[La Costituzione secondo i ragazzi] Articolo 2

| 17 Dicembre 2012 | 0 Comments

Articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
Nel secondo articolo della Costituzione, la Repubblica italiana fa riferimento a un tipo di diritti che storicamente fecero la loro prima comparsa ufficiale nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, un documento stilato a Parigi nel 1789, al termine della Rivoluzione francese.
Lo scopo di questa dichiarazione era creare una base di diritti fondamentali da inserire poi nella Carta Costituzionale, come segno definitivo del passaggio dall’Ancien Régime a una monarchia costituzionale. Fu un documento rivoluzionario non solo perché avveniva alla fine di un evento destinato a cambiare le coscienze di molti popoli, ma perché per primo definì una serie di “diritti naturali ed imperscrittibili dell’uomo” che avrebbero ispirato non solo tutte le Costituzioni che sarebbero state redatte successivamente, ma anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata dall’ONU nel 1948. Questo tipo di diritti non appartenevano più all’uomo in quanto cittadino, ma la loro esistenza era precedente e più importante di quella dello Stato.
Così avviene nella nostra Costituzione, che si riferisce a questa concezione di diritti che lo Stato riconosce e si impegna a garantire attraverso dei doveri inderogabili. Sono compresi quindi in questa definizione i concetti fondamentali di eguaglianza, libertà di parola, di fede e di opinione e molti altri che saranno poi singolarmente esaminati nel corso della Costituzione.
Il principio espresso nel secondo articolo è spesso definito “personalista”, poiché riconosce il valore dell’individuo, considerando anche ogni ambito in cui esso manifesta la sua personalità: all’interno della famiglia, del posto di lavoro, delle associazioni, dei luoghi di culto.
Si tratta di uno dei principi più profondi della nostra Costituzione, poiché riguarda ognuno di noi nella sua persona, ma allo stesso tempo ci mette davanti a una grande responsabilità nei confronti dell’altro. I doveri di “solidarietà politica, economica e sociale” derivano strettamente dai diritti inviolabili che ci appartengono, costituendo quindi la spinta per una propria realizzazione all’interno di una società libera e fatta di pari opportunità che però noi stessi, insieme allo Stato, dobbiamo costruire. È questo il significato del “principio personalista”: non una concezione individualista della società, ma piuttosto una responsabilità comune, che il secondo articolo sancisce ufficialmente come base stessa del funzionamento dei rapporti tra gli uomini, e quindi di quello Stato.
Come la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino segnò la volontà di voltare le spalle alla monarchia assoluta, anche nel caso della nostra Costituzione questo articolo è quello che meglio incarna la svolta totale che si voleva dare all’Italia dopo la dittatura fascista. Dopo anni di terrore e di sangue, gli italiani avevano bisogno di vedere i diritti dell’essere umano riconosciuti e difesi dallo Stato, quello stesso Stato che li aveva messi da parte durante la guerra.
E se il secondo articolo ha avuto un’importanza simbolica inestimabile nel periodo in cui fu scritto, di sicuro non ha perso la sua attualità neanche al giorno d’oggi. Innanzitutto, esso ha reso possibile l’evoluzione della Costituzione stessa nel passare degli anni, attraverso l’inserimento di nuovi articoli in difesa di nuovi diritti che hanno fatto la loro comparsa successivamente. Pensiamo alla tutela dell’ambiente, al diritto all’abitazione, alla privacy, ma anche alle trasformazioni dei diritti che hanno acquisito un significato differente in tempi moderni.
E’ per questo infatti, che di fronte alla situazione critica di molti Paesi del mondo, in cui i diritti non solo non vengono riconosciuti, ma addirittura sono calpestati da guerre o condizioni di vita estreme, che essi diventano oggetto di continua analisi e discussione e continuano a costituire la parte viva e in evoluzione della nostra Costituzione.

Claudia Rizzo
per Il Sottobanco,
rubrica a cura di Rachele Caracciolo

Category: Costume e società

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