ADDIO A ZAIRA PALUMBO

| 19 Maggio 2017 | 2 Comments

(g.m.)______Dopo poco più di quaranta giorni di coma, è morta questa mattina Zaira Palumbo, 42 anni, di Lecce, investita il 7 aprile da un’ auto al quartiere Stadio, mentre era sulle strisce pedonali con il suo bambino di 11 anni, che accompagnava a scuola. Mentre il piccolo non riportò conseguenze serie dall’ impatto, da cui lo protesse il corpo della madre,  lei entrò subito in coma, e non si è più ripresa. Due settimane fa, era stata trasferita dal reparto di rianimazione del ‘Vito Fazzi’, alla clinica ‘Villa Verde’ (nella foto), dove questa mattina il suo cuore ha ceduto.

Sono ancora tutte da accertare le cause e le eventuali responsabilità del tragico incidente stradale.

La conducente dell’auto, una donna di 35 anni, fermatasi subito a soccorrere le due vittime, era stata subito sottoposta ai test alcolemico e anti droga, entrambi risultati negativi.

E’ in corso un’ indagine della Polizia Municipale.

 

Category: Cronaca

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  1. Lecce Bene Comune - tramite redazione ha detto:

    Lecce Bene Comune si unisce al dolore dei familiari di Zaira Palumbo, deceduta oggi a seguito dell’incidente del 7 aprile, quando venne travolta sulle strisce pedonali per salvare la vita a suo figlio, mentre lo accompagnava a scuola.
    Una tragedia, avvenuta a pochi passi dalla nostra sede, che ci ha scosso profondamente.
    Una tragedia dinnanzi alla quale la comunità non può rimanere indifferente.

    L’urlo di dolore impetuoso che ne scaturisce non può essere represso. Avvertiamo forte il bisogno di lanciare l’allarme su una città in cui, quotidianamente, il pedone, così come il ciclista, rischia la vita.
    Tra marciapiede e manti stradali sconnessi, passaggi pedonali irregolari e mai adeguatamente tutelati, piste ciclabili che quando presenti sono monche o scollegate, segnalazioni semaforiche inesistenti proprio sulle vie in cui più ce ne sarebbe bisogno o in prossimità delle scuole, come nel caso specifico.

    Lecce non è una città per pedoni e per ciclisti, e questo è inaccettabile. Non si può morire in questo modo in una realtà che vuole considerarsi civile.

  2. Un figlio ha detto:

    C’è un posto nel mondo
    dove il cuore batte forte,
    dove rimani senza fiato,
    per quanta emozione provi,
    dove il tempo si ferma
    e non hai più l’età;
    quel posto è tra le tue braccia
    in cui non invecchia il cuore,
    mentre la mente non smette mai di sognare…
    Da lì fuggir non potrò
    poiché la fantasia d’incanto
    risente il nostro calore e no…
    non permetterò mai
    ch’io possa rinunciar a chi
    d’amor mi sa far volar.

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