‘L’A-MORE’ SECONDO GIOVANNA POLITI, CHE A LECCE VENERDI’ 4 PRESENTA IL SUO NUOVO ROMANZO E A leccecronaca.it DICE CHE “siamo attori e non spettatori della nostra vita, il destino è nelle nostre mani”

| 3 Maggio 2018 | 0 Comments

di Emanuela Boccassini______

Venerdì 4 maggio, alle 18.30, presso l’Hotel Hilton Garden Inn di Lecce, si svolgerà la presentazione ufficiale del nuovo libro della scrittrice Giovanna Politi «Io sono l’a-more» , Kemerik edizione.

Oltre all’ autrice, interverranno, fra gli altri, il prefetto, il sindaco e il presidente dell’ associazione ‘Valori e Rinnovamento’ Wojtek Pankiewicz, che organizza la serata.

 

 

Il romanzo ruota attorno all’amore, forza che ci spinge contro tutti e tutto, che ci porta a sfidare le consuetudini e superare le aspettative altrui, che non ci fa temere il giudizio esterno e ci fa essere audaci, imprudenti per noi e per gli altri. L’amore è la fonte d’ispirazione per animi nobili e nel romanzo di Giovanna sono proprio la passione e la potenza dei sentimenti a guidare le decisioni dei protagonisti. L’amore di cui ci parla, però, non è solo il sentimento che spinge un uomo verso una donna o viceversa, ma ha varie sfaccettature che lo rendono complesso, necessario e unico.

Nel romanzo di Giovanna questo sentimento è rappresentato a trecentosessanta gradi: è amore materno, fraterno, filiale. È amore di un padre che si riscopre tale solo quando i figli sono abbastanza grandi da comprendere, magari non approvare, ma forse capaci di perdonare. È amore che infonde il coraggio necessario affinché nessuno di loro si lasci vincere o schiacciare dalla vita, ma l’affronti, combatta, le sorrida anche quando questa è impietosa, perché amando si riesce a superare ogni avversità.

Ma sarebbe riduttivo limitare il tema del romanzo di Giovanna a questo solo sentimento, perché in «Io sono l’a-more» c’è tanto altro e sarà l’autrice stessa a raccontarci alcuni aspetti fondamentali della sua opera.

 

D). «Io sono l’a-more» è il titolo della tua nuova fatica letteraria, cosa significa?

R.) Buongiorno, Emanuela! Il titolo del mio romanzo significa “senza morte” giacché chi ha amato anche per un solo istante è sfuggito alla precarietà della vita conquistandosi l’eternità grazie alla potenza del sentimento per antonomasia.

 

D.) Giovanna, per te che cos’è la vita senza l’amore?

R.) Esiste? Io non saprei definirla… Sarebbe forse una vegetazione spontanea.

 

D.) Una delle caratteristiche precipue del tuo romanzo è il destino che mescola e rimescola le carte della vita dei protagonisti a proprio piacimento. Vorrei sapere se secondo te noi siamo artefici del nostro destino o siamo in balia di forze oscure?

R.) Sicuramente siamo attori e non spettatori della nostra vita, il destino è nelle nostre mani. Ci sono gli incontri giusti, ma anche quelli siamo noi a determinarli; per un’armonia dell’universo c’imbattiamo in quello che cerchiamo e spesso poi coincide con quello di cui abbiamo bisogno.

 

D.) La protagonista del romanzo è audiolesa: cosa ti ha spinto ad affrontare questo argomento e come ti sei preparata per raccontare un mondo che i “normodotati” difficilmente possono comprendere?

R.) Ho voluto che la protagonista fosse una ragazza sorda (i sordi amano essere definiti così…) per poter narrare le emozioni del “sentire” oltre l’udibile. È stato un viaggio affascinante, una ricerca durata due anni. Ringrazio Manuela Pede per avermi condotta nel suo mondo ovattato e silente e le sono grata per avermi fatto comprendere che spesso i sordi sono coloro, che pur potendo sentire, non ascoltano.

 

D.) Ancora una volta hai dipinto il coraggio e la forza delle donne: sei fiduciosa nelle loro capacità di affrontare e superare ogni ostacolo con grinta e caparbietà o è solo una tua speranza?

R.) Credo nella forza degli esseri umani senza differenza di genere, nella bellezza delle loro azioni, nel coraggio che credono di non avere per poi sfoderarlo all’occorrenza. Non credo nella cattiveria gratuita, piuttosto nell’infelicità, nella mancanza di amore che porta il soggetto a compiere il male. La speranza è che tutti coloro che sono al buio un giorno possano inebriarsi alla luce del sole.

 

D.) «Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi: vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore: ciò che vuoi. La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Quindi: canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi». Credo che questa frase di Charlie Chaplin si attagli al tuo libro, concordi? Quanto influiscono, secondo te, le malelingue sulla conduzione della nostra vita?

R.) Forse mi ripeterò, ma credo che le malelingue appartengono alle persone infelici, a quelle che non hanno ancora conosciuto e apprezzato la bellezza della vita, a quelle che si avviliscono nel tentativo di screditare gli altri, perdendo così tempo prezioso che potrebbero usare invece per migliorarsi. Nella mia esistenza non hanno influenza alcuna. Auguro loro l’amore, la felicità e la gioia… Le renderà sicuramente persone migliori.

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cultura, Eventi, Libri

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