TRIVELLA CONTINUA. IL GOVERNO GENTILONI PEGGIO DI QUELLO DI RENZI. IL MINISTRO CARLO CALENDA, SEMPRE LUI, AUTORIZZA UN’ ALTRA MULTINAZIONALE A SCONVOLGERE I NOSTRI MARI, IN NOME DEL PROFITTO DI POCHI, E IN SPREGIO DELLA VOLONTA’ POPOLARE, DEI PARTITI E MOVIMENTI E DELLE ISTITUZIONI SALENTINE

| 4 Settembre 2017 | 3 Comments

(e.l.)______A tredici miglia dalla costa, al largo di Santa Maria di Leuca, in una vasta area marina, inizieranno a breve le trivellazioni in cerca di petrolio, per conto della Global Med, di Littleton, Colorado, USA, domiciliata in Italia presso lo studio legale Turco, viale Gioacchino Rossini 9, Roma, già titolare di altri due permessi di ricerca.  A colpi di airgun, i micidiali cannoni ad aria compressa che sconvolgono l’ ecosistema (nella foto, la moria di delfini e tartarughe sulle spiagge salentine della provincia di Taranto di dieci mesi fa).

La notizia è che venerdì scorso il Ministero per lo Sviluppo Economico di Carlo Calenda ha dato il via libera, cioè l’ autorizzazione, alla domanda presentata dalla multinazionale petrolifera, e anzi un’ altra, per un’ aria attigua, si appresta a dare.

Tutto questo, nonostante nei giorni, nei mesi e anzi negli anni scorsi ci fossero state proteste partecipate di cittadini.

Nonostante le stesse istituzioni salentine e pugliesi – Comuni, Provincia, regione – avessero manifestato a più riprese una netta contrarietà.

Tutto questo, nonostante la Puglia sia già praticamente circondata da trivelle:

https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/10/18/via-si-via-libera-alla-multinazionale-australiana-del-nostro-ministero-dell-ambiente-per-fare-ricerche-di-idrocarburi-davanti-alle-coste-pugliesi-presto-altre-trivelle-di-matteo-renzi-in/

https://www.leccecronaca.it/index.php/2016/10/19/autorizzazione-continua-via-libera-anche-ai-cannoni-nello-jonio-in-un-area-marina-molto-estesa-i-comuni-della-provincia-di-lecce-coinvolti-sono-galatone-ugento-racale-sanniola-castrign/

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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Comments (3)

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  1. Paolo Pagliaro, Forza Italia - tramite mail ha detto:

    Siamo alle solite pantomime di un Governo che non rispetta la nostra terra. Torna l’incubo trivelle per il nostro mare.
    È inammissibile. Abbiamo manifestato, al referendum come Forza Italia, votammo contro al deturpamento dei nostri mari.
    Il Dicastero per l’Ambiente, con il supporto del Ministero per i beni culturali, ha dato il permesso alla statunitense Global Med di esaminare circa 750 chilometri quadrati a 13 miglia della costa del Capo di Leuca, per capire se c’è la materia prima da prelevare . A nulla è valsa l’opposizione del Governo regionale e questo perché conta meno di nulla e non sa incidere.
    Questo è il risultato delle politiche renziane e dei suoi compagni di partito che vogliono mercificare la nostra terra.
    E non finisce qui perché si tratterebbe soltanto del primo progetto e altri due sarebbero in arrivo.
    Se ci sarà esito positivo le multinazionali procederanno con le richieste per le trivellazioni. Dobbiamo immediatamente, tutti uniti, alzare la voce in tutte le sedi opportune, senza lasciare nulla di intentato per evitare l’ennesimo scempio in una terra che vive di turismo ed è completamente incompatibile con le trivelle.
    Lo ripetiamo, così come abbiamo sempre detto, NO TRIV.

  2. Daniela Donno, Movimento 5 Stelle - tramite mail ha detto:

    Come da copione, il Governo non si smentisce e, con la complicità degli ultimi giorni di agosto, sferra l’ennesimo attacco all’ambiente e alle nostre coste pugliesi, sempre più assalite dall’implacabile ingordigia di multinazionali senza scrupoli.
    Oltre al palese rischio ambientale, esiste un altro preoccupante pericolo, quello legato al profilo storico-archeologico. Lo stesso Mibact, infatti, nonostante abbia dato l’ok, tiene a specificare la necessità di sospensione immediata delle ricerche se durante le indagini sismiche dovessero spuntare sui fondali potenziali presenze archeologiche o anomalie sospette.
    Un atteggiamento, questo, a dir poco schizofrenico. Una volta fatto il danno, come si potranno recuperare gli eventuali reperti di pregio andati perduti?
    Un territorio che vive di turismo non può subire una simile aggressione. Siamo stufi di queste continue intrusioni che non sono altro che il chiaro preludio di installazioni in mare e di opere senza capo né coda, TAP in primis.
    Intanto, la flora e la fauna marina verranno distrutte irreversibilmente mentre Emiliano sta a guardare questo disastroso e perdurante abuso del nostro paesaggio.

  3. Antonio Trevisi, Movimento 5 Stelle - tramite mail ha detto:

    Ormai è chiaro che al governo interessa solo il business di multinazionali e lobby petrolifere e per nulla il bene dei cittadini che da anni chiedono uno sviluppo compatibile con la vocazione turistica del territorio pugliese.
    Il petrolio presente in Italia è di scarsa qualità e la sua ricerca finirà soltanto per danneggiare il nostro turismo.
    Il progetto prevede l’acquisizione di circa 147 km di linee sismiche 2D mediante tecnologia air-gun e un eventuale rilievo geofisico 3D.

    Nonostante anni di manifestazioni e osservazioni da parte dei cittadini, i governi di centrosinistra continuano ad autorizzare prospezioni petrolifere che utilizzano gli “airgun”.
    Si tratta di una tecnica di ispezione dei fondali marini, in cui si utilizzano spari fortissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari causano lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito e non sono pochi gli spiaggiamenti di cetacei e testuggini avvenuti negli ultimi anni.

    Si tratta di fenomeni, ricorda Trevisi, per i quali il M5S ha anche presentato una mozione in consiglio regionale, in cui si chiedeva di accertare i danni delle trivelle sull’habitat marino, alla luce dell ‘anomala moria di delfini e tartarughe sulle coste pugliesi. Mozione mai discussa dalla giunta Emiliano.

    “Il petrolio presente in Italia – continua il pentastellato – è scadente in qualità ed in quantità, difficile da estrarre perché posto in profondità e saturo di impurità sulfuree che vanno eliminate il più vicino possibile ai punti estrattivi. Molte delle ditte che intendono trivellare in Italia sono straniere e con piccoli capitali sociali, e vengono qui perché purtroppo da noi le leggi sono meno severe, le spese di ingresso sul territorio sono basse ed è facile avere i permessi. Il petrolio d’Italia non porterà lavoro, e tantomeno risolverà i problemi del bilancio energetico nazionale. Si tratta di una pura speculazione – aggiunge – che ci espone a grossissimi rischi poiché un incidente avrebbe conseguenze catastrofiche considerando che il mediterraneo ha un piccolissimo ricambio di acqua”.

    “Le fonti fossili – conclude Trevisi – sono destinate ad esaurirsi. Il futuro ormai prossimo sono le energie rinnovabili, che permettono di pensare ad un reticolato sistema basato sulla generazione distribuita. Un sistema che consente a sua volta di ridurre i costi per il trasporto dell’energia, di mantenere la ricchezza della produzione locale, e di non esportare capitali in Paesi lontani. Tutto questo è possibile ma non lo si vuole fare perchè vi è una forte collusione tra il governo e chi vuole continuare a tenere la ricchezza energetica concentrata nelle mani di pochi”.

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