Alle sorelle e ai fratelli di buona volontà – Messaggio per la domenica della Palme

| 29 Marzo 2015 | 0 Comments

Oggi, domenica delle Palme, la chiesa cattolica celebra l’entrata di Gesù in Gerusalemme accompagnato come un liberatore e messia nel luogo dove risiede il potere. Il luogo del potere, oggi, è abitato da imprese e multinazionali che non hanno scrupoli nel perseguire i loro affari a spese della vita, da scienziati che maneggiano i codici della vita, da grandi organizzazioni compiacenti, da alcuni politici corrotti che vendono la propria coscienza (attraverso silenzi o sproloqui, inerzia o solerzia) per pochi spiccioli, incuranti dei danni causati alla loro gente e alla loro terra, e che rendono le istituzioni strumenti dei loro piani. Il luogo del potere è abitato anche da noi quando, per superficialità o ingordigia, ci adeguiamo alla mercificazione dei beni comuni, sacrificando il bene comune alla logica del profitto o quando, per indifferenza o per senso di impotenza, scegliamo il silenzio.

 

L’ultimo “attacco” -solo in senso cronologico – si consuma nei confronti di un insetto “la sputtachina” reo di diffondere il batterio della “Xylella fastidiosa” ritenuto responsabile del disseccamento degli ulivi e che, proveniente dall’America del Sud, sarebbe arrivato fino a noi secondo circostanze talmente oscure da indurre la Procura della Repubblica di Lecce ad aprire un fascicolo di indagine. Al riguardo, une serie di atti governativi e determine regionali prevedono l’attuazione obbligatoria di espianti e misure fitosanitarie per il controllo e l’eradicazione della Xylella fastidiosa e per la lotta agli insetti vettori nei comuni della Provincia di Lecce, e in alcuni comuni delle provincie di Brindisi e Taranto. Tutto questo avviene nonostante l’audit della Commissione Europea (2014) evidenzi la presenza di funghi (presenti in ognuno degli alberi analizzati) quali possibili cause del disseccamento e diversi casi (sempre in Salento) mostrino come negli ulivi curati dai suddetti funghi la malattia sia arretrata e le piante rinate.

 

Se il Piano fosse attuato non si conterebbero le piante eliminate (olivi, macchia mediterranea e flora spontanea), gli insetti impollinatori come le api che morirebbero e i danni che i pesticidi causerebbero all’ambiente (inquinamento delle falde acquifere) e alla salute (andandosi ad aggiungere alle centinaia di sostanze tossiche giù rilevate nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), i danni all’economia agricola e al turismo, con conseguenze pensanti per la popolazione che, direttamente e indirettamente, vive di questo.

 

Oggi, unendoci a chi già difende la nostra Terra, la Madre Terra, proponiamo alcuni punti di conoscenza e azione restando disponibili a ulteriore approfondimento per far sì che la terra salentina resti vivibile e non ridotta a un deserto:

 

-INFORMARCI, partecipando e organizzando incontri sul proprio territorio perché la conoscenza corretta dei fatti è indispensabile per una chiara visione sulla base della quale poter scegliere e decidere;

 

-PRENDERE COSCIENZA dei nostri comportamenti nocivi (sul piano individuale e collettivo) e assumerci la RESPONSABILITA’ di cambiarli;

 

-SMETTERE DI AVVELENARE LA TERRA, direttamente (attraverso il diserbo e la concimazione chimica) e indirettamente (acquistando e consumando prodotti trattati con fitofarmaci, pesticidi,…);

 

-NON ACCETTARE PASSIVAMENTE le scelte imposte dall’alto, interrogandoci sugli effetti che tali scelte potrebbero comportare;

 

-NON ESSERE COMPLICI del sistema di dominazione e di distruzione del Creato, né con in comportamenti, né con l’indifferenza;

 

-OPPORCI a ogni scelta politica, pronti a disobbedire alle misure anche coercitive che portino all’alterazione

 

irreversibile dell’equilibrio ecosistemico (attraverso il danneggiamento del ciclo idrico e biodiversità) e della

 

catena alimentare con effetti devastanti sulla salute e sulla vita.

 

-PROPORRE e PRATICARE relazioni rispettose della vita, prendendoci cura della Terra che abitiamo e di cui siamo chiamati a essere custodi e non dominatori.

 

Vogliamo concludere questo appello con quanto ci hanno insegnato le nostre sorelle e fratelli indigeni d’America e con quanto detto ai coltivatori diretti a gennaio da Papa Francesco: <<Vorrei rivolgere un invito e una proposta. L’invito è quello di ritrovare l’amore per la terra come “madre” – direbbe san Francesco – dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente. E da qui viene anche la proposta: custodire la terra, facendo alleanza con essa, affinché possa continuare ad essere, come Dio la vuole, fonte di vita per l’intera famiglia umana. Questo va contro lo sfruttamento della terra, come se fosse una cosa senza rapporto con noi -non più la madre -, e poi lasciarla indebolire e abbandonarla perché non serve a niente>>.

 

Missionari e Laici Comboniani – Lecce

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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