FERROVIE SUD EST, ‘MANCU LI CANI’. L’AUDIZIONE DELL’ AMMINISTRATORE DELEGATO QUESTA MATTINA IN CONSIGLIO REGIONALE RIVELA UNA SITUAZIONE DRAMMATICA: BUCO NERO DI BILANCIO, MEZZI VECCHI E PERICOLOSI, CARENZA DI PERSONALE, DEFICIT DI SICUREZZA. DOVE ERA LO SCERIFFO DEL NOSTRO FAR WEST?

| 22 Novembre 2017 | 0 Comments

di Emanuele Lezzi______

Questa mattina, a Bari, nella sede del Consiglio, in Quinta Commissione, c’ è stata l’ audizione di Andrea Mentasti, amministratore delegato delle Ferrovie del Sud Est.

E’ stato così possibile avere un’ idea diretta e aggiornata della brutta situazione in cui versa l’ Ente, anche alla luce della vecchia, mai risolta, bruttissima condizione negli affetti pratici dei trasporti nel Salento, da Terzo Mondo, senza offesa per quei Paesi considerati tali, che hanno treni migliori dei nostri.
La Sud Est è attualmente soggetta alla procedura di concordato preventivo avviata nello scorso gennaio, mentre per il 23 gennaio 2018 è prevista l’adunanza dei creditori per l’approvazione del piano di concordato che si sta mettendo a punto, cui farà seguito nell’ arco di 5-6 mesi, la sottoscrizione dell’ atto giuridico per impegnare le parti agli accordi definiti.

In questa fase si sta procedendo secondo le regole del codice fallimentare limitandosi alla gestione ordinaria, mentre per quella straordinaria è necessaria volta per volta l’autorizzazione del giudice competente.

Le perdite registrate ammontano a 219 milioni che saranno saldati in quattro fasi: 70 milioni messi a disposizione del ministero, aumento di capitale, flusso reddito derivante da piano industriale e percentuali da pagare ai fornitori.
Nel triennio 2014-2016 le Sud Est hanno registrato un calo del fatturato del 30% per quel che riguarda i treni e dell’8% per le autolinee.

La situazione trovata nell’ azienda è stata di grosso degrado con particolare riferimento alla mancata manutenzione e alla condizione vetusta del parco rotabile: centoventi treni fermi di cui cinquanta  depositati in un angolo e settanta in manutenzione.

I restanti duecentotrenta funzionanti registravano un’anzianità media di 16 anni.
La disfunzioni lamentate, soprattutto per quel che riguarda il trasporto degli studenti, sempre secondo quanto dichiarato da Andrea Mentasti, sarebbero dovute agli orari che talvolta sono slittati nell’ingresso e nell’uscita dei ragazzi.
Nel breve-medio termine si sta lavorando per raggiungere un’anzianità dei mezzi non superiore a otto anni, nonché all’ allestimento di da una sala di controllo e di un numero verde, oltre che alla istituzione di un servizio antievasione, che prevede l’assunzione di trenta persone per il controllo dei biglietti.

Al momento l’azienda , non potendo fare a assunzioni a tempo indeterminato, attinge dalle agenzie interinali mentre, per quel che riguarda il personale manutentore, è in atto una riconversione di personale interno.
In ordine alla sicurezza sono stati riavviati i cantieri nell’ anello di Bari e si punta alla riduzione dei cinquecento passaggi a livello: trenta saranno chiusi subito e altri cento ottanta saranno automatizzati.
Sono stati affittati da Trenitalia venti mezzi fino a giugno 2018: saranno sostituiti progressivamente dai treni elettrici che sono in arrivo.

Fin qui Mentasti, mentre, dal canto suo, l’assessore ai Trasporti Antonio Nunziante ha sottolineato lo sforzo economico della Regione per migliorare il livello dei trasporti pugliesi, con finanziamenti complessivi per 578 milioni di fondi pubblici.

Però, dopo le loro parole, c’è stata una dura contestazione dell’ operato della maggioranza di Michele Emiliano, affidata alle dichiarazioni politiche.

Ne abbiamo scelte due, in quanto arrivate in redazione come comunicato – stampa e ne diamo qui di seguito un riassunto.

La situazione descritta da Mentasti al suo arrivo alle FSE è allarmante. Com’è possibile che negli anni nessuno si fosse accorto del degrado manutentivo degli autobus? Parliamo di mezzi con una media di circa 16 anni di vita, quando il limite medio sarebbe della metà. Perché chi doveva vigilare sulle FSE per garantire l’efficienza del servizio e la sicurezza dei passeggeri, non lo ha fatto?” – si chiede Antonio Trevisi del Movimento 5 Stelle, che così prosegue: Comprendiamo la necessità di razionalizzare i costi, ma finché in Salento ci sarà un servizio così scadente non aumenteranno mai i ricavi. Si tratta di una zona dove c’è una forte domanda di mobilità, secondo FSE oggi nel Salento sono solo 2.000 gli utenti che usano il servizio rispetto ad una domanda potenziale di 170.000 utenti, purtroppo, però, la gente è costretta a spostarsi in macchina a causa dei tempi di percorrenza troppo lunghi e di stazioni e mezzo fatiscenti. Anche il personale è molto ridotto e lavora in condizioni di scarsa sicurezza. Una situazione che coinvolge specialmente i controllori e macchinisti”.______

Dall’inizio della consiliatura abbiamo espresso pubblicamente riserve, lanciato ripetuti allarmi e sollecitato l’esecutivo regionale a fare chiarezza e intervenire su un’azienda che mostrava evidenti falle e carenze di ogni tipo, con disservizi sempre più frequenti, ingiustificabili e preoccupanti. Oggi abbiamo avuto conferma della fondatezza delle nostre preoccupazioni: per la prima volta abbiamo avuto l’opportunità di apprendere, dalla viva voce dei protagonisti del nuovo corso, la disastrosa situazione ereditata” – incalza Luigi Morgante, di Alternativa Popolare, che rincara la dose – “un combinato disposto di nefandezze imputabili al passato che ha messo in grave rischio non solo la credibilità e l’immagine delle Sud Est (e determinato un drastico calo di passeggeri e utenti), ma anche e soprattutto l’incolumità stessa dei fruitori di un servizio pubblico, e che non ha saputo fornire a milioni di cittadini, di studenti, di pendolari, un servizio degno di un paese civile”.______
LA RICERCA nel nostro articolo del 5 ottobre scorso

Category: Cronaca, Politica

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