ITALIA: QUANDO LA CULTURA SI FA SCHIAVA DEL POTERE

| 1 Agosto 2014 | 0 Comments

Nella foto Carmelo Bene un artista salentino, attore, regista, compositore, coreografo e poeta. Odiato dalla politica, e quando questa tentò di strumentalizzare la sua arte e il suo genio, Lui rimase sempre fedele a se stesso.*****


Londra diventa capitale mondiale del teatro battendo New York. 620 milioni di sterline spesi al botteghino. Mentre in Italia langue.
Londra supera anche New York ed è capitale mondiale del teatro. È quanto emerge dallo studio commissionato dalla Society of London Theatre, secondo cui nel 2012-2013 sono stati spesi al botteghino 620 milioni di sterline, superando gli incassi dei cinema nella capitale britannica.Nel corso dell’anno, il West End ha attratto il 20% di spettatori in più rispetto a Broadway, con 22 milioni di persone che hanno visto gli spettacoli su un palcoscenico della capitale, più dei tifosi che sono andati a seguire una partita della Premier League.Londra può vantare ben 241 teatri, capaci di offrire in tutto 110 mila posti. Il settore inoltre dà lavoro a tremila attori e a 6500 persone fra tecnici e assistenti.Per Giovanni D’Agata,  mentre nel resto d’Europa il teatro è un aspetto fondamentale della cultura, in Italia il teatro è relegato ai margini ed attraversa una profonda crisi anche a causa dell’inadeguatezza del supporto dato dalle nostre Istituzioni. E’ ora di invertire la rotta perchè dopo le risorse date a pioggia nei decenni passati ad enti del mondo del teatro che evidentemente non sono state in grado di capitalizzarle adeguatamente portandole sull’orlo del baratro, oggi è necessario una razionalizzazione dei finanziamenti per un rilancio del teatro quale forma trainante della cultura, nel solco della migliore tradizione del nostro paese che nel passato glorioso ha esportato opere e compagnie nel mondo.

ndr

C’e’ però da dire che in Italia, spesso la nostra cultura, teatro compreso, si sono piegate all’esigenza della politica e della cultura dominante, contribuendo a determinare ” il pensiero unico” invece di produrre opere di qualità.
Il teatro e gli attori si sono fatti coccolare dalla politica, si sono fatti utilizzare da quello che era il partito che gestiva la lobby dello spettacolo, e oggi che non servono più allo scopo sono messi all’angolino.

Una volta il teatro era avanguardia, cultura, determinava i cambiamenti, gli artisti si contrapponevano al potere, a questo non chiedevano contributi,  così riuscivano ad affermare le proprie idee e cambiavano la società, oggi…è tutta un’altra storia, la cultura, l’arte piegata su se stessa sa solo pietire e piangersi addosso perchè non ha il coraggio di prendere le distanze dal potere, di fare provocazione e di percorrere strade nuove e non ripetere le litanie che da decenni ci fanno ascoltare.
Raramente solo raramente qualcuno è uscito fuori dal gregge foraggiato dal potere e si è messo a gridare ” ma che politica che cultura,….non mettetemi alle strette sono solo canzonette”  qualcun altro morto purtroppo  giovane cantava” nu vve reggu cchiu”.

Esempi isolati.
Ma ciò che colpisce maggiormente è il silenzio degli artisti, perchè se gli uomini di cultura da sempre subiscono il fascino del potere, gli artisti appartenevano invece ad un’altra specie, animali da palcoscenico, guitti, imbratta tele, tanti i nomignoli con i quali venivano etichettati quando non si piegavano ai voleri del governante, ma l’arte si è sempre ritagliata spazi di libertà, persino durante le dittature dichiarate.

Oggi? oggi è la palude, rospi che gracidano, bisce che strisciano e fetore di corpi in decomposizione.

Category: Costume e società

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