UNA STIMA DELLA CONFARTIGIANATO / CRESCONO DEPOSITI BANCARI E POSTALI

| 25 Ottobre 2014 | 0 Comments

(Rdl) Secondo una ricerca della Confartigianato imprese diffusa in mattinata, nella provincia di Lecce i depositi bancari e postali ammontano a dieci miliardi e 365 milioni di euro, il valore più alto di sempre. Mai, infatti, gli istituti di credito e gli sportelli postali del Salento hanno custodito una cifra così elevata, sotto forma o di conti correnti o buoni fruttiferi o certificati di deposito o altre forme di risparmio.

Un dato in continua crescita, che si spiega con i timori della gente,  a spendere i propri risparmi quando l’orizzonte appare sempre più incerto. Si resta, dunque, «liquidi» per paura di quello che verrà.

Secondo il direttore provinciale di Confartigianato, Amedeo Giuri, «l’eccessivo risparmio può comportare conseguenze negative sull’andamento dell’economia e ne allontanerebbe l’agognata ripresa». Già John Maynard Keynes, con il paradosso del risparmio, volle dimostrare come «un aumento dei depositi, lungi dal costituire una virtù, può determinare una riduzione del reddito nazionale». Se, infatti, le famiglie decidono di destinare una quota maggiore del loro reddito al risparmio, questo sarà sottratto all’acquisto e al consumo di beni e servizi. Le imprese, a fronte di una contrazione dei consumi, dovranno necessariamente diminuire la loro produzione, determinando una prima riduzione del livello di equilibrio del Prodotto interno lordo. Gli effetti negativi di un aumento del risparmio si ripercuoteranno anche sugli investimenti. Le aziende, infatti, in presenza di una riduzione dei consumi, tenderanno a rallentare o diminuire il ritmo dei loro investimenti futuri, generando, mediante gli effetti del moltiplicatore un’ulteriore riduzione del livello di equilibrio del reddito nazionale. In questo particolare momento, «è necessario e urgente individuare gli strumenti e gli incentivi adeguati per rimettere in circolo tutto questo denaro che resta fermo negli sportelli bancari e sotto il “materasso”», conclude Giuri. «Solo così si potrà innescare un circolo virtuoso che farà ripartire la nostra economia».

Nulla dice – è chiaro, è un altro discorso – la ricerca, riferita a chi i soldi li ha, di chi i soldi non li ha e fatica a vivere in qualche modo, pur modesto, del ceto medio che è sparito, della soglia di povertà che si allarga a dismisura e ingoia ogni giorno sempre più famiglie ed individui, l’altra faccia di questo sistema dell’ingiustizia e dell’egoismo che abbiamo costruito, o comunque ci siamo ritrovato.

Category: Costume e società

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