LA PRIMA GIORNATA DI TENSIONE. A MELENDUGNO FALLISCE IL PRIMO VERO TENTATIVO DI INIZIARE SUL SERIO I LAVORI DEL GASDOTTO. LA TAP ATTACCA, MA VIENE RESPINTA SUL TERRITORIO E SI RITIRA SENZA FARE NULLA

| 18 Aprile 2016 | 1 Comment

(g.p.)______Come ripetutamente annunciato, la costruzione dell’ approdo del gasdotto a San Foca dovrebbe cominciare con l’ espianto e messa a dimora degli ulivi delle campagne di Melendugno- che per ora rimangono impacchettati, in uno scenario lugubre – nella zona del così detto micro-tunnel, che poi non è affatto micro, tutt’altro, in preparazione dell’ avvio del cantiere vero e proprio.
Ma mancano le analisi fitosanitarie sugli ulivi, in quanto le procedure adottate finora non sono state accreditate, e stesso discorso vale per altre prescrizioni.

Questa mattina, un comunicato del ‘Comitato No Tap” ha invitato i lavoratori delle ditte subappaltatrici a “tutelarsi e non essere complici di questo malaffare” e a “non cadere nel ricatto occupazionale piaga di questo Sud, che già ha pagato caro come dimostrano le esperienze di Taranto, Brindisi e Gela”.

Insomma, sembrava una mattinata come le tante altre a base di comunicati, repliche, smentite, diffide e carte bollate e semplici.

Invece, per la prima volta, alle polemiche teoriche è seguita la tensione concreta. Per la prima volta, infatti, uomini e mezzi della Tap hanno cercato di cominciare per davvero, dopo tanti progetti e tanti proclami. Senza riuscirci.

Uomini e mezzi della Tap si sono presentati  questa mattina verso le 8 in località San Basilio, per iniziare le previste prove di carico del terreno, in vista del passaggio di mezzi pesanti delle ditte incaricate per le operazioni di espianto dei duecento trentuno ulivi presenti sul tracciato del progetto.

Ma le “sentinelle” del comitato ‘No Tap’ che presidiano giorno e notte l’ intera zona, dandosi il cambio in turni prestabiliti, hanno dato l’ allarme. In breve una dozzina di attivisti del comitato hanno chiesto conto ai tecnici e agli operai di quel che avrebbero voluto fare,

Sul posto sono arrivati i carabinieri, che hanno controllato i documenti degli uomini della Tap; e poi gli agenti della polizia municipale di Melendugno, allertati dal Comune per verificare il possesso di tutte le autorizzazioni necessarie a variare lo stato dei luoghi, che risultano non essere state assolte.

A questo riguardo, ai responsabili della Tap gli agenti hanno consegnato una diffida a non avviare i lavori finalizzati all’apertura del cantiere.

E a questo punto tecnici e operai hanno ricaricato tutto e, come erano venuti, così se ne sono andati via, senza fare praticamente nulla.

 

Category: Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. Comitato No Tap - tramite redazione ha detto:

    Ci teniamo a chiarire che la “fase 0”,ovvero l’espianto degli ulivi,non è inizio lavori che invece si ha con la fase 1b,cioè a l’inizio costruzione micro-tunnel.

    Questa mattina senza aver ottemperato neanche a gli obblighi della “fase 0”,le ditte che lavorano per conto di TAP si sono presentate con mezzi atti al movimento terra.

    Attualmente non c’è nessun permesso per variare lo stato dei luoghi.

    La ronda delle 7.30 verificata la situazione ha allertato gli uffici competenti e i vigili urbani oltre a gli altri attivisti.

    Non c’è stato nessuna tensione,il Comitato e i simpatizzanti esprimono massimo rispetto per gli operai che subiscono il ricatto occupazionale.

    A ogni buon conto ricordiamo che per la prescrizione A11 appaltatori e subappaltatori sono responsabili della corretta attuazione delle prescrizioni.

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