OLIO MAROCCHINO E TUNISINO ‘SPACCIATO’ PER EXTRAVERGINE ITALIANO, UNA DECINA LE AZIENDE COINVOLTE, SEI GLI INDAGATI

| 3 Dicembre 2015 | 2 Comments

(Rdl)______Siamo alle solite: olio extravergine venduto come italiano, e invece ottenuto mediante miscelazione  di oli provenienti da Turchia, Marocco e Tunisia. La novità sta nel fatto che la nuova frode è stata scoperta con la tecnica innovativa del riconoscimento del Dna nell’ analisi molecolare.

Coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Bari, gli agenti della Forestale ha scoperto ben settemila litri ottenuti in questo modo., in tre aziende, fra Fasano, Grumo Appula e Monopoli, ma le aziende coinvolte sono almeno dieci, per un giro d’ affari di una decina di milioni di euro.

 

Sei persone, al momento, risultano indagate per una serie di reati______

L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo di tre giorni fa:

https://www.leccecronaca.it/index.php/2015/12/01/gli-italiani-consumano-sempre-meno-olio-extravergine-di-oliva/

 

 

 

Category: Cronaca

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Comments (2)

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  1. Coldiretti - tramite redazione ha detto:

    E’ necessario difendere dalle truffe il Made in Italy che quest’anno può contare su una produzione da record dal punto di vista qualitativo pari a circa 299 mila tonnellate in aumento rispetto ai risultati disastrosi dello scorso anno.
    Di fronte all’aggressione in atto nei confronti di un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea, bisogna stringere le maglie della legislazione con l’attuazione completa norme già varate con la legge salva olio, la n.9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata.
    E’ importante cogliere le opportunità che vengono dall’utilizzo delle nuove tecnologiche per combattere le frodi che allontanano i consumatori italiani e sporcano l’immagine del made in Italy sui mercati internazionali.

  2. Unaprol - tramite redazione ha detto:

    Mentre attendiamo lo sviluppo delle indagini in corso, ci preme sottolineare che il sequestro effettuato toglie sicuramente dal mercato partite di prodotto non italiano.
    Se fosse stato immesso in commercio in piena campagna di raccolta avrebbe turbato le contrattazioni del prodotto spingendo al ribasso i prezzi del vero extra vergine di oliva di qualità italiano. L’operazione avrebbe creato danno all’economia dei territori di produzione e danneggiato l’immagine del vero prodotto italiano sul quale la filiera ha raggiunto un interessante accordo interprofessionale. Questo accordo prevede che siano valorizzati, con il pagamento di un prezzo maggiore da parte dell’industria seria di questo Paese, gli oli extra vergine di oliva con caratteristiche e parametri qualitativi superiori.
    Questa indagine ci dice che c’è un’attenzione particolare verso il settore, ritenuto strategico per l’economia di questo Paese che, finalmente, incomincia a considerare questo tipo di attacchi al made in Italy un caso di sicurezza nazionale.

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