TEATRO / SERGIO RAMELLI, UNA SERATA IN MEMORIAM A NARDO’ MERCOLEDI’ 29

| 28 Aprile 2015 | 0 Comments

Mercoledì 29, alle ore 21.00, al Teatro Comunale di Nardò, in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli (nella foto), i ragazzi di “Andare Oltre Nardò” portano in scena  lo spettacolo “Chi ha paura dell’ uomo nero” scritto dall’ attore e regista fiorentino Paolo Bussagli, ispirato alla drammatica storia del giovane militante del “Fronte della gioventù” massacrato a colpi di chiave inglese sotto la sua abitazione.

Sulla scena Antonietta Martignano, Caterina Bianco, Graziano De Tuglie e Pasquale Alfieri.

La serata è patrocinata dal Comune Di Nardo’, che a Sergio Ramelli ha recentemente dedicato una via.

Biglietti a 5 euro, incasso devoluto in beneficienza______

(g.p.)______

Iniziative come questa fanno onore a chi le organizza, a chi contribuisce a realizzarle, a chi vi partecipa.

Abbiamo ancora tutti bisogno, come Italiani, di superare steccati ideologici oramai ingiustificati, cercare un senso al nostro spesso drammatico passato più recente, trovare una memoria comune e condividerla.

La serata di Nardò va in queste nobili direzioni.

Sergio Ramelli aveva 18 anni quando venne colpito a morte, all’ alba di una ancora incerta primavera milanese del 1975, il 13 marzo di quarant’ anni fa.

Frequentava un istituto tecnico, un giorno il professore diede un tema in classe su un fatto di cronaca, che egli svolse parlando male delle Brigate Rosse, responsabili di un duplice omicidio di due militanti missini e criticando le istituzioni che li non avevano difesi. Tutto qui, né più, né meno. Tanto bastò a farlo diventare “fascista” e, nel clima di quegli anni terribili, in cui a lungo si sviluppò una vera e propria guerra civile alimentata dal fanatismo e dall’ odio, quindi “un nemico da uccidere”. Il tema in classe venne rubato al professore ed esposto davanti ai cancelli della scuola, quale “prova” della “colpa” per cui gli extraparlamentari di sinistra decretarono la sua condanna a morte.

Sergio cercò di sottrarsi alle aggressioni, qualche volta riuscendoci, qualche volta no, cambiò finanche scuola. Tutto inutile.

La mattina del 13 marzo1975 un nutrito gruppo di sicari, in seguito individuati come esponenti di “Potere operaio”, lo aspettarono vicino casa e lo massacrarono a colpi di spranghe e chiavi inglesi, sfondandogli il cranio.

Rimase quarantotto giorni in coma, ma non ce la fece, morì in ospedale il 29 aprile.

I suoi assassini, sia pure in seguito, molto dopo, vennero tutti individuati, processati e condannati, ma, fra ritardi, artifici legali e quant’ altro sia i mandanti, sia gli esecutori di carcere ne han fatto poco e niente, anzi molti, nonostante le condanne, sono stati premiati e han fatto carriera, ora sono rispettabili amministratori, stimati ricercatori universitari o insigni primari ospedalieri.

 

 

Category: Cultura

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