LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 5 – LA “città maledetta” DA CUI “fuggire, per ritornarvi ancora” NELLA POESIA, DIMENTICATA, DI CLAUDIA RUGGERI

| 11 Maggio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

“Oppure mi sarei fatta altissima
come i soffitti scavalcati di cieli”

(da ‘Lamento della sposa barocca’)

 

Certamente poco conosciuta ancorché mitizzata da chi la ricorda ancora, a recitare con quella sua voce un po’ roca, senza calcare molto sui versi, sulle allitterazioni, come ormai si fa in tutti i ‘reading’ che si svolgono davanti ad altri poeti, a concorrenti ed esteti che guardano spesso solo le proprie produzioni, Claudia Ruggeri rappresenta l’ideale poetico contemporaneo della donna enigmatica e sempre in preda a opposte sollecitazioni, arsa da una inesauribile fiamma interiore che ha finito per sublimare la sua figura e per farne una vera e propria icona.

 

 

Se per il suo insistito interesse verso Dio e la Chiesa potrebbe accostarsi alle imaginifiche e mostruosamente complesse immagini di Ezechiele Leandro, per la schiettezza del verso e per la sua complessità, può essere l’esempio più lampante di quel modo di ‘fare versi’ che mescola sensazioni, assonanze, grigiori e invettive in un coacervo di fiammanti ispirazioni che sembrano far udire gli scricchiolii metallici che provengono dal profondo della vis poetica di una creatura complessa che canta il concetto di amore/dolore senza finzioni, senza indugi. Ma colpendo subito con la sua chiara ed esponenziale ricerca di un metodo espressivo.

‘A la fiamma della forma ha incendiato’ parla subito di un ‘folle volo’ dove l’autrice impersonifica e predispone quella che sarà la conclusione della sua vita terrena, il 27 ottobre 1996, suicida, a ventinove anni, da un anonimo balcone del sesto piano di casa sua, in un intricato preannuncio di simbologie meta cristiane e ricche di significati che i critici hanno poi saputo molto ben analizzare.

“Ed io fioca scintilla nell’infinita fiamma”

Non è una poesia facile, quella di Claudia. E questo spiega l’imbarazzo degli intellettuali salentini a riconoscerle un posto di rilievo nella nostra letteratura. Soprattutto perché poco o nulla è stato fatto per diffondere, divulgare e soprattutto spiegare la sua scelta poetica. Che viene apprezzata e confortata dai più conosciuti esperti del settore (Fortini, Bellezza, Desiati, Colombo, Vergallo) ma che poco o nulla lascia trapelare alla più che necessaria opera di ‘fidelizzazione’ che la Ruggeri meriterebbe.

 

Lasciatemi

a questa strana circostanza. Qui

so, con il mio amore, e con chiunque

vi arrivi, che a questo inferno minore, tutto

è minore; medesimo

è solo il Carnevale.

 

Di Lecce, in una lettera a Fortini del 1990, Claudia afferma: “Ora riprendo a studiare, a scrivere non ancora, a vivere ed a fuggire da questa maledetta città per ritornarvi tuttavia.”

Un afflato che Carmelo Bene avrebbe fatto suo, certamente. In una vicinanza di moti d’animo che lo avvicina sensibilmente alla focosa passione poetica della Ruggeri.______

5 – Continua______

LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna

1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile

https://www.leccecronaca.it/index.php/2018/04/13/la-lecce-degli-scrittori-contemporanei-ernesto-alvino-e-la-sua-citta-inconsueta/

 

2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile

https://www.leccecronaca.it/index.php/2018/04/20/lecce-vista-dagli-scrittori-contemporanei-2-la-malinconica-allegrezza-della-leccesita-di-enrico-bozzi/

 

3 – RINA DURANTE, 27 aprile

https://www.leccecronaca.it/index.php/2018/04/27/lecce-vista-dagli-scrittori-contemporanei-3-rina-durante-e-melendugno-il-tempo-non-trscorre-invano/

 

4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio

https://www.leccecronaca.it/index.php/2018/05/04/lecce-vista-dagli-scrittori-contemporanei-4-salvatore-bruno-scrittore-sconosciuto-cantore-della-juventus-che-veniva-da-presicce/

 

 

 

 

 

Category: Cultura, Libri

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