d’ufficio dalla procura di Bari per una vicenda legata alla gestione della sanità ( avrebbe favorito la nomina di un primario, in buona sintesi ), o, per meglio dire, una dei tanti filoni degli scandali imputati dalla magistratura  alla gestione della sanità pugliese.

L’imputato eccellente, che, va detto a suo onore, ha chiesto di essere processato subito, con rito abbreviato, si è detto fiducioso sulla sentenza, che, a suo dire,  gli restituirà verità e giustizia; però ha aggiunto a chiare lettere: “E’ del tutto ovvio che una sentenza di condanna, sia pure relativa a un concorso in abuso di ufficio per me sarebbe un punto di non ritorno, segnerebbe il mio congedo dalla vita pubblica”.

Quindi, se le parole hanno un senso, in caso di condanna, addio primarie del centro – sinistra, e addio legislatura in Regione: tutti a casa, e alle urne a primavera.

Ma non precipitiamo gli eventi. Staremo a vedere, tanto il 31 ottobre, il giorno della verità per Vendola, è vicino. E troppo presto a maggior ragione per i bilanci.

Ma è questo tardo romanticismo a risultare  già francamente insopportabile, questo buonismo di maniera, questo politicamente corretto ostentato formalmente, a coprire la verità dei fatti: perché, vicende giudiziarie a parte, la sanità pugliese costa troppo e funziona male, il tutto sulla pelle e nelle tasche dei pugliesi.

Di questo Vendola dovrebbe preoccuparsi, se non fosse troppo occupato a rincorrere i suoi pur legittimi sogni di gloria, su scala nazionale, e a perpetuare la propria immagine naif, ingenua, disincantata, fanciullesca, tardo giovanilistica, che copre i fallimenti della sostanza, e l’occupazione sistematica del potere, dall’energia, alla cultura. Nicchi Vendola, che – sia detto sempre a suo onore, è poeta vero, capace, di spessore – ha una sfasatura infantile della politica, ridotta ad affabulazione trasognante, tutta giocata sulle capacità straordinarie nella comunicazione e nella costruzione dell’immagine e quindi del consenso, piena di suggestioni da incantatore di serpenti, che incanta, appunto, grazie alle sue capacità e così facendo fa dimenticare – in codesta versione post comunista del nuovo secolo e del nuovo millennio – i fallimenti di governo.

Category: Costume e società

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