PIANO SILLETTI 2: COME SI SVENDE UNA TERRA. FRA ERADICAZIONI VOLONTARIE E RISARCIMENTI, QUALE DESTINO SCEGLIERANNO I SALENTINI PER LA PROPRIA TERRA?

| 9 Settembre 2015 | 0 Comments

di Eleonora Ciminiello______
Il Commissario Straordinario per l’emergenza Xylella Giuseppe Silletti aveva preannunciato da tempo la presentazione di un secondo piano, avente i medesimi obbiettivi del primo ma recante misure più incisive ed efficaci rispetto a quest’ultimo; ovviamente, come ogni buon generale ha tenuto debitamente celate le sue intenzioni, valutando gli umori, il peso della rabbia, e soprattutto le tasche dei salentini.

La nuova strategia, pur continuando ad avere come obbiettivo madre l’espianto degli ulivi, individuati come infetti con procedure non certificabili, pone nelle mani dei proprietari di uliveti una decisione che non peserà solo su di loro, e sul loro futuro, ma su quello dell’intera Puglia.

Secondo il nuovo Piano i proprietari di terreni in cui sono stati individuati “ulivi malati” possono, entro un limite di tempo stabilito dallo stesso piano, scegliere di auto-espiantare gli ulivi, ottenendo in cambio un compenso, pari ad una cifra ancora top secret. “Un minuto dopo l’estirpazione dell’ulivo con quel decreto in mano il proprietario del terreno potrà ottenere il giusto ristoro” ha detto il Commissario durante l’incontro tenutosi nel Palazzo Presidenziale di Lungomare Nazario Sauro.

In caso contrario, dovrà occuparsi dell’espianto lo stesso Commissario Straordinario Giuseppe Silletti, in virtù della carica e dell’incarico affidatogli dal Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina.

IMPASSIBILE ACCETTAZIONE O DIFESA DEL TERRITORIO? DESERTO O VITA?

Sono queste le domande che ciascun proprietario di terreno in cui sono stati individuati ulivi “infetti” dovrebbe porsi. Perché oggi, il destino di tutto il Salento è nelle loro mani.

Tagliare gli ulivi di propria sponte significa accettare la desertificazione e l’avvelenamento della propria terra, significa accettare di veder ammalare pian piano i propri cari, significa dover fuggire da un luogo inospitale per la vita umana. Tagliare gli ulivi per ricevere pochi spiccioli significa accettare di non aver più un futuro, e di distruggere anche il proprio passato, di rinunciare irrimediabilmente alle proprie radici, alla propria cultura, alla possibilità di andare nei campi a raccogliere gli stessi frutti che con solerzia ed amore raccoglievano i propri avi.

Tagliare gli ulivi senza combattere per difenderli significa negare ai propri figli ed ai propri nipoti i paesaggi in cui si è vissuti, negare loro la meraviglia e un senso d’appartenenza unico, che non riusciranno ad avere in nessun altro luogo. Tagliare gli ulivi significa essere vuoti, accettando di farlo per una “malattia” tuttora non accertata, per un batterio che se c’è potrebbe essere non patogeno come lo è per la vite.

Tagliare gli ulivi proprio ora che, come sostiene il Presidente della Regione Michele Emiliano, un gruppo di scienziati sta per presentare soluzioni alternative all’eradicazione, significa scegliere di non curare la propria terra, che una volta vuota sarà terra sterile, incapace di accogliere altri ulivi così come altre 130 specie, tutte inserite nella lista come possibili varietà attaccabili dal batterio.

Ciò che è necessario fare ora è RIFIUTARE di essere gli artefici di un delitto ai danni del proprio terreno, così come ai danni dell’ambiente e di tutti i salentini. RIFIUTARE significa scegliere di essere dalla parte del Salento e di volerlo custodire così com’è: una terra bellissima, in cui gli Ulivi sono i protagonisti, i padroni, i nostri avi.

Quando e se arriverà la comunicazione, ciascun proprietario dovrà pensare alla sua campagna: sentirne il profumo, ricordarne le zone d’ombra, ripassare le dita sui tronchi di quegli alberi che hanno fornito fino al giorno prima olio buono, riparo, vita.

E chiedersi: chi sono io per decretarne la morte?

Se i proprietari dicessero NO il Commissario Silletti sarebbe costretto a frenare un po’ la sua corsa e cambiare strategia. Una strategia, quella dell’espianto, ormai messa in dubbio sia dal mondo scientifico di tutta Italia, che dall’European Food Safety Authority (Autorità europea per la sicurezza Alimentare), l’unica Agenzia di riferimento della Commissione Europea. Dire di NO agevolerebbe a smorzare il Piano e a dare più tempo a chi è in procinto di mettere in campo una cura.

Le aree in cui sono previste le eradicazioni sono i terreni fra Oria e Torchiarolo, e la fascia che si estende per 20 km a sud della linea di confine che separa la provincia di Lecce da quella di Brindisi.

Oggi ciascun proprietario di ulivi è chiamato a stabilire la sorte economica, ambientale, culturale e sociale della bassa Puglia: BOIA O CUSTODE? Non solo degli ulivi ma del Salento interno.

 

 

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Category: Costume e società

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