Al Teatro comunale di Aradeo nella serata di venerdì 24 maggio una performance teatrale tratta dal libro della scrittrice esordiente – SANDRA MAGGIO, MICHELE BOVINO E MIRKO GABELLONE DARANNO VOCE AI “BIGODINI SPARLANTI” DI ANTONELLA MUSARDO

| 19 Maggio 2013 | 2 Comments

(g.p.) Le strade arrivano dalle campagne disegnando curve, incroci e giravolte fra i muretti a secco nella terra rossa dove stanno piantati da secoli, contorti e sofferenti, ulivi a vista d’occhio.

Quelle dentro sono talmente strette per le tante macchine, che nemmeno il nutrito dispiego di sensi unici, fra le case basse, bianche, con le stanze conseguenziali, riesce a liberare.

L’aria sbattuta spesso dal vento a volte fa un’eco smisurata e vagamente inquietante, come se portasse miti e leggende tornate all’attualità del presente, e riscaldata, o arroventata, a seconda della stagione, dal sole forte e chiaro che si accanisce sulle pietre  e profonde luce tutto intorno luminosissima.

Spesso, ci sono le luminarie, perché le feste municipali sono qui gli avvenimenti principali.

In tutti gli altri giorni, gli avvenimenti bisogna inventarseli: se il chiacchiericcio che scorre come una colonna sonora senza posa segnala che è tornato qualcuno, o qualcuno è partito, perché poi – è sempre così, come una condanna biblica di questa terra, di questa provincia difficile – chi rimane vorrebbe andare via, e chi è andato via spera di tornare presto, e in tutto ciò consuma l’esistenza.

Quando torna Emma, la Emma nazionale, che qui mosse i primi passi canori, altro che amici, è sempre un’altra vera e propria festa cittadina.

Ma intanto comunque sempre un avvenimento lo si trova. Come se arrivano i turisti dai vicini bed & breakfast, dalle spiagge del mare un po’ più lontano, oppure se  partono i lavoratori precari, o gli studenti fuori sede.

Magari se una coppia scoppia, se una vita nasce, o un’altra muore, se si inizia a frequentare una scuola di danza, un corso di lingue, una bottega d’antiquario.  Pure un avvenimento è, se vai nella pizzeria straordinaria che è alle spalle del teatro, dove fanno la pizza più ricca di ingredienti possibile e immaginabile. Oppure, se vai dal barbiere, o dalla Ggina, la parrucchiera…

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Ad Aradeo, ombelico del Salento, la vita scorre senza fretta. I vecchi che stanno seduti in piazza portano nel viso le rughe delle sofferenze del passato. I giovani che si ritrovano al bar di tendenza portano nell’anima le rughe dell’inquietudine del futuro.

Se passa l’assessore politicamente rampante, perennemente attaccato al telefonino, è un altro motivo per parlare dell’amministrazione, delle iniziative, dei problemi, dei conti che non tornano, dei bilanci che quadrano mai.

Andare a Lecce, la “capitale”, per una ragione o per l’altra, al di là dei quaranta chilometri di strada, è sempre un altro avvenimento, di cui si progetta, o si racconta.

Se no, c’è da parlare dell’ultimo spettacolo, nel caffè davanti al teatro, un vero e proprio moderno teatro comunale, intitolato al cantore di quest’amara terra sua, Domenico Modugno, con tanto di locale compagnia, di cui un artista poliedrico come Michele Bovino, attore, regista, poeta, pittore, musicista, è – è proprio il caso di dirlo – il deus ex machina, che inventa e risolve. Come nella copertina realizzata per il libro della concittadina Antonella Musardo.

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L’ultimo spettacolo sarà venerdì prossimo 24 maggio. Open…Si dice così, no? All’aperto e dunque di cultura popolare, nobilissimo genere, o, meglio, di cultura portata al popolo, che ne dovrebbe essere sempre, a scapito delle elite degli addetti ai lavori, il vero destinatario. Davanti al teatro, ci sarà una serata di performance teatrali e di esposizioni di quadri, alla presenza degli artisti dell’ Accademia di Belle Arti di Lecce e dei loro lavori.

Fra gli altri eventi previsti dalla manifestazione, denominata “Cadeaux d’artista”, l’attrice salentina Sandra Maggio, e gli attori proprio di Aradeo Michele Bovino e Mirko Gabellone interpreteranno alcune scene teatrali adattate proprio dal libro di Antonella Musardo “Bigodini sparlanti”, Aletti editore, Roma, 2012.

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Scrivere, così, già di per sé, è sempre un esercizio meritorio. A volte, serve per  aiutare sé stessi, per ricordare, o ricordando per dimenticare, per mettersi in ordine le idee, per creare una forma espressiva; a volte, per mettersi al servizio degli altri; altre volte ancora, così, semplicemente, per esprimere qualcosa che dentro urla per uscire; oppure, ancora più umilmente, soltanto per poter trovare una mano da stringere nell’oscurità.

Non esiste “Amici” per aspiranti scrittori. Eppure, come la sua compaesana cantante, anche Antonella Musardo ce l’ha fatta, a far parlare di sé, partendo da Aradeo, e anzi, a differenza di quella, rimanendoci. Nella sua bottega di parrucchiera, che televisivamente si chiama “Il bello delle donne”, ma allusivamente richiama altre cose, anche perché qui la fiction è la vita in diretta di tutti i giorni.

Perché Antonella, alias la Ggina, non è una scrittrice, è una parrucchiera, anzi: una “scritturiera”, come si definisce lei, che continuerà a fare la parrucchiera, ma che scrittrice è diventata, coronando il suo sogno.

E’ partita dai blog della rete, terra terra, per raccontare, a modo suo, con le sue capacità, semplici, senza virtuosismi letterari, ma con una buona dose di ironia, nobilitata dall’auto – ironia, se non sarcasmo, quello che ogni giorno avveniva nel suo negozio, mentre lavorava, fra una messa in piega e qualche extension; la sua prosa è cresciuta; in qualche modo è stata notata; dal mondo della rete, è venuto fuori un bel libro, in carta e ossa, ancora fresco di stampa, per un editore nazionale. Una grande vittoria, una bella soddisfazione.

Soprattutto, un bel libro, godibilissimo.

Allora – e indosso per un attimo, come non avrei voluto fare, le paludate vesti del critico, o l’abito buono del professore – a dirla tutta: qua e là, qualche caduta di stile c’è; di una spontaneità eccessiva cioè, non mediata, come le occasioni avrebbero meritato. Anche l’editing presenta qualche lacuna, pur con la lodevole profusione professionale di Donatella Imbastari della Aletti editore.

Detto ciò, ripetiamo e sottolineiamo: proprio un bel libro, godibilissimo.

Come ben coglie Maria Anna Carlino, nella dotta prefazione al volume, in questa opera prima della Musardo risaltano gli aspetti più vivi e reali della quotidianità, dai problemi del sesso, a quelle che abbiamo imparato a chiamare le conseguenze dell’amore; dalle ipocrisie della realtà, alle finzioni del mondo virtuale.

Direi, anzi di più: la nostra scrittrice autodidatta compie, pur magari inconsapevolmente, un’operazione nobilissima: ridare slancio e vigore alla letteratura popolare, immettere nuova linfa al paradiso perduto degli scrittori umoristi, da Giovanni Mosca, a Giuseppe Marotta.

E’ un “nuovo neo – realismo”, mi si passi l’espressione, che riesce a dar forma letteraria all’atmosfera da strapaese che è poi la dimensione italica ancora più autentica.

Antonella Musardo, da mattina a sera, lavorando chiusa dentro “Il bello delle donne”,  scrivendo di notte a casa, ci restituisce, creandola, fissandola, l’atmosfera dello strapaese italico dei nostri anni confusi e contraddittori.

E’ come se per tutto il giorno registrasse, quel cicaleccio indistinto, lutulento, magari ripetitivo, che dalle bocche delle sue clienti si riversa nel locale, e poi la notte, a casa, davanti al pc, riversasse sulla carta, nella riuscita della creatività espressiva, dalla bobina della memoria, le nobiltà d’animo, le meschinità umane, i piccolissimi eventi che diventano grandissimi.

E’ un’altra cantautrice di Aradeo, Antonella Musardo. E’ la cantascrittrice della quotidianità, della colonna sonora  della nostra identità di contemporanei, che rimane grazie a lei, nobilitata dalla letteratura, fra le pagine chiare e le pagine scure di un’opera prima  per tanti versi straordinaria.

 

Category: Costume e società

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Comments (2)

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  1. Antonella Musardo ha detto:

    grazie davvero….

  2. Redazione ha detto:

    Onore al merito

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