L’ ORLANDO INNAMORATO

| 8 Maggio 2015 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

La strafottenza, l’ arroganza, la falsità, di questi del Pd oramai sta diventando francamente insopportabile.

Sta diventando un problema serio.

Fino a quando abuseranno della nostra pazienza?

Quanto a lungo ancora codesta loro follia si prenderà gioco di noi?

Fino a che punto si spingerà la loro sfrenata audacia nell’ingannarci?

Non so voi, ma io già non ne posso più.

Oggi ancora una volta mastico amaro e m’incazzo.

Mastico amaro, m’ incazzo, ma non mi rassegno.

Oggi è successo che nel guardare le notizie d’ agenzia mi sono appena imbattuto in un lancio dell’ Ansa, che così testualmente recita:

“No. Mi pare questa eventualità abbastanza improbabile”. Così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sull’eventualità che il consiglio dei ministri torni sui propri passi rispetto al via libera al gasdotto Tap e al suo approdo a San Foca (Lecce). A chi gli ha fatto notare che Michele Emiliano è contrario alla scelta di quell’approdo, ha risposto: “Quando si insedierà, quella scelta si sarà progressivamente consolidata. Si può anche essere amici e avere un punto di dissenso”.

***

Allora, passi la nuova edizione del gioco delle tre carte.

Michele Emiliano è un muro di gomma, è tutto e il contrario di tutto, le sue valutazioni cambiano radicalmente in relazione agli interlocutori, o alle platee del momento, lo sapevamo. Giusto per fare qualche esempio, pur di mettere tutti insieme a lui, è stato capace di criticare per mesi punto per punto l’ operato della giunta Vendola, salvo poi, quando si è trovato di fronte l’incantatore di serpenti e i candidati del governatore uscente in lista d’ appoggio a lui, andargli a dire che i suoi sono stati dieci anni straordinari che passeranno alla storia. E va beh.

Negli ultimi giorni, poi, nel clima favorevole della campagna elettorale, come se la campagna elettorale fosse il contesto che fa diventare nobili le puttanate, Emiliano ha già dato il peggio di sé.

Lui è contro l’ approdo del gasdotto a San Foca, lui è contro l’ Ilva, lui è contro tutto quello che il suo partito ha partorito, favorito in tutti i modi, ed attuato, ma solo perché a molti Pugliesi non va giù e potrebbero votare per chi a tutti questi sconquassi si è seriamente opposto. E’ contro a parole, naturalmente, solo a parole, parole di campagna elettorale.

Si sdoppia, Emiliano. Da candidato presidente del Pd è una cosa, contraria, a tutto quello che da segretario regionale del Pd, partito di maggioranza della giunta Vendola, ha sostenuto. C’è da rimanere esterrefatti, è una cosa troppo incredibile questa qua. E va bene.

Ma quando è troppo è troppo.

Che l’Ansa, un tempo gloriosa, sia diventata da agenzia di servizio per l’informazione, agenzia di propaganda del Pd, è già svilente per tutti.

Oggi si è di nuovo prestata a fare da megafono al gioco delle tre carte sul gasdotto.

E dispiace molto.

Ma c’è di peggio.

Il peggio sta nelle parole del ministro Andrea Orlando, un altro che si dimentica che un ministro è una carica istituzionale, non un esponente di un partito. Roba da asilo infantile della democrazia, insomma.

Non aveva niente altro da fare oggi il ministro della giustizia che assecondare il suo amico e compagno di partito del Pd Michele Emiliano, del quale è evidentemente innamorato, politicamente, si intende, a tal punto, da perdere la dignità?

Magari, gli vogliamo suggerire un ‘opzione, avrebbe potuto occuparsi del procedimento disciplinare avviato dalla Cassazione nei confronti proprio di Michele Emiliano, perché è rimasto magistrato, pur facendo da anni politica a tempo pieno.

E siccome al peggio non c’è mai fine, il peggio che non ha mai fine sta in quelle tre parole del ministro riferite al suo amico: “Quando si insedierà”… Come, “Quando si insedierà”?

Insomma, che le facciamo a fare ‘ste elezioni? Facciamo pure la nomina a presidente di regione su designazione diretta della segreteria del partito della Nazione, e amen…

Uno scivolone dell’ eleganza politica, che dispiace; una caduta di stile che imbarazza; una figuraccia della dignità istituzionale che fa male a tutti, in primo luogo al suo responsabile, anche se sarà difficile che riesca in qualche modo a capirlo.

 

Category: Costume e società

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