NO TAP SENZA SE E SENZA MA intervista ai deputati del M5S di Tonio Leuci.

| 15 Maggio 2014 | 2 Comments

La presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, li aveva espulsi dall’aula, per la loro vivace opposizione. Così, i cittadini portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera Silvia Benedetti, Michele dell’Orco, Alessandro Di Battista, Dalila Nesci, Manlio Di Stefano, Giuseppe L’Abbate, Emanuele Scagliusi,  si sono trasferiti a San Foca, in compagnia dei colleghi salentini, i portavoce al Senato Maurizio Buccarella, Daniela Donno, Barbara Lezzi e Diego De Lorenzis  per un sopralluogo diretto sulla spiaggia dove, come è noto, dovrebbe approdare il gasdotto del consorzio Trans Adriatiche Popeline.

Nelle ore precedenti e seguenti, un nutrito programma di manifestazioni, con la partecipazione del locale Comitato No Tap e di altre associazioni ambientaliste.

 

Nell’occasione, abbiamo raccolto tutta una serie di dichiarazioni, che qui di seguito, opportunamente sintetizzate, riportiamo, affinché servano quale materiale di documentazione per i lettori protagonisti della nostra community.

***

 

Diego De Lorenzis: “L’ incontro è stato reso possibile grazie al sindaco Potì, all’amministrazione comunale,  al comitato No Tap e a tutti i cittadini impegnati sul territorio”. Ha ringraziato: “anche tutti i colleghi cittadini venuti da ogni parte d’Italia  per dire no a quest’opera, che come quelle delle altre parti del Paese vengono decise nel chiuso dei palazzi del potere, all’insaputa dei cittadini ignari, tenuti sempre all’oscuro dalle decisioni più importanti, informati solo quando l’opera è resa esecutiva e che quindi pregiudica in maniera irrimediabile il territorio.  Bisogna togliersi dalla testa gli schemi mentali ascoltati in  televisione e mettere in discussione quello che conosciamo”.                                                                                                                                   

 

Emanuele Scagliusi: “Ci tenevamo a dire che il petrolio della Puglia  è il mare, le spiagge e tutte le bellezze paesaggistiche. Per questo dobbiamo opporci a questo progetto che arricchirà solo la multinazionale Tap, con sede in Svizzera, e quindi pagherà le tasse non in Italia, arricchendosi a scapito dei salentini, che non guadagneranno niente. Bisogna diventare produttori noi stessi di energia con i pannelli solari sul tetto di ogni abitazione”.

 

Giuseppe L’Abbate:“Io voglio sapere a cosa serve un’ opera che deturperà solo questo splendido territorio senza un minimo di programmazione energetica. Senza programmare, senza un’idea di futuro. Io voglio sapere tra vent’anni quale  energia dovrò utilizzare. Noi in Puglia produciamo il triplo del fabbisogno energetico di cui abbiamo bisogno da fonti rinnovabili: pale eoliche e parchi fotovoltaici, che hanno distrutto le nostre campagne e paesaggi incontaminati con una produzione enorme di energia che noi non utilizziamo. E’ questa la follia! Non c’è nessuna programmazione!”.  

 

Maurizio Buccarella: “Siamo gli unici parlamentari liberi che possono condurre battaglie sull’ambiente, la salute, l’energia, mentre vediamo i “fossili della politica” che sono costretti a contorcimenti argomentativi. Dicono una cosa e poi ne fanno un’altra. A livello locale si oppongono a questo progetto Tap e poi in Parlamento i loro colleghi di partito lo fanno passare. Con il profitto per poche persone e nessun guadagno o addirittura danno e svantaggio per le popolazioni locali. La Tap non servirà a far abbassare il costo delle bollette. Non dobbiamo credere alle loro bugie! Dobbiamo dire no, perché non ha alcun senso. Ormai hanno capito che non trovano una cittadinanza succube e silenziosa, ma grazie ai comitati, è sveglia e organizzata”. 

 

Barbara Lezzi : “Io ho avuto una brillante conversazione con il top manager del Tap Giampaolo Russo quando è venuto in Commissione Lavori Pubblici in Senato. Gli ho fatto alcune domande: perché è necessario diversificare l’approvvigionamento di gas, visto che c’è una diminuzione del consumo di gas? (Loro giustificano questo gasdotto sostenendo che essendoci più gas pagheremo bollette inferiori). Lui ha risposto che questa non è diversificazione ma è sostituzione. Poi quando faccio una domanda  sul perché si va in deroga ad una direttiva europea sulla concorrenza, la risposta è semplice: io devo avere venticinque anni di monopolio. Quindi loro avranno venticinque anni di monopolio sui prezzi, li stabiliranno loro e prima dovranno recuperare tutti i costi dell’investimento perché devono agevolare e farsi garantire dalle banche. Facendo un esempio, è come se io volessi aprirmi un negozio di ferramenta e siccome sono la compagna di D’Alema, che con il suo De Santis mette le mani su tutto, allora gli dico: fai chiudere tutti e fammi avere i soldi dalle banche. Quindi lavoro solo io e decido io il prezzo. Questo si fa! E tutto questo si è fatto a braccetto con Vendola, il quale mente sapendo di mentire, perché lui vuole il gasdotto. C’è un decreto legislativo del 2010 in cui gli chiedono: lei vuole il gasdotto? Vuole indicare gli approdi? Vuole essere inserito nell’aggiornamento dei gasdotti italiani? Aveva sessanta giorni di tempo per rispondere, ma si è addormentato e ha fatto si che si facesse il gasdotto, perché è complice! Doppiamente complice! Perché dopo la ratifica c’erano dei presupposti di incostituzionalità, visto che si era indicato l’approdo e la legge costituzionale nel titolo V impedisce questo passaggio. Allora noi lo abbiamo gridato. Gli abbiamo detto impugna, ma si è addormentato di nuovo. Allora o dorme troppo o è complice! Quindi Vendola vuole il gasdotto come lo vogliono quelli di Forza Italia, che lo vogliono ad Otranto, perché ci sono molti fondi europei da spartirsi. Se li sono già divisi”.                                                                 

 

Daniela Donno: “pensano di avere a che fare con dei deficienti, che non sanno leggere le leggi o i decreti, ma si stanno sbagliando! In questa settimana andremo a discutere in aula un decreto che dovrebbe parlare soltanto di giustizia sociale e competitività. Allora si pensa che faranno qualcosa in favore degli Italiani, come creare più lavoro e invece no. Si parla di un obbligo da parte dei privati di dare in concessione terreni per far passare un gasdotto. Ovviamente cercheranno di espropriare questi terreni al prezzo più basso. Queste sono le solite marchette che fanno loro prima delle elezioni come le famose ottanta euro, ma nessuno ci può comprare. Questi fanno solo i loro interessi! Noi abbiamo bisogno di lavoro, ma la costruzione del gasdotto non dà lavoro e non porterà sviluppo in questa terra. Infatti verranno le multinazionali che porteranno le loro maestranze e prometteranno posti di lavoro, ma non li garantiscono. 

    

Silvia Benedetti:”Io sono in Commissione Agricoltura e sono una biologa marina. Questo progetto del Tap mi ha impressionato  perché sono quarantacinque chilometri di gasdotto  sul fondale marino.  Al riguardo mi ha colpito una scelta fatta dal governo indonesiano, che ha commissionato uno studio e ha chiesto ad un ente di ricerca quale fosse il valore di una manta (pesce della famiglia degli squali). Hanno fatto questo studio e hanno visto che una manta morta, venduta  al mercato del pesce per essere mangiata, ha un valore compreso tra i quaranta e i duecento dollari. Una manta viva nel corso della sua vita, porta un indotto di due milioni di dollari. Cosa ha scelto di fare il governo indonesiano? Ha creato il più grande santuario di mante al mondo. Questo cosa ci insegna? Che se noi dobbiamo fare delle scelte e queste devono essere oculate. Adesso spiegatemi qual’ è la scelta oculata nel Tap? Quarantacinque chilometri di gasdotto sul fondale marino,  più bollette che non diminuiscono, più zero occupazione per la popolazione locale, più spiagge che non si possono usare. Allora spiegatemi qual è il ritorno economico? La verità è che il ritorno economico è nel portafoglio dei soliti noti e non nell’interesse di tutti. Questo è il problema!”   

 

Alessandro Di Battista : Quando è arrivato il Tap in Commissione Affari Esteri, per prima cosa abbiamo provato a dialogare con il Pd, perché il Tap è esclusivamente la risposta del Pd agli accordi Gazprom- Berlusconi- Putin per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas, per quegli affari “loschi” in mano ad un partito, Forza Italia, fondato con il  beneplacito della mafia. Il Tap è la risposta del Pd. Abbiamo provato a dialogare con i deputati del Pd  e abbiamo cercato di far capire loro l’inutilità dell’opera – un disastro sia per lo Stato italiano che per il Salento – ma hanno risposto che l’opera si deve fare. Allora abbiamo chiamato degli esperti  che sono stati chiamati anche da loro e questi hanno confermato pubblicamente davanti a noi e a tutti che quest’opera non si deve fare. Ma l’ hanno votata lo stesso in Commissione.  E’ arrivata  in aula e abbiamo cercato di bloccare la votazione, considerando che il ministro Franceschini ha mentito, quando ha affermato che se non avessimo approvato il trattato sul Tap, avremmo subito delle sanzioni. Falso! Ci siamo arrabbiati molto, siamo scesi per occupare i banchi del governo e ci hanno cacciati. E’ stato approvato il Trattato. Arrabbiato esco dalla Camera, passo di fronte al Transatlantico, vado al bar per prendere un caffè e incontro la ex viceministro degli esteri Dassù, che brindava con champagne insieme a due funzionari della Farnesina, con un‘aria di contetezza come se ci fosse qualcos’altro oltre l’approvazione di un Trattato. E’ questo il Tap! E’ un esempio qui nel Salento, ma  il Tap è in Piemonte, è l’Expò in Lombardia o altri grandi opere. Cosa sono allora le grandi opere? Sono dei modi per spartirsi quattrini nostri, utilizzando un triangolo dove al vertice ci sono i partiti”.


Category: Costume e società

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Comments (2)

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  1. davide Penza ha detto:

    Giuseppe Puppo ti apprezzavo perché eri uno, se non forse l’unico, giornalista che dicesse la verità in quanto ti vedevo presente sempre ed il pezzo che facevi era VERO. Mi sto accorgendo che la “puzza” dello stare “fermo” ti sta avvolgendo; che dispiacere si sta sciogliendo un mito

  2. Giuseppe Puppo ha detto:

    Mi dispiace del tuo commento e ti rispondo: farò tesoro delle tue critiche e cercherò di migliorare. Nella fattispecie, mi assumo tutte le responsabilità, come è giusto, da direttore responsabile, dell’articolo di Tonio Leuci e del titolo improprio di “interviste” con cui è uscito. Sempre in nome dell’onestà e della trasparenza, e per la precisione, specifico che le dichiarazioni dei parlamentari Buccarella e Donno sono state raccolte con una sintesi giornalistica estratta dai loro interventi tenuti non la mattina a San Foca, ma la sera prima nell’ “agorà” di Melendugno. Me ne scuso con te, con gli interessati e con tutti.

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