CONTRO LA POLITICA DI DISMISSIONI E PRIVATIZZAZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

| 8 Luglio 2014 | 0 Comments

L’Adoc, l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, di Lecce, ci ha mandato una nota, formata dal suo presidente Alessandro Presicce (nella foto) che volentieri pubblichiamo qui di seguito.

Apprendiamo che l’Amministrazione di Lecce starebbe nuovamente lanciandosi in una operazione di svendita di suolo pubblico, a partire da quell’area strategica e centralissima costituita dalla Caserma Pico, in via di dismissione.

Senza alcuna consultazione pubblica, senza alcun tentativo di aprire un dibattito che porti alla condivisione di una scelta che si rivela strategica per la Lecce del futuro, veniamo a sapere che l’Assessore al Bilancio ha già fatto i conti di quanto denaro si potrebbe ricavare dalla vendita del territorio leccese ai privati. E tutto ciò per costruire abitazioni e negozi.

Ma in una città che ha perso almeno 5.000 residenti negli ultimi vent’anni, ha davvero bisogno di nuova edilizia privata? Se nell’area di Piazza Mazzini un terzo dei locali commerciali è sfitto o in vendita, serve nuova metratura commerciale? O non è forse il caso di evitare nuove colate di cemento in centro e pensare a riqualificare i quartieri? Persino l’ANCE ha protestato, asserendo che occorra puntare non su nuove costruzioni, ma sulla riqualificazione dell’esistente.

Non occorre essere urbanisti per capire che la città soffre per la carenza di spazi pubblici, a partire dai parchi, nelle sue aree centrali. Nella città che è all’ultimo posto tra i capoluoghi per verde urbano fruibile par abitante (0,58 mq, dato Legambiente Ecosistema Urbano 2013) è davvero difficile pensare a un nuovo parco urbano al posto della Caserma Pico? Si consideri che l’area è già fortemente urbanizzata, a ridosso dei due “grattacieli” e del tribunale penale, il nuovo edificio Ex Enel, che viene destinato ad uffici parcheggi.

Insomma, l’Amministrazione comprenda che su temi così importanti occorre confrontarsi con la città, aprire un percorso di partecipazione, condividere le scelte e non affidarsi, tra pochi intimi, alla fredda logica della svendita del territorio per rimpinguare le casse comunali”.

Category: Costume e società

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