ORMAI E’ALLARME CRIMINALITA’/ La Lecce violenta che fa paura

| 22 Luglio 2014 | 0 Comments

(g.p.) Ma cosa sta succedendo?

Al “vecchio” redattore sembra di stare ancora a Milano, quando collaborava al nuovo giornale, oppure a Torino, quando lavorava al quotidiano popolare: allora vedeva i colleghi, inseguiti dalle notizie di risse, furti scippi, rapine, morti e feriti, che non ce la facevano a stare dietro a tutto.

Sono passati due-tre decenni, eppure Lecce, che non ha né le dimensioni, né le tensioni della grande città, non è certo né Milano, né Torino. Eppure…

Ma riepiloghiamo cosa è successo negli ultimi giorni: e poi fate un po’ voi…

Delitti a Porto Cesareo e Copertino. Certo, con modalità e moventi diversi, ma sempre di morti ammazzati si tratta.

Una serie così nutrita di attentati dinamitardi, probabilmente a scopo di minaccia, avvertimento, o vendetta estorsiva, che con i nostri mezzi nemmeno riusciamo a rendicontare.

Una sfilza pressoché continua di furti e rapine, un bollettino oramai quotidiano, di cui diamo conto per rassegnata, quanto puntuale, forza di inerzia, una oramai assuefatta rassegnazione.

Due episodi di “papponi”, o aspiranti tali, sulle strade provinciali vicino Trepuzzi e Nardò, ai danni delle giovani che là si prostituiscono. 

L’ultimo fine settimana, poi, che nel resoconto della meritoria opera di prevenzione messa in atto dai Carabinieri, fra Gallipoli e Nardò, assomiglia a un bollettino di guerra: gente che guidava ubriaca, fumi e fiumi di droga di tutti i tipi, risse fra bande rivali, o semplici comitive di diversa e contrapposta estrazione. Tanto per non farci mancare niente.

Ah, dimenticavo: due distinte e corpose operazioni contro quel che resta, ma evidentemente ancora resta, della Sacra Corona Unita, condotte brillantemente dalla magistratura, contro chi, corona unita, mafia o camorra che sia, vuol imporre il controllo del territorio, protezione e traffici illeciti.

Eppure, prendete l’ultimo, solo l’ultimo giorno, le ultime ventiquattro ore, che fanno paura.

A Casarano un ragazzo che con un coltellaccio da far paura entra in una tabaccheria e in un supermercato, come abbiamo riferito e documentato, con un’immagine che mette i brividi.

Due colpi contro esercizi commerciali, svaligiati di merce e incassi, nella notte a Lecce, come nemmeno siamo riusciti a raccontare nei dettagli.

‘Stamattina un tentativo di rapina contro una gioielleria di Squinzano.

E poi un uomo che nella casa di campagna nascondeva un arsenale di pistole e fucili che la metà bastava e avanzava.

All’alba di questa mattina, poi, l’episodio più inquietante. Una ragazza belga che tornava a casa viene affiancata da un giovane di colore: “Seguimi, andiamo a divertirci…”. Lei gli dà un anello, lo implora di lascarla stare, ma niente da fare. Lui le balza addosso, tenta di trascinarla afferrandola per la maglietta, incurante di morsi, pianti e urla. Non è finita male, perché i pochi passanti non se ne sono fregati, ma sono accorsi in aiuto della vittima del tentativo di stupro e hanno chiamato la Polizia. E’ l’unico dato confortante di un fatto sconvolgente. Adesso cerco di dire perché. A Milano, a Torino, le ragazze, le donne, di notte non girano più da sole. Non parlo dei quartieri ghetto, parlo di ogni zona della città: non di alcuni decenni fa, di adesso.

A Lecce, invece, nelle mie rare uscite finite alle ore piccole, ho visto sempre ragazze camminare tranquillamente per i grandi viali, da sole, o fra amiche, senza che nessuno si permettesse di seguirle, o importunarle in alcun modo.

Fino all’alba di questa mattina: e speriamo solo che si tratti di un un caso isolato, non il sorpasso pure dell’ultima frontiera della decenza e del decoro.

Ora, questi sono fatti. Fate un po’ voi…E andiamo alle opinioni.

Perché se no facciamo i ragionieri della cronaca, e invece dobbiamo fare i critici, della cronaca, per vedere di capirci qualcosa, insieme, per non cedere alla deriva del degrado della nostra vita quotidiana di comunità, che vuol essere e deve rimanere all’altezza delle proprie tradizioni di decoro, educazione, civiltà e cultura.

Ecco, insieme. Perché la magistratura fa il suo dovere, pur nella jungla dei codici e delle leggi e non siamo agli anni Settanta dei film della Polizia che arrestava e dei magistrati che assolvevano. Anzi.

E non è nemmeno un problema di carcerazioni, perché Borgo San Nicola è da anni al collasso.

Agenti di Polizia e militari dei Carabinieri, poi, sono encomiabili, pur nella scarsità delle risorse e dei mezzi cui sono stati costretti dalle politiche miopi degli ultimi governi.

E allora?

E allora nel Salento c’è una mentalità persistente di menefreghismo, un preoccupante deficit di educazione civica, un notevole esubero di “fatte li cazzi toi”.

In queste direzioni è necessario lavorare, e molto. Perché la pseudocultura della mafia in sedicesimo che offre protezione ed esige il pizzo si combatte con la cultura della dignità, prima ancora che della legalità.

Ancora, c’è una parcellizzazione del consumo e – ahimè – di compravendita di droga francamente allucinante, è proprio il caso di dire. Nemmeno al così detto“Tossic park” di Torino (nella foto di repertorio, un angolo dei prati lungo il fiume Stura) degli anni Novanta il “vecchio” cronista ricorda di aver visto un consumo così sfacciato e allegro di droga come sui balconi, sulle panchine, sulle strade di Lecce.

Dalla droga vengono i proventi della criminalità, scaturiscono le tragedie personali e familiari, derivano gli scippi e le rapine.

Ma preoccupa ancora di più la totale mancanza di prevenzione e di educazione, a Lecce, a opera delle istituzioni, civili e sanitarie, che dovrebbero attuarle: perché sono gli unici modi possibili per quanto meno arginare, o contrastare efficacemente il fenomeno.

Ancora, gli extracomunitari. Lecce è città civile e accogliente, in questo senso, tanto di cappello. Ma il troppo stroppia. Non è più possibile girare un po’ ovunque ed essere continuamente avvicinati da venditori, elemosinieri, maghi, saltimbanchi, abusivi a vario titolo, potenziali borseggiatori, e quant’altro di tutto e di più. Qualche misura calibrata bisognerà pur studiarla e attuarla, quanto prima.

Infine, i furti negli appartamenti, piaga nazionale, ma a Lecce quanto mai angosciante. O delle automobili. In ultimo, ma non per ultimo. Perché vedersi la casa svaligiata, anzi, profanata, è un trauma psicologico, piuttosto che economico.: come vivere con l’angoscia quotidiana di andare a comperare il pane sotto casa, e di trovare la porta forzata e le camere a soqquadro al ritorno.

Qui, almeno in questo, qualcosa si può fare subito. Perché Polizia e Carabinieri li conoscono, e, se non li conoscono possono più o meno facilmente arrivare ad identificarli, i i topi di alloggio; perché i magistrati hanno le leggi e avrebbero poco da interpretarle, anziché attuarle con chirurgica precisione.

Qui manca la volontà, crediamo, o, per meglio dire, la possibilità: la consapevolezza di dover dedicare tempo ed energie ad altro, non avendo i mezzi per riuscire a far tutto. Ma non si tratta di micro – criminalità: è una criminalità macro, per gli effetti di insicurezza e insoddisfazione che produce nella comunità.

Lasciateci almeno le case al sicuro, come nella mia infanzia a Santa Rosa degli anni Sessanta, quando potevi lasciare l’uscio aperto, e nessuno si permetteva di entrare.

E lasciate uscire le ragazze da sole di notte, sena che nessuno le minacci, o le importuni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Category: Costume e società

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