TURBINI DI ARDENTE PASSIONE SULL’AZZURRO IMMENSO DI APANI (ANIMA PURA DI BRINDISI)

| 23 Agosto 2016 | 0 Comments

 

di Annibale Gagliani______

Una riserva naturale tanto fragile quanto poetica, un manto di velluto azzurro che infonde accordi di armonia impareggiabile tra i sensi sbalorditi…

Siamo ad Apani, tra le vibrazioni più pure di una Brindisi dilaniata da migliaia di tetri problemi. Qui può esplodere sensibilmente un amore felliniano o perchè no d’annunziano, un pò come quello che vivono i due incoscienti protagonisti di questo fugace scatto, intenti ad afferrarsi nel volo soave che frega il tempo.

Dopo Paolo e Francesca nell’inferno dantesco, prima che lo spazio ancestrale inghiottisca la terra, loro si fanno osservare e venerare da una festa di onde cristalline che abbracciano vigorosamente il cielo pomeridiano da sempre foriero di necessari dispiaceri. Eppure la luna bisbigliava al sole parole di cieco amore, eppure due cocenti labbra si scambiavano respiri d’immenso.

E decisero di vivere in quella landa inarrivabile per sempre, era la loro casa il mare, come quella tanto amata dall’italico poeta Eugenio Montale:

Casa sul mare 

ll viaggio finisce qui:

nelle cure meschine che dividono
l’anima che non sa più dare un grido.
Ora I minuti sono eguali e fissi
come I giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d’acqua che rimbomba.
Un altro, altr’acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l’isole dell’aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l’avara mia speranza.
A’ nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l’offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m’ode
salpa già forse per l’eterno.

Category: Costume e società, Cultura

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