ORCHESTRA ‘TITO SCHIPA’ / ECCO, LA MUSICA E’ FINITA. E I PROFESSORI OCCUPANO LA PROVINCIA. PER LORO NIENTE SOLDI, MA PER PAGARE I MEMBRI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SI’, ANTONIO GABELLONE COMPRESO

| 11 Giugno 2015 | 0 Comments

(Rdl)______I professori dell’Orchestra “Tito Schipa” di Lecce (nella foto), spinti da un livello di esasperazione ormai intollerabile, hanno occupato questa mattina la sala giunta della Provincia di Lecce, per protestare contro la procedura che pende sulle loro teste e che prevede il licenziamento di tutti i 58 lavoratori, di cui 37 con contratto a tempo indeterminato, a partire dal 6 luglio prossimo. Questo nonostante iniziative, promesse e rassicurazioni susseguitesi nei mesi scorsi, e il “tavolo” aperto in Provincia sulla vertenza. Nonostante una sottoscrizione pubblica aperta evidentemente a titolo propagandistico, già di per sé squalificante.

Intanto è’ ormai certo che il 15 giugno non sarà possibile far partire la programmazione artistica estiva, perché manca la copertura economica.

In un comunicato i sindacati di categoria Cgil, Cisl, e Uil, al fianco dei lavoratori, stigmatizzano quanto sta avvenendo: “Mentre il nostro territorio perde un patrimonio culturale e artistico di enorme valore, il cartellone estivo viene cancellato, rischiando così di perdere anche il finanziamento del FUS di 500mila euro; mentre sessanta persone e le loro famiglie perdono il lavoro, le istituzioni perdono tempo sugli impegni presi e – cosa gravissima – i componenti del Consiglio d’ Amministrazione dell’ Istituto Concertistico Orchestrale, la Fondazione di cui è presidente lo stesso numero uno della Provincia Antonio Gabellone, continuano a percepire le indennità!”.

Le segreterie di SLC Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil chiedono innanzi tutto l’azzeramento del consiglio di amministrazione della Fondazione, e l’immediata individuazione di una soluzione adeguata per scongiurare i licenziamenti dell’orchestra.

Hanno inoltre inviato oggi una lettera al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di fatto un appello, in cui, fra l’altro, si legge: “Numerosi i fattori che ne stanno minando il futuro, dalla Legge 56 “Del Rio” di riordino istituzionale alla mancata promulgazione della Legge Regionale conseguente in merito alla attribuzione delle deleghe; dal taglio dei fondi alla cultura a una storia manageriale della Fondazione a dir poco priva di qualsiasi spinta a ricercare nuove risorse e nuovi mercati”.

Il presidio a palazzo Adorno si è sciolto nel pomeriggio. Ma l’ occupazione riprenderà domanimattina.

Category: Cronaca

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