DOPO IL BLOCCO DEI TETTI DI SPESA REGIONALI, DISAGI AL POLIAMBULATORIO DI PIAZZA BOTTAZZI PER L’ECCESSIVO AFFOLLAMENTO

| 18 Ottobre 2014 | 0 Comments

di Cesare Mazzotta____________

Il Poliambulatorio di piazza Bottazzi viene preso d’assalto dagli utenti dopo il blocco dei “tetti di spesa” dei laboratori privati. Il flusso di persone è triplicato, i tecnici e gli impiegati sono allo stremo.

Dati alla mano, sono 23mila in più gli utenti che passano dal Poliambulatorio leccese, da quando i laboratori privati hanno chiuso la porta in faccia agli over 65, esenti da ticket. E 300 circa quelli che ogni giorno si mettono in coda per fare i prelievi. Tutti ammassati, a turno, nella saletta all’ingresso della “Cittadella della Salute”. Quando i laboratori privati disponevano ancora di budget (sono stati dimezzati dalla Regione), al massimo se ne vedevano un centinaio.

Il personale è alle corde, ma tiene la schiena dritta. A farne le spese sono gli utenti, che pur di risparmiare sul costo degli esami, sono disposti ad attendere due ore in fila e anche venti giorni per il referto.

Una giovane signora leccese il 2 ottobre scorso ha atteso tre ore per fare i prelievi. Ha pagato 105 euro. E prima di scegliere il laboratorio pubblico ha chiesto il preventivo alle strutture private: ha risparmiato 25 euro ma dovrà attendere diciotto giorni per il ritiro. Le hanno spiegato che qualche esame particolare dovevano mandarlo «fuori» sede, al “Vito Fazzi”. Il laboratorio privato, ha appurato la signora, le avrebbe consegnato il referto in una settimana.  Sono esami particolari che richiedono l’utilizzo di reattivi molto costosi. I “recettori”, per esempio, vengono mandati a Scorrano e a Galatina. E i tempi si allungano.

Ma in piazza Bottazzi alcuni esami fuori tabella sono a pagamento. Come la “omocisteina”, un fattore di rischio cardiovascolare: si pagano 22 euro in Alpi, l’attività a pagamento dei medici. Al Fazzi invece 20 euro, perché non ha aderito all’Alpi. Ogni laboratorio può fissare liberamente il costo della prestazione, anche 35 – 45 euro,  perché l’esame non rientra nel tabulato regionale.

Ma non è finita. La signora leccese dei 105 euro denuncia che “sul foglio del ritiro c’è un numero, 0832.215897, che l’utente deve chiamare per sapere se gli esami sono pronti: chiamare dalle 11 alle 13, da lunedì a venerdì e dalle 16 alle 18 il martedì e il giovedì: non risponde mai nessuno” .

Category: Costume e società

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