Comunque Vada…/ UN PARRUCCHIERE IN FAMIGLIA / (FINALMENTE! DOPO TANTE SETTIMANE DI ATTESA, ANDIAMO ANCHE NOI, CON GLI SCOGLIAMIGLIO AL COMPLETO, A CONOSCERE CHI E’ LA FIDANZATA DEL NIPOTE)

| 13 Novembre 2016 | 1 Comment

di Elena Vada______

Don Antonio Scognamiglio: “Presto… è ancora presto, per il dopo cena. Marì mi hai fatto cenare per le 18,30, neanche all’ospedale fanno accussì.. e poi sembrava proprio di stare rint all’ Ospital: una minestrina fatta col dado, due zucchine bollite, un pezzo di formaggio e meno male che c ‘era la frutta. Non sono malato, io, non ho fatto indigestione, l’unica cosa che mi sta sullo stomaco sei tu, e da oggi che stai strana, neanche dovessi andare in udienza dal PAPA, che poi quello è comunista, te lo dico io!”

Antò, non bestemmiare, quello è un SANT”UOMO, che ci tiene alla gente! Prega, Prega, Prega, che magari ci fa la GRAZIA”

– “Che Grazia ci deve fare? Spiegati meglio Marì!? Abbiamo qualcuno ammalato che non me l’hai detto, tua figlia è incinta? Tuo Figlio è scappato di casa?”

– “Maronn e quant’ si tragico Antonio mio, ho solo rotto la bottiglia dell’olio-!!

– Ecco Fatto” e mo’ fai tutti gli scongiuri così ti stai nu poc’ chet” -Marì, non poteva più stare nella pelle, era ansiosa per l’incontro con il nipote Vincenzo. Aveva torchiato per bene, i due ragazzi, che non avevano fatto trapelare niente, per rispetto al cugino. Ma , a Marì, una settimana, era bastata per capire “tutto” o quasi. Del resto nella vita, si dice, che 2+2 fa sempre 4!

”Stasera fa fridd, piglia a pelliccia e vison pemmè, e pettè o cappotto di Caschimiro e la sciarpa bianga.”

– “Ma il giubbotto mi tiene chiù caver (caldo)”, dice timidamente Antonio

-” FAI QUELLO CHE T’HO DETTO!” Il tono di voce di Marì è autoritario e severo e aumenta lo stato d’ansia che si percepisce per la casa, ovunque.

”Tira fuori a maccna, non la tua, quella di Alessandro, che nu’ poc chiù meglio! Dobbiamo ancora comprare i dolci, vogliamo subito farci riconoscere…..eh,eh, eh! Non ho sapit ca i piemuntes magnan priest, pecché se sosan priest!!!” (Non sapete che i piemontesi cenano presto, perché si alzano presto la mattina?”

– ”….eh vui che facit accussì vestut, addò ite… ma guard nu’ poco sembran dui muort e famm… Iatav a cagnà, subit, ampress, ampress” (e voi due (i figli) cosa fate così vestiti!, che sembrate due morti di fame! Andatevi a cambiare in fretta).

Ma niente da fare. Mettono i loro piumini preferiti (di gran marca) ed escono tutti insieme di casa, mentre Marì, recita la solita cantilena:”Avete chiuso il gas, messo il cane fuori, spento la luce nello stanzino delle scarpe? Ritirato in frigo il formaggio, messo il pane nel sacchetto, che poi si fa secco? Tirata giù la tapparella della cucina. Chiuso l’acqua del rubinetto che perde in bagno? (ne’ Antò, quando l’aggiusti?)” – Antò: “Uè Marì, quann hai firnut e scassà e pall? Mo’ hai rotto proprio i…… e Maronn ma ch’agg fatt ii e malamente?”. Fermata dal pasticcere, scende Antonio, che è più parsimonioso. Finalmente arrivano a casa del nipote Vincenzo.

Lo stabile è elegante, come la zona di Torino. Sono un po’ intimiditi.

Dal citofono:”Salite, salite, vi aspettiamo, terzo piano a destra”

L’alloggio è elegante e grande. Vincenzo li fa accomodare. Porta i paletot nella cabina armadi. Intanto la zia apre il pacchetto del pasticcere, e lo zio la bottiglia di limoncello fatto in casa.

Tutti chiedono, in coro:”Dov’è la fidanzata, l’hai nascosta?”

– Vincenzo risponde… è un po’ agitata, è la prima volta che vi vede, è in cucina che prepara il caffè….. Virginì?, Virginì? Vieni che ci sono gli zii e i cugini. (i due si davano gomitatitine).

 

Ecco apparire sulla soglia della sala, uno splendido ragazzo biondo, in jeans e maglietta. I cappelli raccolti sulla nuca, per darsi un’aria ordinata maggiore. Anni sulla trentina

 

La zia Marì, si alza dalla poltrona, e con molta signorilità, l’abbraccia dicendo “Ben venuta nella nostra famiglia, quello è zio Antonio che ci mette sempre un po’ a……… capacitarsi e i cugini, di sicuro li conoscete?!”

Appena nominati i cugini, abbracci, baci, salti, balli e richieste a valanga…. “Hai comprato questo? Ma, Va! Hai preso…. Uaiuei… facci vedere…anche un Apple nuovo, ti tratti bene eh?!. Che bel giubbotto di renna, domenica mi fai fare un giro” – dice Ale, …. Fammi provare i nuovi trucchi e il profumo…. Dice Giusy. Finita l’eccitazione dell’ incontro, dopo tempo che non s’incontravano, si siedono tutti a godersi il caffè.

Zia Marì dice:” Veramente buono, aaaaaaah è una miscela che vi fate preparare. Proprio eccezionale! Ma assaggiate queste pastarelle, le abbiamo prese dal migliore pasticcere di Torino per le sfogliatelle napoletane, sentite come buona la ricotta e com’è friabile la sfoglia, pure la frolla è deliziosa. Ma voi che fate di bello nella vita?” Chiede Marì – “VOI CHI?” chiede Virginì. Vincenzo spiega che nel loro dialetto si usa ancora un pronome personale che è il VOI, che però in italiano corrente è stato sostituito per gli estranei con il “LEI” e, per amici, conoscenti e parenti con il “TU”.

Virginì, spiega che ha aperto un salone di bellezza in società con Vincenzo, proprio in centro a Torino… e ha già molta clientela mandata anche dalla RAI. Racconta che a tutti piace la sua cadenza francese, che le dà molto tono,allure e fa tanto chic! Vincenzo, fa la faccia un po’ seria… certo che lui è geloso, da buon meridionale!

“EH, NO, – replica Vincenzo – io sono Torinese! Lo zio Antonio che, fino a quel momento era rimasto silenzioso, commenta sottovoce, :”Nu’ turines ricchiun, eeeeehhhh che bell’acquisto ch’ avimm fatt !!! se nasceva abbasc,…..co’ cazz che addiventav ricchiun!!, a nui ce fann verè solo a pucchiacchia (traducetela come volete, ma è sempre LEI, anche se la chiamate “farfallina”)… e quella ce piac a nui, meridionali, non fosse stato per Giuseppe Garibaldi!

Tutta la frase, detta completamente, in dialetto, non venne (PER FORTUNA) per niente compresa dal Francesino/a.

La serata fu davvero deliziosa, zia Marì parlava delle telenovelas, di Maria De Filippi, dei femminicidi, degli emigranti (a parte i presenti, regolarissini), insegnava ricette, indicava dove risparmiare sulla frutta, non si era mai trovata così bene a chiacchierare. Ricevette anche un invito a rimettersi in ordine, nel salone di Virginì, ed era al settimo cielo!

Alla fine Vincent (chiamiamolo così, almeno una volta) aprì una meravigliosa bottiglia di champagne Moet Chandon…. E tutti brindarono felici e un po’ brilli.

Zio Antonio rifiutò, categoricamente, quella bevanda francese, poteva essere contaminato!

MA VATTENNE PAPA’!

Erano le 23,00, si rimisero i loro indumenti, per tornar a casa: zia Marì, (un po’ ciuca -ubriaca-) continuava a commentare il quadro, la poltrona, il vaso di cristallo, le maioliche del bagno, la cucina svedese… e continuava a promettere che sarebbe tornata volentieri!

Bella serata, bella serata davvero! Al volante si mise Alessandro, mentre il padre, seduto accanto… Cominciò le litanie (sottovoce, per fortuna): teng un ricchiun in famiglia, ai tempi del Duce… eh volevo vedere… con chell culill e l’at (Virginì) che schifezza… BRRRR, PUHA! Mi viene da vomitare.. e si baciano pure davanti a tutti. Cose da galera, da confino… andranno pur a letto insieme, possibile? OHi’ MARI’, quello in casa nostra non ci deve entrare! Che si prende anche troppa confidenza con Ale…. OHi’ MARI’ e in quel posto di perversione tu non ci devi andare né domani né MAI, che vieni contaminata pure tu…… don Antonio non la finiva più di borbottare, mezzo in dialetto, mezzo a parolacce e per il resto “NO COMMENT”

Ancora qualche mormorio di preghiera, poi spenta la luce.

Finalmente il silenzio notturno, ristoratore.

Gli Scognamiglio possono riposare… e pure noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Camillo ragusa ha detto:

    Brava e comica

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