ALLA RISCOPERTA DEI CENTRI STORICI. SENZA BARRIERE

| 15 Settembre 2014 | 0 Comments

 Si è tenuto a Nardò “Habilita l’arte”, l’appuntamento organizzato da Paolo Marzano, coordinatore del centro – studi “Don Milani”, condiviso dal Tavolo Permanente sull’ Handicap di Nardò (nella foto, un momento della giornata). Gli abbiamo chiesto di spiegarci che cosa si proponeva l’evento, e di raccontarcelo. Ecco il suo resoconto.

 

Pomeriggio afoso, a tratti con qualche nuvola, ma per la maggior parte, il tempo è soleggiato. Lentamente, le rampe ‘a tenaglia’ della salita all’ingresso del castello si popolano. Amici tanti, amici curiosi e … amici su ruote. E’ proprio lì, infatti, il raduno, per iniziare la bella passeggiata di HABILITA  L’ARTE.

Lo scopo è quello di favorire una maggiore sensibilizzazione e promuovere maggiormente la condivisione del nostro prezioso centro storico, nell’ambito della divulgazione delle bellezze naturali, paesaggistiche e storico-architettoniche. Sono sempre più convinto, infatti, che sia questo un ‘valore’ imprescindibile e necessario alla conoscenza, come fattore di crescita e costruzione quotidiana, del bene comune.

Prima data, di una rassegna che mi impegnerò di portare avanti. Da oggi, quindi, HABILITA  L’ARTE chiede spazio, pretende strada e che sia la migliore.

Tre, poi dieci, poi quindici e poi trenta! Bene, dico! Andiamo, si parte. L’ idea vede finalmente un circuito culturale – turistico, realizzato apposta per i cittadini disabili, su una direttrice  principale del centro storico, questo è quello che ho pensato progettandolo.

Certo è gente particolare, oserei dire, di ‘nicchia’, proprio quello che ci vuole per il mio racconto, prima di tutto, stare comodi mentre si ascolta.

HABILITA l’ARTE, vuole convincere che è possibile una strada diversa e ne vuole condividere il percorso con tutti. Neanche il tempo di pensarlo e per strada incontriamo altri amici, si uniscono al gruppo. Ci vuole poco, si diventa un’unica squadra HABILITA l’ARTE già funziona!

Il racconto, di fronte alla facciata del castello o al giardino botanico, è piuttosto veloce, però il modo di rivelarlo, tra ‘emergenze’ (le cose nuove) e ‘permanenze’ (le cose conosciute), si intreccia; e tra un battuta per ridere o la narrazione dell’angoscia di alcune sculture con personaggi ‘in sofferenza’ e in ‘trasformazione’, trovano spazio nella attentissima piccola platea di sguardi.

Ed è proprio da questi, che trovo vigore nel raccontare. Il dramma della di una delle facciate più importanti del meridione d’Italia. Una “storia sospesa”, quella della facciata di S. Domenico, a monito, di una vita deviata sedotta dal regole basse e istintuali. Oppure la sobria facciata della cattedrale del Sanfelice, sobria, austera figlia di un tempo chiaro, come la ‘ragione’ che la voleva così. Dagli sguardi colgo la voglia di sapere e la curiosità di accedere a livelli diversi, magari che nessuno ha mai indicato o raccontato loro. Le pause, le simbologie, i personaggi, la loro storia, creano un paesaggio magico e, sosta dopo sosta, sento l’attesa e la curiosità, di un’altra storia raccontata.

Occhi sgranati, bocche aperte, occhi all’insù; è il momento in cui l’immagine, la figura, la scultura, con la parola, consolida il senso, raggiunge l’eccedente e riempie quel vuoto, dona vita alla pietra.

L’arte è nostra contemporanea, ed è lì, vive con noi, si consuma con noi e continua a bisbigliare messaggi proprio appena la osserviamo.

HABILITA l’ARTE viaggia sul senso inverso dei termini. L’arte ha sempre moralizzato, ha sempre istituito un proprio percorso morale, però ora c’è quell’ “H”; e si aprono altre porte, altri accessi.

HABILITARE l’ARTE, conduce e condurrà nella terra di tutti, quella senza barriere pedonali, senza muri o gradini, senza sguardi mossi a compassione o terrorizzati dall’evidente diversità.

Quella per cui vale sempre la pena, spegnere il mondo rumoroso e rimanere ad ascoltare, per una volta, anche il silenzio.

Ala fine tutti soddisfatti, tanti saluti e diversi sorrisi felici, sinceri. Tanta, la voglia di altri appuntamenti e di fare ancora gruppo, anche con l’arte.

Certo! Alla prossima volta allora.

Ma dopo un po’ di strada mentre torno a casa, mi chiedo; sarà stata la storia che ha HABILITATO la loro sensibilità con il mio racconto o sono io che adesso mi sento HABILITATO all’arte accedendovi, però lentamente, più concentrato, riflessivo, quasi … su ruote!

Paolo Marzano

 

 

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Category: Costume e società

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