GLI IMPRESENTABILI

| 16 Maggio 2015 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Taranto, Luca Lopomo, candidato del M5S al consiglio regionale, ci scrive______

“Alle elezioni regionali del 31 maggio i pugliesi possono scegliere fra due possibilità: la vecchia politica delle carriere, degli affaristi e di chi vuole lasciare la situazione così com’è oppure quei cittadini che hanno deciso di impegnarsi direttamente perché non possono più accettare che le istituzioni pubbliche restino in mano alle lobby e ai clan.

Da un lato i partiti di centrosinistra e centrodestra che fanno finta di essere avversari ma poi si inciuciano su tutto a Roma, a Bari e a Taranto per continuare a lucrare sulla collettività, dall’altro i candidati pentastellati, espressione diretta dei cittadini e del bene comune: giovani, preparati, competenti, trasparenti, senza interessi personali da tutelare, onesti, senza ombre o condanne giudiziarie.

Il più furbo, tra i professionisti della politica è senz’altro l’ambiguo Michele Emiliano. Fa finta di condividere i principi del M5s e, poi, pur di raccattare voti, candida nelle sue liste personaggi riciclati della peggior specie: condannati, inquisiti, ex fascisti, ex di Forza Italia, ex avversari, trasformisti, di tutto e di più.

I candidati impresentabili di Emiliano nella circoscrizione di Taranto sono un bel po’, eccone alcuni: Donato Pentassuglia, assessore regionale uscente alla Sanità, rinviato a giudizio per favoreggiamento nell’ ambito dell’ inchiesta ‘ambiente svenduto’ sull’ Ilva; Michele Mazzarano, consigliere regionale uscente del Pd, di Massafra, rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su Gian Paolo Tarantini per finanziamento illecito ai partiti; Alfredo Spalluto già assessore ai Lavori pubblici a Taranto è indagato in una inchiesta sulla ristrutturazione di edifici nella città vecchia; Giovanni Ungaro, appena tre anni fa eletto consigliere comunale a Taranto con il movimento di Giancarlo Cito, Lega d’azione meridionale. Da lì confluito in Forza Italia, poi con Alfano e infine con Realtà Italia; Fabrizio Nardoni, un altro tarantino, divenuto assessore regionale all’agricoltura nel 2013, è candidato nella lista “Noi a Sinistra per la Puglia”. Su di lui non pende nessuna richiesta della magistratura, ma è finito più volte nella bufera per i conflitti di interesse che ruotavano attorno alle sue aziende aggiudicatarie di alcuni appalti, poi cedute e da ultimo per le ombre che ruotano attorno alla vicenda Xilella.

Questa è solo una parte dei candidati impresentabili di Emiliano. Ci fermiamo qui, ma, a questo punto, alcune domande sorgono spontanee: perché l’ex sindaco di Bari ha fatto accordi con personaggi come questi? Se diventasse governatore come potrebbe gestire la Puglia con un’accozzaglia di questo tipo?
C’è di più, votare Emiliano significherebbe anche sostenere gli ultimi squallidi provvedimenti di Renzi: il Job Act che precarizza il lavoro, lo Sblocca Italia che agevola le speculazioni delle multinazionali, la Buona scuola che distrugge l’istruzione pubblica, l’Italicum che riduce la democrazia e la partecipazione.

Per finire, due ultime battute sul centrodestra di Schitulli-Fitto e sulla Poli Bortone-Berlusconi, anche sui loro candidati ci sarebbe molto da dire, ma chi sono Fitto e Berlusconi in termini di affari personali e di lobby lo sappiamo già bene. Un esempio, però, lo vogliamo fare. Sapete quanti soldi di buona uscita ha incassato il consigliere regionale di Forza Italia Pietro Lospinuso, di Ginosa: 458 mila euro, circa mezzo milione di euro di soldi pubblici. Ora però, questo signore, non contento dell’enorme cifra che si è già messo in tasca si è ricandidato e vuole riprovarci. Va rilevato, tuttavia, che l’inaccettabile vicenda delle buone uscite milionarie versate a decine di consiglieri regionali pugliesi vede coinvolti tutti i vecchi partiti. Lospinuso si distingue perché è uno di quelli che, senza nessuna vergogna, ha percepito di più.

Non a caso questi signori spendono centinaia di migliaia di euro in manifesti, volantini e cene regalate. Il M5s, invece, non affigge un manifesto abusivo, non spreca volantini e non invita a cene gratis, e per i propri rappresentanti di lista non paga 50 euro ma piuttosto chiede un piccolo contributo.

Ci auguriamo che i cittadini si siano stancati di questa arroganza e vogliano insieme a noi far capire a tutti che nella vita conta di più la correttezza e l’onestà e non la furbizia e la prepotenza”.

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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