ASSEGNI DI FORMAZIONE PER SPECIALIZZANDI NON MEDICI

| 8 Gennaio 2016 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Bruxelles l’ eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini ci scrive______

Insieme ad altri tre portavoce europei del M5s ho presentato un’interrogazione alla competente commissione dell’ Unione Europea, ponendo due precisi quesiti: se la Commissione non ritiene che in Italia sia in atto una pratica discriminatoria nei confronti degli specializzandi “non-medici” sul loro diritto alla formazione, e se la Commissione intende implementare la legislazione comunitaria prevista dalle direttive 2005/36/Ce e 2013/55/Ue riconoscendo il diritto ad ottenere un trattamento retributivo a tutte le qualifiche professionali.

In assenza di delega del legislatore comunitario, in Italia il diritto ad un assegno di formazione è stato limitato esclusivamente agli specializzandi medici, creando così una violazione del principio di eguaglianza, sia formale, sia sostanziale. In tal modo lo specializzando “non-medico” non essendo tutelato da un contratto e non percependo retribuzione, ha enormi difficoltà a conciliare la propria specializzazione professionale con la necessità di avere un reddito per la propria sussistenza. In altri Stati europei, come ad esempio nel Regno Unito, in Francia e in Germania, è previsto, con differenti modalità, un salario per tutti gli specializzandi, sia medici che non medici.

Il possesso del titolo di specializzazione è indispensabile per la partecipazione ai concorsi per ricoprire ruoli dirigenziali nel servizio sanitario nazionale italiano, ma senza gli assegni di formazione anche per gli specializzandi “non-medici” questa possibilità viene preclusa.

 

 

 

 

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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