Il previsto abbattimento dei nostri ulivi

| 7 Aprile 2014 | 8 Comments

ECCO CASA C’E’ DIETRO LA “XYLELLA FASTIDIOSA”

di Tonio Leuci          

E’ di poche ore fauna notizia sconcertante, ripresa meccanicamente dai nostri mass – media: “arriva direttamente da Bruxelles l’ordine di estirpare centinaia di migliaia di alberi di ulivo nel Salento“.

Abbiamo il forte sospetto che dietro la non ancora chiarita “malattia degli ulivi” ci sia  un progetto di alcune multinazionali del settore ( in primis la MONSANTO). Queste multinazionali prima hanno venduto agli agricoltori i pesticidi e i diserbanti chimici che hanno indebolito gli alberi – rendendoli facilmente attaccabili da vari batteri e provocandone l’essiccazione, ed ora ne vogliono l’espianto.

Da ciò si desume che il famigerato batterio killer – individuato nella “Xilella Fastidiosa” -(altrimenti innocuo) sarebbe una concausa e non la causa principale del disseccamento degli ulivi.

Tutto per costringere i contadini a coltivare piante transgeniche(resistenti ai pesticidi di loro produzione), con semi naturalmente venduti dalle stesse multinazionali, che trarrebbero  immensi guadagni.

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Ecco cosa ha documentato invece il “Forun ambiente-salute”:

Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!”

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L’area potenzialmente interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e sarebbero fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano l’eradicazione. Numeri biblici, per uno scenario di devastazione da film di fantascienza! Pesticidi e diserbanti chimici da usare con la scusa di eliminare tutti i “serbatoi di inoculazione”, (si parlava, persino, di irrorazione dall’alto con l’uso degli aerei), e squadre, finanche, di militari, lanciafiamme contro erbe e muschio, ed eradicazioni!

 

Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da parte dei cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del Salento”, e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto questo assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire Salento!

Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese. Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene.

Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini).

Per cui, dai tecnici locali, si è presentato tale batterio, qui nel Salento, come concausa della sintomatologia degli ulivi; sintomatologia bollata subito come “terribile contaminante epidemia senza alcuna speranza”; finché, poi, nelle uscite sui media più nazionali, dai medesimi tecnici, il batterio trovato è stato presentato come il principale imputato responsabile, il “batterio killer”! E così, è stato anche presentato da tutti gli enti sciacallo, e politicanti, accorsi sulla scena come avvoltoi per banchettare del Salento e sui possibili lauti fondi europei, nazionali e regionali così ottenibili.

Per di più l’innocuo batterio potrebbe essere persino endemico ed endofito, come anche ipotizzato da alcuni stimati docenti universitari locali, ovvero presente ovunque e da sempre nel Salento in maniera del tutto asintomatica. Eppure, senza una diagnosi alcuna, o con una traballante diagnosi, vacillante e scarna, contestata anche pubblicamente da locali ricercatori universitari, si voleva procedere, o meglio, imporre con sanzioni e coercizioni, una TERAPIA FINALE sugli ulivi salentini.

Li abbiamo chiamati per osservare, analizzare e curare una sintomatologia particolare e poco nota degli ulivi, al fine di un’estate siccitosa, e di una prolungata estate dal punto di vista termico, fenomeno naturale possibile, che ha portato anche quest’anno, eccezionalmente, ad anticipate fioriture autunnali di tantissimi alberi nel Salento, e questi non solo non studiavano e curavano un bel nulla, ma si dedicavano a promuovere l’eradicazione del presunto paziente e di ogni possibilità di sua rigenerazione, avvelenando e cancellando tutto il vivente!

Da troppo tempo, ormai, stiamo assistendo a vergognose e continue campagne di terrorismo speculativo sui naturalissimi parassiti delle piante, non ultima quella sui nostri lecci, in cui strani tecnici e politicanti, gridano al disastro, e mica per curare, ma solo per avere fondi pubblici per estirpare le piante, o potarle a morte, e per spandere tonnellate di prodotti chimici nocivi di ogni genere!

Le parassitosi sono fenomeni naturalissimi e transitori, e al più effetti di squilibri in cui intervenire ricostruendo gli ecosistemi, ripiantando di più, anche proprio le piante colpite, e favorendo così anche il ritorno dei predatori naturali, quanto più autoctoni possibile, dei parassiti, per ripristinare equilibri alterati a volte dallo stesso uomo; ricreando gli habitat degli insetti insettivori, le macchie ripariali e dei “sipali”, le stesse che oggi si vorrebbero cancellare nel Salento, in preda alla follia più cupa; non, dunque, cancellando parassiti, piante parassitate o semi-parassitati, e gli eventuali insetti vettori, cancellando ogni insetto ed il loro ecosistema, come nel parossismo intollerabile raggiuntosi con il “mal affaire Xylella” ora in Puglia!

Dobbiamo, invece, aumentare non diminuire la biodiversità!

In Puglia ora, sul “mal affaire Xylella” pendono pesanti gli spettri della speculazione del mercato della biomasse, delle multinazionali della agro-chimica industriale, persino, degli OGM per produzione di biocarburanti, come quelli di mille speculazioni consuma suolo.

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Tutto quanto scoperto e diffuso in rete dai cittadini in pochi giorni, è impressionate. I legami di accordi e convegni di diversi enti ed associazioni di categorie, scese in scena in questi giorni, con le ditte delle industrie che speculano sulle biomasse; il finanziamento delle ricerche di università d’oltre oceano, oggi coinvolte nella questione Xylella in Puglia, da parte di multinazionali della agrochimica e degli OGM, il progetto Alellyx (che è poi, guarda caso, l’anagramma del nome Xylella, con cui in Paesi poveri i colossi mondiali delle multinazionali degli OGM e dei brevetti sulle sementi, son entrare ad egemonizzare le economie dei paesi del sud America, utilizzando la Xylella, come cavallo di Troia, per imporre varietà brevettate, presentate come ad essa resistenti, al posto della tradizione agricola delle locali genti per la produzione in prevalenza di bioetanolo).

Ora, di fronte agli olivi che risorgono più onorevole sarebbe un “scusate ci siamo sbagliati!”, invece crediamo sia anche possibile assistere ancora a disonorevoli arrampicate falso-scientifiche ed illogiche sugli specchi! Questa segnalazione poi degli olivi che risorgono doveva venire data con giubilo da quegli stessi tecnici, ma invece … nulla, e come sempre devono essere giornalisti attenti e cittadini a colmare queste preoccupanti mancanze!

Sia questa l’occasione per fare rinascere nel segno della salubrità il paesaggio pugliese, all’insegna delle pratiche virtuose e dei principi che abbiamo raccolto nel “Manifesto per l’urgente riconoscimento del vasto ecosistema dell’uliveto quale Agro-Foresta degli ulivi di Puglia!”

La Regione Puglia deve d’urgenza fermare i 2 milioni di euro stanziati ai consorzi di bonifica, nel quadro della quarantena, per il biocidio della flora dei canali, che son i rivi, i fiumi di Puglia, dove vi è il rischio non solo del taglio meccanico dei canneti, che rinascono, ma anche dell’uso della chimica ad avvelenamento immorale di suoli, aria, ed acqua, intollerabile, e il serio rischio di taglio eradicativo degli alberi ripariali, protetti, che con le loro radici trattengono gli argini terrosi degli stessi rivi.

Quei soldi siano ridestinati ad opere di rimboschimenti con piante autoctone naturali NO OGM , magari da fare eseguire ad enti pubblici (eventualmente anche gli stessi) e privati! Come agli orti botanici universitari, e alla Forestale! Più alberi sui canali, non l’eradicazione degli esistenti che finirebbero come biomassa chissà dove, spacciati anche come lucroso rifiuto che non sono!

Il vero problema principale e precedente da risolvere è l’uso della chimica nell’olivicoltura che va risolto imponendo la conduzione dell’oliveto all’insegna delle filosofie del biologico e delle buone pratiche agricole. Ed oggi, invece, si voleva persino aggiungere chimica a chimica (quando una delle potenziali cause che può rendere un agente da endofito e innocuo, a patogeno è proprio lo stress chimico!).

Il danno di immagine all’economia salentina creato da questi irresponsabili nel “mal affaire Xylella” è immenso e difficilmente, ma è l’ultimo dei problemi oggi, e siamo certi sarà risolto in breve tempo, ora che la stessa Natura, come sempre, dopo le copiose piogge autunnali, ha smascherato il piano di ecatombe biocida che, taluni, stavano portando avanti, progettando di fare di diecimila ettari di Salento, e forse oltre, letteralmente “tabula rasa”!

Si spera che anche i nostri candidati al Parlamento Europeo possano perorare questa causa importante per la sorte dell’ulivo da cui dipende anche la nostra economia, visto che Bruxelles si dimostra sempre più vicina agli interessi di lobby e multinazionali, a scapito dei cittadini europei e in questo caso salentini.

L’ulivo è patrimonio del nostro paesaggio, della nostra storia, della nostra cultura. Non si tocchi un solo albero!

Tonio Leuci

Category: Costume e società

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Comments (8)

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  1. tina rizzo ha detto:

    criminali, le conseguenze sarebbero disastrose !!

  2. Cosimo Forestale ha detto:

    Questo articolo è pieno di falsità, da cima a fondo.
    http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=1510

  3. Lanice ha detto:

    1) L’Ulivo non si propaga per seme.

    2) Non esistono ulivi OGM.

    3) Dati i tempi di produzione e le rese, non verranno mai prodotti.

  4. Alessandra ha detto:

    Aggiungo che gli olivi coltivati NON sono piante autoctone naturali ma frutto di miglioramento genetico,o forse pensa (o vuole far credere) che gli oliveti del Salento siano foreste di flora spontanea? Potrebbe cortesemente citare almeno UNA fonte di quanto scrive? Il fatto che gli olivi malati siano stati indeboliti dall’uso di concimi e fertilizzati (che tra l’altro sono prodotti da molte aziende, non solo multinazionali, perchè punta il dito contro una sola?) è provato scientificamente, gliene ha parlato qualche esperto (intendo un patologo o un fisiologo vegetale)? Spero solo che chi legge capisca che lei sta facendo terrorismo ambientale e che non ha un dato o una prova di quanto dice.

  5. salmone ha detto:

    La tremenda verità è che ad uccidere ulivi, palme, noccioli, castagni è proprio questa ossessione di essere al centro del mondo e con nemici immaginari ovunque. Non una sola parola di quello che scrive ha la minima dignità scientifica e lei non si rende conto che con la sua ossessione oscurantista da caccia alle streghe non farà altro che diventare complice della tragedia della morte di meravigiose piante secolari.
    Si svegli e si renda conto che solo una ricerca scientifica seria può aiutare in tutte queste emergenze, si ricordi che i parassiti si evolvono da soli e che da che l’uomo coltiva cerca di avversarli in tutti i modi. Il miglior modo per farlo è quello di levarsi i paraocchi.

  6. Enrico Preite ha detto:

    @Alessandra: L’autore dell’articolo non dice che l’indebolimento degli alberi è causato dall’uso di concimi e fertilizzanti ma dall’uso di diserbanti e pesticidi….sarebbe il caso di leggere meglio. L’evidenza scientifica che lei cerca in realtà è inutile visto che basta solo un po’ di buon senso: la tendenza di questi ultimi anni di non arare i campi oltre a far diminuire l’ossigenazione del terreno porta l’albero a sviluppare le radici più in superficie. Inoltre per tenere pulito il suolo non arato è aumentato l’uso dei diserbanti, più facilmente assorbiti anche dalle radici dell’albero. Ciò è causa plausibile di disseccamento e sofferenza anche per l’albero.
    @Salmone: l’ossessione di proteggere le proprie risorse naturali non ha mai fatto seccare nessun albero quindi in nessun modo può causare la morte di alberi secolari. La scienza alla quale lei si vuole affidare ciecamente ha portato a conclusioni che non giustificano l’eradicazione di migliaia di alberi secolari. La politica invece va su direzioni slegate dalle conclusioni scientifiche, neppure definitive, con atti illegali di eradicazioni forzate in zone di proprietà privata.

  7. Luigi C. ha detto:

    Il problema è : Come mai un virus che è sempre stato localizzato nel sud america (Brasile), ora ce lo ritroviamo in Europa?

    Si parla delle americhe, non dell’africa.

    Sconcertante anche il fatto che il paese di provenienza di questo virus è lo stesso di una realtà chimico-farmaceutica che fa da mentite spoglie ad una più grande, la Monsanto.

    Sinceramente… in un mondo in cui l’uomo non vale nulla per le ditte farmaceutiche (chemioterapie / somatostatina), un albero in più o in meno cosa cambia?

  8. Paride ha detto:

    Mi sorge solo una domanda: perché non è stata attuata la stessa politica distruttiva nei confronti delle palme da dattero che si sono praicamente estinte? Beh, forse erano meno appetibili per bruxelles?

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