INDIMENTICABILE/ LA CINA VINCE LA MEDAGLIA PIU’ BELLA, QUELLA DELL’ AMORE! UNA FAVOLA ANTICHISSIMA, CON DIRETTA STREAMING IN MONDOVISIONE

| 15 Agosto 2016 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Siamo abituati a guardare alle Olimpiadi non solamente per l’ aspetto agonistico delle gare, ma pure per i significati e i significanti che vengono da tutto quello che ruota intono ai campi di gara, per cercare di capire che cosa cambia, nel bene, nel male, nella nostra identità di contemporanei, che cosa succede per la nostra partecipazione, troppo spesso da sudditi, vorremmo molto di più da cittadini, al villaggio globale.

Ieri da Rio De Janeiro è andato in scena un fuori programma addirittura commovente, perché autentico, spontaneo.

La tuffatrice cinese He Ze, 25 anni, aveva appena finito la sua gara dal trampolino, con un buon secondo posto, medaglia d’ argento, e si avviava a bordo vasca alla cerimonia di premiazione, quando, di fronte a qualche miliardo di persone, in diretta straeming mondovisione, è successo qualcosa di troppo romntico, di troppo bello, perché il troppo bello esiste, basta crederci.

Una favola antica, ridiventata all’ improvviso attuale, e più potente ancora di ogni passato, con i nuovi mezzi tecnologici proiettati al futuro.

Le si è avvicinato un componente dello staff, Qin Kai, 30 anni, a suo volta ex campione olimpico.

Presumibilmente le faceva il filo da tempo, senza però nulla di certo, nulla di stabilito; presumibilmente, stavano già insieme, anche da tempo, ma così, senza impegno, fra una gara e l’ altra.

Quando l’ amore chiama, però, è tempo di darsi una mossa; l’ amore che certezza non dà, certezze spinge ineluttabilmente a chiedere.

Ti devo parlare un attimo...”, le ha detto, catturando subito l’ attenzione delle telecamere, che si sono concentrate sui due, in piedi, uno di fronte all’ altro. Un attimo per modo di dire, perché Qin più parlava, più aveva voglia di aggiungere altro; e più aggiungeva parole, più il suo volto si tirava, e quello di lei si scioglieva.

Una proposta di matrimonio, con qualche miliardo di testimoni, sparsi su tutta la terra, scusate se è poco.

Un discorso impegnativo, quel discorso a due, con un piglio fiero e solenne, del pronunciante, e una sorpresa commossa e commovente, ma silente, della destinataria.

Chissà che cosa le avrà detto, di preciso, in quei secondi lunghi come ore.

Di sicuro, non lo sappiamo. Ma le parole dell’ amore, quelle sono, sempre nuove, quando inventano un miracolo che si rinnova, ogni volta diverso, ogni volta più forte, e struggente.

Le ha detto le parole che Franz Kafka scrisse a Milena: “Per qualche motivo che ignoro mi piaci moltissimo. Molto, niente di irragionevole, direi quel poco che basta a far si che di notte, da solo, mi svegli e non riuscendo a riaddormentarmi, inizi a sognarti”.

Quelle di lui a lei della scena finale di “Harry ti presento Sally”: “Adoro la piccola ruga che ti si forma sul naso quando mi guardi come se fossi matto. Adoro il fatto che dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei vestiti. E adoro il fatto che tu sia l’ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la notte. Non è che mi senta solo…Sono venuto qui ‘stasera perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile”.

Tutto in versione cinese, ovviamente.

Ma non bastava,  il più bello doveva ancora venire.

 

Qin si è inginocchiato di fronte a He, ha tirato fuori dalla tasca una scatoletta e l’ ha aperta.

C’ era un anello. Un diamante per un sì.

Alla faccia delle ideologie, vere o presunte, e delle condanne dei comportamenti piccolo-borghesi, la favola tradizionale dell’ anello che si rinnova, e che è pegno di qull’ eternità che sempre promette l’ amore, quando arriva, anche se poi, in seguito, spesso, purtroppo se ne dimentica.

E le ha dato il pegno, continuando a parlarle.

He in quei momenti portava su di sé mai come nessuna prima l’ altra metà del cielo.

L’ ha portata con compostezza, con responsabilità, in modernità solenne.

Ha cominciato a piangere, e piangeva piangeva, mente lui parlava, parlava.

Fino alla domanda fatidica, rimasta sospesa nell’ aria, nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto: “Mi vuoi sposare?”.

Quei secondi, una breve eternità.

Qualche miliardo di persone ai quattro angoli della Terra col fiato sospeso, in attesa della risposta.

He, ha continuato a stare zitta.

Nemmeno una parola, ha detto, in tutti quegli interminabili minuti.

Però, prima appena appena, poi sempre più convinta, fra le lacrime, ha fatto cenno di sì col capo.

E vai…Ma vieni! Sìììì!

Sospiro di sollievo in tutto il mondo, esaltazione, e lacrime finalmente di gioia multi planetaria, all’ abbraccio liberatorio fra i due, un semplice abbraccio, in piedi una di fronte all’ altro, insieme, due vite diventate una sola.

Bellissimo anche il finale, così tipicamente femminile, con He circondata dalle sue amiche-nemiche, coetanee-rivali. Un altro barlume di umanità. Ma quali mostri, quali creature agonistiche, quali coefficienti di difficoltà, quali trampolini e quali punteggi. L’ hanno abbracciata, tutte quante e le si sono strette intorno, e poi “Dai, facci vedere l’ anello!”, le han detto, così, semplicemente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Sport

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