DIARIO DEL GIORNO PRIMA / IL TAM TAM DI ANNIBALE

| 23 Maggio 2017 | 0 Comments

ITALIA______

PALERMO – I riconoscimenti internazionali e nazionali ricevuti da Giovanni Falcone “ci fanno capire” come il magistrato ucciso dalla mafia venticinque anni fa “rappresenti un punto di riferimento per la legalità in Italia e all’estero”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al Csm, riunito in seduta straordinaria per ricordare la figura di Giovanni Falcone. Mattarella, per Falcone non era invincibile Giovanni Falcone diceva “che la mafia non è affatto invincibile” ma che era “un fenomeno terribilmente serio e grave che si può vincere non pretendendo l’eroismo dei cittadini ma impegnando tutte le forze migliori della societa’”. Per il capo dello Stato il modo migliore per rinnovare la memoria e ricordare tutta l’importanza della lotta alla mafia sta nel riprendere “lo spirito e i criteri dell’impegno di Falcone”. “Come interprete e capofila di queste energie migliori lui ha svolto con coraggio e determinazione la sua opera, poiché era convinto che perché una società vada bene basta che ognuno faccia il suo dovere. Per questo motivo ha affrontato pericoli di cui conosceva la gravità, per riaffermare la dignità del suo ruolo di magistrato”.

ITALIA______

PALERMO – Si segue la pista mafiosa per fare luce sull’omicidio di Giuseppe Dainotti, 67 anni, freddato a colpi d’arma da fuoco in via D’Ossuna, nel quartiere Zisa, a Palermo. Anche se gli investigatori al momento non escludono altre ipotesi. Sul posto stanno operando gli agenti della Polizia di Stato, personale della Scientifica e unità cinofile. Fatale sarebbe stato un colpo alla nuca. Un’esecuzione, alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. L’uomo, ritenuto un esponente di spicco del mandamento Porta Nuova, con numerosi precedenti penali e per mafia, era stato scarcerato nel 2014.

 

MONDO______

TEL AVIV – “Nel mio viaggio in questi giorni ho trovato nuove ragioni di speranza”. Donald Trump parla all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. L’Air Force One è atterrato da poco, giunto con un volo diretto da Riad, prima tappa del viaggio all’estero del presidente Usa. “Abbiamo un’opportunità rara di portare stabilità e pace nella regione” dice, “Sono venuto per ribadire il legame che non può essere spezzato tra Stati Uniti e Israele”. Ad ascoltarlo ci sono tutte le alte cariche dello Stato: il premier Netanyahu, il presidente Rivlin, l’intero governo e qualche deputato. Oren Hazan, esponente del Likud (il partito di destra di cui Netanyahu è leader) non resiste e rompe lo stretto protocollo. Riesce a bloccare il tycoon, lo prende sottobraccio, e scatta un selfie.

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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