CHI C’ ERA (E CHI NON C’ ERA), COSA HANNO DETTO, COME E’ STATA LA MANIFESTAZIONE DEL COMITATO NO TAP CHE HA PORTATO FRA LE STRADE DI LECCE CITTA’ LA PROTESTA CONTRO IL ‘MAFIODOTTO’ DELLA TAP

| 3 Giugno 2017 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

Piove, non piove; moi scareca, sta scampa. Alla fine, non piove. Gianluca Maggiore, del Comitato No Tap organizzatore, che già si lamentava sui social della nuvoletta di Fantozzi, e temeva per gli striscioni stesi sull’ asfalto, come la casalinga frustrata che ha appena finito di stendere il bucato, può andare a prendere il camioncino scoperto, e provare l’ amplificazione.

Alle 15, ora fissata per il  concentramento (nella foto), al piazzale della stazione, sono ancora in pochi: stendono gli striscioni, provano gli strumenti, ma lo fanno senza il temuto temporale, all’ asciutto, anzi poi col sole che ce l’ ha fatta a prevalere sulla pioggia, e inonda tutto e tutti di caldo afoso. I selfie, le telefonate, una sigaretta, le pacche sulle spalle, quattro chiacchiere con gli amici.

Gruppetti, man mano che passano i minuti, ma ne passeranno molti, che aumentano.

Quando il corteo parte, sono le 16.30 e ci sono circa cinquecento persone, che si muovono per due ore e mezzo, per viale Oronzo Quarta, via Duca degli Abruzzi (nella foto), viale Otranto, viale Felice Cavallotti, via Costa, costeggiando la Villa, e da là in piazza Sant’ Oronzo, dove si arriva alle 19.00, dietro ad un carretto scoperto, in testa.

Due ore e mezzo, per qualche centinaia di metri, perché si procede a rilento, stop and go, con gli oratori che si succedono al microfono, decine di brevi interventi. Può farlo chi vuole, ma sono soprattutto gli attivisti del Comitato No Tap organizzatore a prendere la parola, per ribadire, nella fattispecie anche qualche volta a urlare, le ragioni della protesta contro un’ opera “inutile, dannosa e mafiosa”.

Un paio, un po’ sopra le righe, inutilmente polemici, almeno nella circostanza, vecchie ruggini delle settimane scorse, appena qualche accenno, passato via subito senza traccia.

Gli altri, tutti di sostanza, a sottolineare il significato politico della protesta No Tap che arriva a Lecce città, ed è solo l’ inizio, ma soprattutto ad elencare ancora, a spiegare, a cercare di far capire, nei fatti, come il gasdotto sia appunto un’ opera “inutile, dannosa e mafiosa” con esempi concreti.

Particolarmente toccante, quello di un ragazzo tornato nel suo Salento natio, per la mamma appena morta di tumore, che con soffocata commozione, e tanta dolce rabbia, si è scagliato contro chi devasta il territorio.

Dietro, una festa. Nonostante la drammaticità della situazione, malgrado la carica di passione estrema che sempre la passione politica accende, una festa colorata, musicale, tranquilla e gioiosa. Tutti in fila, poderosi, un serpentone colorato, dietro le scritte, e i cartelli, i pupazzi, la musica e gli slogan, le ragazze che ballano, alcuni bambini con i genitori. Sì, più di cinquecento, senza il solito balletto di cifre clamorosamente discordanti, che in casi del genere si alza sempre fra il dato degli organizzatori, e quello della Questura, li ho contati io, ad occhio, ma  con sufficiente approssimazione.

A proposito di Questura, un servizio d’ ordine imponente, ma discreto: decine di agenti davanti e dietro al corteo, i Carabinieri ai lati, sulle strade di accesso al percorso, la Polizia Municipale con un piano di blocco traffico anch’ esso ‘stop and go’ risultato efficace. Del resto, tutto è filato via liscio senza il minimo incidente, senza momenti di tensione, e senza disagi per i Leccesi.

A proposito di balletti, e di musica. Se fosse X Factor, Amici, o Compagni, fate voi, il Movimento No Tap avrebbe già il suo motivo vincitore, la sua canzone assoluta dominatrice, il suo inno multigenerazionale. E’ una specie di tormentone, più da curva nord calcistica, che da rap salentino alla Sud Sound System, a dire la verità, ma tant’ è, è un ritornello che fa esultare, e che già al primo ascolto ti entra nelle orecchie e non ti lascia più, figurarsi dopo due ore di cori e ‘sparate’ dagli amplificatori del carretto, e che fa così: “Grida forte Melendugno / che paura non ne ha/ sulle barricate sventola / la bandiera dei NO TAP”. La seconda volta si può sostituire “il Salento” a “Melendugno”, variante consigliata, tanto per cambiare, e poi si ripete a piacimento, un vero e proprio tormentone.

C’ erano i rappresentanti di comitati e associazioni dal Salento e da molte parti d’ Italia, del resto il salto di qualità che preme ora al comitato No Tap, mi pare di aver capito, è di allargare la protesta, di collegarla al resto d’ Italia e d’ Europa, sia rivolgendosi ai turisti che a milioni saranno qui nel Salento, nelle prossime settimane,  e anzi già ci sono, sia collegandola ad altre tematiche, specie quelle ambientali di valenza generale.

C’ era il dottor Giuseppe Serravezza. Mi è sembrato in buona forma, arriva più battagliero che mai, anzi, con pure maggiore incisività di giudizio, e maggiore profondità di analisi. A leccecronaca.it ha definito “follia totale” prevedere opere come questa, come le discariche, ed ha allargato il discorso ad un nuovo modello di sviluppo, da intraprendere subito e perseguire al più presto, per salvare salute e territorio, un nuovo modello di sviluppo, deciso in prima persona dalle persone, e non imposto dalla politica asservita agli interessi dei lobbisti e dei potere finanziario mafioso, ha detto proprio così, scusate se è poco, non metto le virgolette, perché nel casino del corteo non ho trascritto bene le singole parole, ma il concetto di sicuro era questo, preciso, ed ha poi aggiunto: “Basta con questa politica! Il mondo sta andando da un’ altra parte, adesso è l’ ora della lotta al sistema corrotto“.

C’ erano tre sindaci con la fascia tricolore, Marco Potì di Melendugno, Fabio Tarantino di Martano e Luca De Carlo di Vernole.

C’ era il candidato a sindaco di Lecce del Movimento Cinque Stelle Fabio Valente, che ieri aveva promesso che “se vinciamo noi la Tap non si fa più”, e che oggi reggeva uno striscione con una decina di attivisti, presenze del resto ‘storiche’ nelle battaglie contro il gasdotto Tap, così come quelle degli attivisti e del candidato a sindaco di Lecce Bene Comune Luca Ruberti, che a leccecronaca.it ha allargato il discorso sui guasti del sistema capitalistico e sulle oligarchie di potere economico-finanziario, prima di sottolineare come importante sia il ruolo del futuro sindaco di Lecce, visto che il sistema di collegamento del gasdotto Tap passerà, come è noto, dal territorio comunale della città capoluogo.

A proposito, non c’ erano, e quindi non hanno detto niente a nessuno, però con la loro assenza hanno lo stesso fatto capire e anzi  spiegato tante cose che ognuno può facilmente capire da sé, né Mauro Giliberti, né Carlo Salvemini, ne Alessandro Delli Noci.

C’ era l’ europarlamentare de ‘L’ altra Europa’, Sinistra Unitaria Europea, Eleonora Forenza, che a leccecronaca.it ha ricordato le battaglie popolari contro il ‘mafiodotto’, e le grandi opere così dette ‘strategiche’, fatte senza il consenso popolare, e anzi a danno dei territori e degli abitanti..

Così, per due ore e mezzo. Poco prima delle 19.00, poco prima dell’ arrivo in piazza Sant’  Oronzo, su via Trinchese, angolo Politeama, un fuori programma: una trentina di mamme, molte con i loro bambini, che avevano concluso un’ altra manifestazione per conto loro, contro i vaccini obbligatori, si uniscono al corteo, proprio alla conclusione, prima dei comizietti finali, e un pacifico, come tutto il resto, colorato, musicale, e social network di informazione e di condivisione, scioglimento della manifestazione.

E vai, da ‘stasera bisogna aggiungere un’ altra variante, al tormentone: “Grida forte pure Lecce…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.