CAFE’ BAROCCO / UNA RISATA “AL CONO” CON UCCIO AND FRIENDS – video

| 10 Marzo 2016 | 2 Comments

di Annibale Gagliani______

“Noi abitiamo in una rosa rossa. Passavano treni in corsa alla periferia (un gomito sonoro) e tutto il resto era un fermento di cieli. Un meriggio d’inverno, col sole su un muro bianco, riconoscemmo la nostra amata calligrafia…”. Versi del poeta salentino Vittorio Bodini, tratti dalla lirica “Tanti anni”. Eh si, prima ci pensava la poesia a narrare una Puglia inesplorata e fortunatamente sofferta, ma adesso si fa largo il cinema, che miscela le arti del desiderato tacco.

9 marzo 2016, al leggendario Ariston di via Abruzzo in Taranto si alza il sipario su una nuova pellicola d’amor proprio pugliese: “Mi rifaccio il trullo”. Il film è il secondo genito del brillante comico bitettese doc Uccio De Santis, che bissa l’avventura nelle sale dopo il successo di “Non me lo dire” proposto nel 2012. La regia è stata curata da un Vito Cea “d’annata” (che ha convinto anche Marzullo), mentre la produzione ha il vessillo di Adriatica Film con l’apporto determinate della preziosissima Apulia Film Commission. Il cast è nutrito e variegato: immancabili i veterani dalle mille risate del Mudù, a cui si affiancano uno Stefano Masciarelli in buona forma, un Gianni Ciardo dalle infinite risorse e la nuova stellina della fiction italiana Lorena Cacciatore (un filino snob, ma sensuale e delicata).

La trama ruota attorno al furto bizzarro di un trullo avvenuto nel borgo di “Canneto” (paese immaginario, non cercatelo sulla cartina). I ladri hanno smontato ogni singolo mattone, nascondendoli come un bottino di lingotti d’oro da spedire magari in Germania o in America. Proprietaria dell’immobile è la madre di Michele (Uccio De Santis), muratore latin lover, che proprio non vuole saperne di prender moglie, nemmeno sotto i consigli veraci e affettuosi della sorella (Antonella Genga). Assieme al cognato (Umberto Sardella) Michele si mette alla ricerca del trullo perduto, poiché determinante per le finanze della sua famiglia, “conti sofferenti e in attesa di un colpo di grazia”. Cade come manna dal cielo una sedicente turista milanese intenzionata ad affittare la magica struttura della Valle d’Itria a un ottimo prezzo, da qui l’accelerazione del film: scorribande in ape tra poetici uliveti e un mare cristallino, che faranno da sfondo a teneri misundestanding di una donna in carriera della “Milano da bere” e un umile uomo del sud diviso tra focacce e imbiancature di esterni.

I due si innamoreranno? Ci sarà il solito happy end come nei film di Moccia o Genovese? E soprattutto chi avrà rubato sto benedetto trullo? Beh, ovviamente non ve lo posso dire, andate a farvi un bel po’ di risate davanti a quest’ora e mezza abbondante di paesaggi rustici e calorosi, caripi tra Ostuni, Cisternino, Alberobello e tanti altri piccoli frammenti dall’anima medievale. Tranquilli, non mancherà il sano sfottò tra sud e nord. Uccio De Santis, ospite a Cafè Barocco, ci ha confessato di aver sbagliato apposta la scena del bacio (non diciamo con chi) perché il momento era talmente suadente da essere ripetuto. In questi giorni il comico e i suoi compagni stanno attraversando lo stivale intero, portando la comicità pugliese (nutrita nell’incubatrice di Telenorba) in tutte le città più esigenti.

La pellicola sta andando molto bene e punta a superare gli incassi di “Non me lo dire”, consegnando un risultato che sarebbe notevole per cotali uomini d’ironia che hanno contratto ormai il dolce vizio del cinema. Abbiamo scambiato due chiacchiere anche con “gli storici” del Mudù, e il buon Umberto Sardella si è detto piacevolmente sorpreso da un Uccio sex simbol “quasi alla Leonardo Di Caprio”(diciamo che gli mancava la barbetta per l’occasione). Buona parte del cast ha intrattenuto a sorpresa sul palco del cinema Ariston una folla divertita e impaziente di gustare il film. Si sa, “ironico è colui che lo è non una volta al giorno, ma in ogni momento della sua vita” diceva l’odiato Socrate, e questi baldi giovanotti della comicità sud-est lo hanno dimostrato con gesti semplici e discreto savoir faire.

 

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Category: Costume e società, Cultura, Eventi

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Comments (2)

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  1. redazione ha detto:

    Grandissimi gli organizzatori dell’evento, Ariston di Taranto e Capannina Villa Peripato TOP!

  2. Chiara Ambruoso ha detto:

    Io non sono una fan di Uccio De Santis, ma sono andata a vedere il film perché me ne avevano parlato bene. Impressione molto positiva. Il film funziona indipendentemente dal fatto che sia interpretato in gran parte da attori (per me) poco noti, perché la storia è proprio carina e alcune gag e alcune situazioni comiche sono davvero godibili. Mi ha ricordato un pochino i film di Pieraccioni, ma con un taglio molto più concreto, asciutto. Molto pugliese insomma.

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