CONTRO LA DISCARICA DI CAVALLINO SCENDE IN CAMPO IL MOVIMENTO 5 STELLE – reportage

| 7 Settembre 2015 | 3 Comments

di Valerio Melcore_____
Dieci giorni fa, scorgo un volantino formato “francobollo” sul tergicristallo di un’auto in sosta,  firmato dal Movimento 5 Stelle,  che preannuncia un incontro in piazza Castromediano a Cavallino nella serata di domenica.

Salgo in casa e lo poso sul tavolo, mia moglie lo legge e mi strappa la promessa che la domenica successiva l’avrei accompagnata in piazza per assistere al dibattito.

Lei è iscritta al Movimento da qualche anno, e poi nutre grande ammirazione per  Di Battista e per  la salentina Barbara Lezzi, ed è curiosa di ascoltare quest’ultima su un problema come quello della discarica che mi ha visto in prima fila qualche anno fa, e dato che le conseguenze  delle mie scelte, sono state  inevitabilmente pagate anche da lei, non mi meraviglia che le piacerebbe pensare che quelle battaglie non siano state inutili, e che oggi che i tempi sono maturi, sarebbe bello vedere la gente scendere in piazza per difendere il diritto alla salute.

Insomma, va da se che a tanti di noi piacerebbe che quelle battaglie combattute, e vinte solo in minima parte in passato, oggi anche grazie a movimenti come i 5 Stelle potessero essere vinte definitivamente, e mettere una volta per tutte, la parola fine alla discarica.

Le mie battaglie contro la discarica, sono note, raccolta di firme, battaglie in piazza, nel Consiglio comunale di Cavallino,  nelle aule giudiziarie, qualche volta come testimone ed accusatore, il più delle volte come imputato per diffamazione, a causa delle pubbliche dichiarazioni.

Prima l’intervista rilasciata ad un’emittente televisiva, come presidente del Circolo Culturale il Cavaliere poi, come Consigliere comunale espresso dall’omonima lista,  ed infine  come Capogruppo in consiglio comunale della lista civica Liberi e Forti.

Abbiamo collezionato denunce penali e civili, insomma non ci siamo fatti mancare nulla.

Per fortuna ci è andata sempre bene, a parte i costi che abbiamo dovuto sostenere per difenderci.

L’ultimo processo, per un intervento fatto in Consiglio comunale qualche anno fa,  mi fruttò una denuncia civile di risarcimento danni per oltre 500.000 mila euro, un miliardo delle vecchie lire.

Battaglie, sia ben chiaro, che abbiamo potuto combattere grazie alle centinaia di amici che, nonostante le lusinghe e le minacce, non ci hanno mai lasciati da soli.

Ieri insieme  a mia moglie ho seguito il dibattito un po’ in disparte, ma abbiamo visto in mezzo al pubblico vecchi amici come Piero Linciano o Paolo Toma, che non si sono tirati indietro anche quando hanno subito indebite pressioni, e per questo  sono loro grato, come sono grato ai tanti amici con i quali abbiamo condiviso tante battaglie.

Ma torniamo al presente.

La domenica alle ore venti come riportato sul volantino andiamo in piazza ma non c’è nessuno, boh? cosa sarà successo, sarà stato rinviato, gli sarà stato revocato il permesso? una volta ciò accadeva spesso. Ma oggi non è possibile che accada, non è possibile che al Movimento 5 Stelle, revochino l’autorizzazione all’ultimo momento, come capitava a noi, gli amministratori cavallinesi non sono degli sprovveduti, non si tratta di un  circolo culturale, ma di un partito nazionale, anzi del primo partito in Italia per numero di voti, anche se poi con le leggi truffa, son riusciti relegarlo all’opposizione.

Quando siamo tornati a casa rileggendo il volantino abbiamo compreso che era stato distribuito con largo anticipo e che la manifestazione si sarebbe tenuta non quella domenica, ma la successiva ossia il 6 settembre.

E così la domenica dopo ci siamo recati in piazza, dal tavolo della presidenza Emanuele Lezzi, il presidente del Circolo la Sveglia Cittadina di San Cesario e promotore del Comitato contro la nuova discarica, armato di microfono, spiegava come l’amministrazione cavallinese, tentava di far passare la nuova discarica, come un ammodernamento della vecchia. Questo per evitare controlli e permessi. Giampaolo Falco uno dei giovani attivisti del M5S locale, anche nella sua qualità di ingegnere ha elencato una serie di dati che dimostrano inoppugnabilmente la pericolosità della discarica per la salute dei cittadini.

Coloro che erano seduti al tavolo della presidenza davano le spalle al palazzo ducale,  simbolo del potere  feudale che ancora governa Cavallino, dimora dell’intramontabile Vicesindaco e “dittatore” indiscusso della classe politica locale.

Una tenda bianca, posta sul bordo della piazza, pareva essere l’avanguardia di un esercito che da lì a poco sarebbe sopraggiunto, per cingere d’assedio l’antico maniero, mentre una bandiera del Movimento di Grillo, assicurata con del nastro adesivo ad uno dei sostegni,  garriva al vento.

Una sorta di sfida al potere ultratrentennale, che a Cavallino si è potuto consolidare grazie  al connubio inscindibile tra imprenditoria assistita e forze politiche, tutte, nessuna esclusa, e ovviamente grazie alla capacità del politico nostrano che è riuscito a passare indenne dalla prima alla seconda repubblica con una serie di piroette ed equilibrismi degne di un esperto circense, e a tessere rapporti con il centro-destra e il centro-sinistra i cui esponenti son stati ben contenti di firmare una tregua in questo comune. Per cui se nel resto della provincia destra e sinistra si azzuffavano, a Cavallino, l’inciucio la faceva da padrone, tutte le volte che l’amministrazione era in difficoltà, giungeva l’aiuto insperato dalle segreterie provinciali, dai leader politici di destra e di sinistra. Comportamenti  inspiegabili ai non addetti ai lavori,  alla gente comune che non riusciva, e forse ancora non riesce a capire, che in questo paese non esiste destra e sinistra, i contorni delle diverse formazioni sono labili, una sorta di nebbia smorza i colori e le diverse bandiere si assomigliano un po’ tutte.

E anche quando c’è qualche bastian contrario si trova il sistema di accontentarlo.

In Piazza tra gli altri c’era anche l’ex sindaco Franco Corallo, che quando fu fatto fuori, certo non era un verginello né un ingenuo, e potrebbe raccontare perché il suo partito, la D.C. lo sacrificò sull’altare di più alti interessi.

Ma torniamo a questa bella iniziativa, veramente degna di nota, ed è stato  un peccato che il Movimento 5 Stelle locale non sia riuscito a coinvolgere la cittadinanza.

Coloro che hanno partecipato alla manifestazione o non erano del posto oppure erano “addetti ai lavori”.

Qualche consigliere comunale di minoranza, qualcuno che spera di diventarlo nella prossima competizione elettorale, i frequentatori abituali della piazza, e quegli amici che in passato si sono occupati della discarica e che per caso avevano appreso dell’iniziativa, come me del resto.

Non siamo giunti in tempo per ascoltare la Senatrice dei 5 Stelle Barbara Lezzi, che insieme alla sua collega Daniela Donno erano gli ospiti della serata, abbiamo ascoltato però tutti gli altri.

Al tavolo della presidenza, oltre alle senatrici e ad Emanuele Lezzi, vi era Giampaolo Falco del Meetup di Cavallino, Luigi Russo,  Luca Cimino il moderatore, i quali  dopo essere  intervenuti hanno dato la parola al pubblico.
Negli interventi  puntuali e interessanti sono stati espressi concetti e dati, noti ai più, ma che era inevitabile e necessario ribadire.

Un solo piccolo appunto a colui che intervenendo per ultimo, credo si trattasse di Luigi Russo, ha voluto a tutti i costi  chiosare citando una frase della figlia di Che Guevara.
Ora, che  la signora Aleida Guevara possa venire qui da noi, e che tanti attivisti di Rifondazione Comunista, possano applaudirla lo comprendo, ma che una figlia illustre della dittatura cubana venga in Italia per dare lezioni di democrazia mi sembra che non stia né in cielo né in terra.

Comprendiamo che  Che Guevara in Italia vada molto di moda, sopratutto in quello che è il mercato dei gadget,  e alla moda qualcosa va concesso, ma bisogna ricordare ai tanti grillini che risentono dei loro trascorsi, che non fa bene al movimento portarsi dietro la zavorra di un’ideologia che da tempo ha dovuto prendere atto dei suoi errori e tra non molto dovrà prendere atto dei suoi orrori.

Poi è stata la volta del pubblico, una passerella che è sembrata più doverosa che sentita, presentazione personale e del gruppo politico di appartenenza, encomio all’iniziativa e proposta di coinvolgimento delle altre forze politiche sul tema della discarica. Ha fatto capolino il politichese…..una piattaforma di discussione da cui partire….un tavolo dal quale….faremo un’interrogazione….e così via.

In altre parole veniva implicitamente contestato ai 5 Stelle il non aver coinvolto le altre forze politiche, e non si capisce per quali motivi gli altri gruppi politici, compresi quelli che hanno rappresentanza nel Consiglio comunale, non organizzino loro iniziative simili.

La Senatrice Daniela Donno, ha più volte preso la parola, e molto garbatamente ha spiegato che sulle singole battaglie non c’è chiusura nei confronti di nessuno, ha poi espresso l’auspicio che la prossima volta possa salutare il sindaco (sic!) il vicesindaco per ringraziarlo per l’ospitalità e magari convicerlo a cambiare idea su questa nuova discarica che vorrebbe costruire.

Paolo Toma ha preso la parola per ricordare la battaglia vinta contro la centrale a biomasse.

Significativo poi è stato l’intervento di Flaviano Giannone, già consigliere e capogruppo del centrosinistra, il quale salutando gli organizzatori, ha detto: ” quest’iniziativa fa particolarmente felice  me – e indicandomi ha aggiunto – e quel signore seduto sulla panchina”, ma ciò che ci preme sottolineare e che con estrema onestà ha dichiarato che purtroppo i partiti (nel suo caso il PD), smentivano i loro stessi consiglieri quando questi si mettevano di traverso rispetto alla discarica e ai suoi nefandi effetti, e agli interessi che c’erano dietro.

Perché racconto tutto ciò, perché se non si conosce la storia di questo paese e della sua classe politica, ma sopratutto della classe politica a livello provinciale, i senatori, i deputati, i consiglieri regionali, che da Cavallino hanno ricevuto voti e poi dato appoggio, ribadiamo di destra e di sinistra, se non si comprende che la discarica è, si una cava, in cui vengono tombati rifiuti di tutti i tipi, ma è anche un pozzo di San Patrizio da cui si può attingere denaro a volontà, che finisce nelle tasche di privati, non si comprende tutto il resto.
Cavallino ha visto vescovi portare la loro solidarietà ad amministratori inquisiti.

La discarica, è una struttura costruita con i soldi dei cittadini ma gestita da privati.

Qualche anno fa intervenendo a San Donato durante un Consiglio comunale aperto, voluto da una donna coraggiosa, il Sindaco di allora, alla presenza dell’assessore all’ambiente della Provincia di Lecce,  dopo aver ascoltato interventi di tecnici, ma sopratutto di politici che si rinfacciavano responsabilità,   presi la parola per dire chiaramente che le loro erano chiacchiere in quanto tutti i loro leader, i loro capi, erano coinvolti e dissi chiaramente che si trattava di soldi,  tanti soldi, e che quella discarica poteva contare sull’appoggio di grossi personaggi del centrodestra e del centrosinistra, e che ero pronto in quella sede a fare nomi e cognomi.

Fui interrotto da una simpaticissima persona, scoprii dopo che si trattava di un Magistrato, il Giudice Mario Fiorella, che mi disse: “caro amico è del tutto inutile che tu faccia i nomi, qui dentro i nomi tutti li conoscono”.

Fui grato a quel Giudice che mi evitò di dire cose che tutti conoscevano ma facevano finta di ignorare, e che mi sarebbe potuta costare l’ennesima querela.

Gli anni trascorsero, mi ero allontanato dalla politica attiva, quando per sbaglio recandomi casualmente a San Donato lessi un manifesto nel quale era scritto che a Cavallino si era autorizzata la costruzione di una centrale a biomasse che avrebbe bruciato tonnellate di piante provenienti dall’Africa per produrre energie da inviare al nord Italia.

Mi informai e seppi che pochi giorni dopo, la delibera sarebbe stata portata in Consiglio Comunale per essere approvata.

Pensai che era necessario informare i cittadini ma sopratutto i Consiglieri comunali del rischio che correva la nostra comunità.

Mi illusi che sbattendo loro in faccia la realtà, fatta di foto, di dichiarazioni di scienziati e di medici, potessero avere un moto di ribellione nei confronti del capo.

Stampammo e distribuimmo diecimila depliants elencando i rischi e le malattie tumorali che si potevano sviluppare a causa della combustione prodotta dalla centrale.
Elencammo tutti i siti web dove i consiglieri avrebbero potuto  documentarsi leggendo direttamente cosa dichiaravano autorevoli scienziati di fama internazionale.
Fui accusato di fare del terrorismo psicologico, e il motivo per cui mi davo tanto da fare era quello che  mi sarei dovuto candidare alle elezioni provinciali che si sarebbero tenute qualche mese dopo.
Non facevo politica da anni non avevo un partito alle spalle, chi mai mi avrebbe candidato, ma, qualsiasi menzogna  andava bene purchè si approvasse ed in tutta fretta la Centrale a biomasse, e fossero tacitate le voci che si levavano contro quel mostro.

 

Dovevamo informare i consiglieri comunali prima che fosse troppo tardi, ma chi poteva farlo, se non degli esperti e autorevolissimi professionisti.

Insieme agli amici  in pochissimo tempo organizzammo una tavola rotonda, e per paura che ci negassero un luogo pubblico la facemmo nella canonica, tutti ospiti di prim’ordine ognuno nel proprio settore era ed è un’autorità.
Mi assunsi l’incarico di moderare l’incontro, gli ospiti erano tanti e tanto avevano da dire, riuscimmo a stare nei tempi e sopratutto a non annoiare le tante persone che parteciparono all’incontro.
Un’introduzione rapida poi la parola agli ospiti.
Primo fra tutti il dottor Giuseppe Serravezza noto oncologo presidente della L.I.L.T. (Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori). Insieme a lui una serie di professionisti e di esperti il cui valore non poteva essere messo in dubbio.
L’ing. Antonio De GiorgiEnergy Manager, il dottor Rosario Lorenzo, specialista di malattie dell’apparato respiratorio, Padre Ettore, dell’Ordine dei Francescani, il cantautore, Nandu Popu dei Sud Sound System, il professor Giorgio Metafune della Facoltà di Scienze dell’Università del Salento, il Giudice Mario Fiorella, il professor Alessandro Calcagnile, Biologo Ambientale.

Ognuno di loro intervenne per quelle che erano le sue competenze, alle aride ed incisive cifre dell’ingegnere, facevano da contraltare le parole piene di passione del cantautore che invitava i cittadini a difendere la propria terra, alle precise cifre sul numero di ammalati di tumore, all’elenco delle sostanze velenose che si sarebbero sparse nell’ambiente, alle formule chimiche, seguivano le parole del frate francescano,  che spiegava che non erano dei buoni cristiani coloro che lasciavano che l’ambiente fosse violentato, perché come ci ha insegnato San Francesco la natura è sacra.

L’amico Paolo Toma, chiuse i lavori sottolineando  la vergognosa assenza di amministratori di maggioranza e di minoranza, che nonostante fossero stai invitati pubblicamente, evitarono di confrontarsi con gli esperti del settore, così come evitarono di  spiegare ai cittadini le motivazioni che li avrebbero spinti di li a poco ad approvare una centrale dannosa per la salute.

Consiglieri di maggioranza e opposizione non solo non parteciparono ma qualche consigliere di  opposizione  si preoccupò di  “allertare” il povero Don Gaetano  circa le ritorsioni che avrebbe potuto subire dall’amministrazione, per avermi permesso di tenere l’incontro nella canonica, il quale all’epoca non conoscendomi, preoccupatissimo venne a dirmi: ” caro Valerio ma non mi avevi detto che era per una riunione politica”. Lo rassicurai e gli chiesi di intervenire, mi disse che si sarebbe limitato ad assistere.

Ebbene qualche giorno dopo l’incontro, il Consiglio comunale di Cavallino approvò all’unanimità la costruzione della centrale a biomasse.
Ed è un miracolo se oggi non siamo affumicati da quell’impianto.

Da allora purtroppo non è cambiato molto se non la presenza sulla scena politica del M5 Stelle.
A Cavallino il movimento di Grillo ha avuto tante persone che lo ha votato ma nessuno si sta preoccupando di capire chi siano.

Se i 5 Stelle vogliono davvero contare contare su Cavallino, ma sopratutto vogliono vincere battaglie come quella sulla discarica devono chiedere ai cittadini di partecipare.

Perché non possono permettersi  il lusso né di essere ingenui nei confronti dei politici di mestiere,  né di aver paura di aprirsi alla società civile.

Altrimenti le parole dell’ingegnere Falco di invito ai cittadini a rendersi protagonisti finiscono per essere solo uno slogan.

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Category: Politica

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Comments (3)

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  1. Antonio ha detto:

    Interessante articolo.
    Due precisazioni:
    1) La portavoce del M5S al Senato che viene citata come Daniela Longo, è Daniela Donno. Il cognome esatto è Donno.
    2) E’ falso quanto afferma Lezzi del comitato sull’ammodernamento che evita controlli e permessi. Poiché l’ammodernamento comporta un ampliamento superiore a 100.000 mq per Legge bisogna richiedere tutte le autorizzazioni (AIA VAS …)

  2. Redazione ha detto:

    Ringraziamo il nostro lettore per la correzione, e ci scusiamo con l’interessata.
    Per quanto riguarda le affermazioni di Emanuele Lezzi, se lo riterrà, Leccecronaca.it sarà ben felice di dargli lo spazio necessario per spiegare il suo punto di vista.

  3. Antonio ha detto:

    Leggi e Decreti non sono punti di vista. C’è poco da spiegare!

    L’ampliamento in esame ricade nella fattispecie di “discariche di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000 m3 (operazioni di cui all’Allegato B, lettere D1 e D5, della Parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152): discariche di rifiuti speciali non pericolosi…”
    Coerentemente con quanto previsto dalla normativa nazionale, il progetto deve essere sottoposto a procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale di cui all’art. 19 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i..
    La discarica è classificata, ai sensi del D.Lgs. n. 36 del 13/01/2003, come discarica per rifiuti non pericolosi, pertanto la realizzazione e la gestione dell’ampliamento dovranno pertanto essere autorizzati ai sensi del D. Lgs. 36/2003 e dell’art. 208 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., autorizzazione questa che viene ricompresa e sostituita dall’AIA.

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