INCHIESTA SUL PREVISTO AMPLIAMENTO DELLA STRADA SQUINZANO – CASALABATE / 1 – L’IMPATTO ARCHEOLOGICO

| 23 Agosto 2015 | 0 Comments

di Eleonora Ciminiello______

Una strada, una carreggiata come tante, uno di quei percorsi che restano disabitati per tutto l’anno per ripopolarsi solo d’estate, quando gli abitanti di Squinzano ricominciano a frequentarla per raggiungere il lido salentino di Casalabate. Una strada che la provincia, già da qualche anno, ha previsto di mettere in sicurezza, perché in alcuni punti è ritenuta troppo pericolosa e protagonista di incidenti, sorti per lo più dalla guida spericolata di conducenti che troppo di corsa vogliono raggiungere il mare.

Il progetto di ampliamento riguarda 5,4 km di carreggiata, entro i quali dovranno essere inserite complanari, rotatorie, nuove corsie ed una pista ciclabile: un progetto quindi che appare come sovradimensionato ed inspiegabile, visti gli alti costi in termini non solo economici, ma anche ambientali ed archeologici che tutti gli abitanti della Provincia di Lecce pagheranno, con tutto quanto il Salento.

Oggi vogliamo occuparci dell’impatto archeologico che il nuovo impianto stradale avrà sul territorio, e lo facciamo attraverso gli occhi di chi quel progetto l’ha studiato molto bene: Sandro Morciano, il portavoce del Meetup Squinzano a 5 Stelle. Al suo fianco due altri componenti del gruppo, Giuliana Mastroleo e Lucia Taurino.

Preoccupato della situazione, e soprattutto dell’enorme sperpero di denaro, di suolo, di storia, previsto per l’ampliamento della Squinzano Casalabate, il Meetup Squinzano a 5 Stelle ha deciso di passare al vaglio, pagina dopo pagina, l’enorme faldone che riguarda il progetto, analizzando il suo impatto sotto ogni punto di vista.

Leggendo assieme a loro le analisi degli esperti, lo stupore ha lasciato posto allo sconcerto: 12 milioni di euro sono previsti per realizzare 6 rotatorie, e dare nuova forma a 5,4 km di strada, una cifra enorme! Ma cosa andrà distrutto?

Lo studio archeologico ci informa che nel tratto di strada interessato è presente la via Traiana Calabra, un tracciato viario costruito su un asse messapico, utilizzato anticamente dal popolo come collegamento primario fra Valesio e Lecce. Ma non solo.

In quei pochi chilometri sono, infatti, presenti anche carreggiate medievali, costruite in parallelo alla Traiana Calabra: queste testimonianze storico-archeologiche, andrebbero perse per far posto all’ampliamento. Unica superstite la Masseria Casa di Mosto, sottoposta a tutela dal Ministero dei Beni Culturali, che potrebbe comunque essere intaccata dai lavori di movimento terra, che potrebbero incidere in maniera significativa sui depositi sepolti.

COSA ANDRA’ PERSO?

Certamente a finire sotto strati di bitume sarà il tracciato della Traiana Calabra, che per quanto ipotetico e “non attestato da resti archeologici visibili, presenta un alto potenziale archeologico in quanto intercettato dai lavori dell’opera in progetto”. Oltre a questa testimonianza di enorme valore storico ed archeologico, ad andare distrutta anche una carrareccia medievale, situata a 30 metri da “Masseria La Badessa” (nella foto).

Per la costruzione della 4° rotatoria in progetto andranno distrutti, oltre a questi tracciati, anche tutti i fasci di strada secondari, di età medievale, che hanno costituito per secoli, il collegamento tra i “centri abitati e le numerose realtà insediative rurali dell’area”.

Perso anche il Menhir rinvenuto in prossimità della carreggiata attualmente esistente, unico esempio della zona, il quale, nonostante le ripetute richieste da parte dello storico Filippo Montinari che l’ha individuato, e dell’artista Tania Pagliara, non è stato catalogato e sottoposto a vincolo di tutela.

I RISULTATI DEI TECNICI

I tecnici e gli studiosi che hanno valutato la situazione, nelle considerazioni finali, hanno stabilito che l’impatto archeologico del nuovo impianto stradale sull’area interessata è medio-basso.

MA DICONO SUL SERIO?

Io mi chiedo: chi può arrogarsi il diritto di distruggere millenni di storia per l’ampliamento di un tracciato stradale? Come si può interrare una testimonianza storica come la Traiana Calabra e definirlo un “rischio medio basso” dal punto di vista archeologico?

Perché, mi chiedo, non è stata ancora presa in esame la catalogazione del menhir rinvenuto sulla Squinzano – Casalabate?

Non sarebbe più logico investire in valorizzazione del territorio? Un tratto di strada che racconta la storia del territorio, come la Squinzano – Casalabate dovrebbe trasformarsi in uno spazio della memoria con percorsi storici, artistici e archeologici dedicati al turismo culturale, non in un susseguirsi di rotatorie e complanari degne della più grande metropoli degli Stati Uniti.

Per mettere in sicurezza una strada, dimenticata per la maggior parte dell’anno, non servono 6 rotatorie, 22 metri di carreggiata, complanari e piste ciclabili, basta il buon senso e un po’ di logica, ma sembra che negli ultimi anni, queste due caratteristiche siano state interrate, sotto strati di bitume, denaro e cemento.

 

 

Tags:

Category: Cronaca

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.