ANNUNCIO DEL MINISTERO / CONTRORDINE, PENTASTELLATI: ORA LE TRIVELLE LE BLOCCHIAMO…

| 9 Gennaio 2019 | 8 Comments

(g.p.)______Il Ministero allo Sviluppo Economico a Cinque Stelle di Luigi Di Maio si accorge di averla fatta grossa e sporca sulle trivelle, e corre ai ripari. Almeno, queste sarebbero le intenzioni, secondo il sottosegretario Davide Crippa (nella foto).

Trascriviamo integralmente la nota appena pubblicata sul sito ufficiale del Mise, e con soddisfazone.

Ora si tratta di vedere se e quando l’emendmento sarà inserito, come (quasi) tutti qui nel Salento, e non solo qui si augurano, nel così detto Decreto Legge Semplificazione.

Esso è stato approvato il 14 dicembre 2018, e, ricordiamo, secondo la Costituzione, è già in vigore: dovrà però essere approvato entro sessanta giorni e quindi convertito in legge dal Parlamento, pena l’annullamento.

Vedremo se con l’approvazione sarà approvato e inserito questo emendamento annunciato oggi, che bloccherebbe le concessioni alle trivellazioni in mare vecchie e nuve, anche quelle ultime tre date dal Ministero una settimana fa, suscitando con ciò una valanga di polemiche.

Attendiamo fiduciosi..

Ecco intanto il testo del comunicato ministeriale di pochi minuti fa______

Si è concluso ieri il lavoro del Governo sull’emendamento al Decreto Semplificazione in cui si afferma che ‘le attività upstream non rivestono carattere strategico e di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità’.

Tale indicazione rientra pienamente nel programma del Governo del Cambiamento orientato alla decarbonizzazione, con la sostituzione di petrolio e derivati e l’utilizzo delle fonti rinnovabili per il raggiungimento della sostenibilità e dell’indipendenza del sistema energetico nazionale.

L’emendamento – ha dichiarato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia Davide Crippa – prevede l’introduzione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTESAI), strumento già in programma da tempo, e la rideterminazione di alcuni canoni concessori.

Il Piano andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti Locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività. Questo per assicurare la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e per accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale alla decarbonizzazione.

Inoltre – ha aggiunto Crippa – l’emendamento prevede, a tutela di tutte le parti in causa che, fino all’approvazione del PTESAI, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio.

L’emendamento verrà discusso nei prossimi giorni in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici, Comunicazioni”.______

LA RICERCA nel nostro articolo del 5 gennaio, con, nei commenti, tutte le reazioni politiche che ci sono state in questi giorni

NO, PER FAVORE, NO…NON CI POSSO CREDERE…ALMENO QUESTO, VI PREGO, DITEMI CHE NON E’ VERO…

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. Gruppo Consiliare M5S Regione Puglia - tramite mail ha detto:

    Ambiente, governo contro le trivelle. M5S: “Rimediato a tempo record ad un altro disastro PD. Emiliano si curi il mal di pancia”

    Quella di oggi è una grande vittoria di questo governo, del M5S e di tutti quelli che davvero hanno a cuore il nostro mare. In pochissimi giorni mantenendo fede alla parola data, nonostante tutti fingessero di non capire, il nostro ministro Di Maio, il sottosegretario Crippa e il ministro Costa si sono già messi al lavoro per provare a rimediare brillantemente ad un altro disastro avviato dai governi precedenti di destra e sinistra. Una vittoria per tutti i cittadini e soprattutto per il nostro splendido mare. Ci dispiace se questa notizia provocherà qualche mal di pancia a tutti i politicanti che con i loro partiti hanno contribuito, per anni alla distruzione dell’ecosistema e che in questi giorni abbiamo visto con la bava alla bocca fingersi ambientalisti per avviare la solita macchina del fango. Emiliano in primis, ambientalista ad orologeria ovviamente PD, farebbe meglio a tacere visto che chissà come mai è protagonista di una gestione ambientale regionale in Puglia assolutamente disastrosa: tra reflui scaricati nel nostro mare, discariche in situazioni emergenziali, raccolta differenziata al solo 40%, mancanza di impianti di compostaggio, autorizzazioni ad inceneritori e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare di improbabili proposte di emanare provvedimenti in autotutela che non si capisce per quale ragione lui non ritenga di emanare per scempi ambientali come l’inceneritore di Modugno.
    Per fortuna alle chiacchiere di Emiliano si contrappone la concretezza del nostro governo e del ministro Di Maio che ancora una volta hanno lavorato per cercare di tamponare, a tempo record, un altro procedimento vergognoso targato PD. Ora se questi personaggi avranno un minimo di onestà intellettuale raccontino la verità ai cittadini.

  2. Michele Emiliano - tramite redazione ha detto:

    “La resa incondizionata del Governo di fronte alla dura presa di posizione del Coordinamento Nazionale No Triv che si convocherà a Bari il prossimo 14 gennaio mi riempie di gioia. Speriamo che non facciano altri pasticci e che sappiano cosa fare per disinnescare la bomba da essi stessi lanciata.
    Il 14 predisporremo le nostre proposte al Governo per chiedere che la norma blocca trivelle sia definitiva e riguardi tutte le ricerche petrolifere nel nostro mare, entro e oltre le 12 miglia. Col petrolio si arricchiscono solo le società petrolifere private, agli italiani rimangono sempre e solo briciole e danni ambientali incalcolabili. E comunque se non ci fosse stata la pronta reazione dei comitati noTriv di cui la Regione Puglia fa parte, avrebbero tranquillamente continuato a fare quello che facevano Renzi e Calenda a danno dei nostri mari”.

  3. Coordinamento Nazionale No Triv - tramite Facebook ha detto:

    NUOVO EMENDAMENTO AL DL SEMPLIFICAZIONI, NUMEROSE LE CRITICITA’ IRRISOLTE

    La mediazione tra M5S e – non la Lega che si è già dichiarata insoddisfatta – bensì Eni, Edison ed aziende del settore dell’Oil&Gas ha prodotto un nuovo emendamento al DDL Semplificazioni che non blocca né le nuove trivelle né gli stoccaggi.

    Nel suo tour elettorale in Basilicata Di Maio aveva dichiarato: “Le trivellazioni hanno inquinato e impoverito economicamente il territorio con le risorse andate fuori. L’impegno è di non firmare nessuna autorizzazione finché non ci sia un cambio di marcia e ci sarà diritto alla salute dei cittadini”. Dimenticatele, almeno alla luce del nuovo articolato.

    Si legge, infatti, al comma 4 dell’emendamento che “Nelle more dell’adozione del Piano (…) i procedimenti amministrativi (…) sono sospesi, fatti salvi i seguenti procedimenti in corso o avviati successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del seguente decreto, relativi a ISTANZE di: a) proroga di vigenza delle concessioni di coltivazioni di idrocarburi in essere ecc ecc.”

    Con quali conseguenze? Tornando alle dichiarazioni di Di Maio, ad esempio la concessione Val D’Agri la cui scadenza è a ottobre 2019 verrà prorogata a semplice richiesta dei concessionari (già avvenuta da qualche anno) e tra la presentazione dell’istanza di proroga e l’accoglimento da parte del Mise, che può intervenire parecchio tempo dopo, le perforazioni possono proseguire indisturbate in assenza dei necessari controlli ambientali.

    Quello della Val D’Agri non è un caso isolato. All’indomani del referendum del 2016 contammo ben 16 casi di concessioni in mare (quasi tutte nell’Alto Adriatico) e ben 42 su terraferma in cui i titolari continuavano a trivellare prima che il procedimento di accoglimento dell’istanza di proroga della concessione fosse concluso.

    Il DDL Semplificazioni consentirà che ciò possa continuare ad avvenire per tutte le odierne 66 concessioni di coltivazione in mare e le 116 concessioni su terraferma.

    Tutto questo è consentito da una norma voluta nel 2012 dal Governo Monti, oggetto di uno dei quesiti referendari e di cui l’emendamento, come da nostra richiesta, avrebbe potuto disporre l’abrogazione. Non è stato fatto.

    Per quanto concerne il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTSEAI), non è dato capire quale sarà il termine entro cui dovrà essere adottato lo strumento: due anni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del DL Semplificazioni, come stabilisce il comma 1, oppure tre come detta il comma 7?

    Del tutto inevasa è rimasta la richiesta No Triv di abrogare una norma del 2016 rimasta nascosta nelle pieghe del decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 127 (Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi).

    La norma in questione, varata dal Governo Renzi, ha cancellato una delle principali conquiste delle Regioni e del movimento No Triv ottenute con la previsione, in Legge di Stabilità 2016, dell’obbligo del raggiungimento di un’Intesa in senso “forte” tra lo Stato e le Regioni ai fini dell’approvazione dei progetti “petroliferi”.

    Che il Governo giallo-verde non intenda abrogare questa norma appare paradossale, non solo alla luce delle posizioni già espresse da Lega e M5S in occasione del referendum costituzionale, ma anche nella prospettiva, caldeggiata soprattutto dalla Lega, della concessione di sempre maggiori poteri alle Regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna in testa). Senza contare che lo stesso emendamento tace persino sulla norma che fu oggetto di referendum del 2016, e cioè sullo stop alle proroghe automatiche entro le 12 miglia: un silenzio incomprensibile, visto che il M5S e la Lega invitarono i cittadini italiani a votare per l’abrogazione di quella norma.

    Una “chicca”, infine, sta nel comma 9 dell’emendamento: No Triv aveva chiesto l’abrogazione del carattere di non strategicità, urgenza ed indifferibilità delle opere riguardanti gli stoccaggi del gas. L’emendamento a firma Castaldi, invece, salvaguarda il carattere strategico sia di quelli naturali in sotterraneo sia di quelli LNG.

    Che il Governo tenga particolarmente al gas, con tutto il suo carico climalterante, è fatto risaputo: in questo contesto gasdotti (Tap e Poseidon), rigassificatori (Lng) e, per l’appunto, stoccaggi di ogni genere ci stanno proprio bene.

    Sulla previsione della sospensione dei permessi già rilasciati – e in particolare sul fatto che essa darà quasi certamente vita a contenziosi senza fine dinanzi al giudice amministrativo – ci siamo già pronunciati: inutile, per il momento, tornarci sopra.

  4. redazione ha detto:

    Dichiarazione di questo pomeriggio del ministro dell’ Ambiente Sergio Costa (M5S):
    “Non firmo e non firmerò autorizzazioni a trivellare il Paese anche se dovesse esserci il parere positivo della Commissione Via-Vas. Le alternative ci sono. Si chiamano “energie rinnovabili” se bisogna investire, è quella la direzione.
    Ricordo che un miliardo di euro investito in rinnovabili ed efficientamento energetico crea fino a 13 mila posti di lavoro.
    È anche una questione economica: vogliamo puntare sulle fossili, che impoveriscono il territorio e che creano pochi posti di lavoro o sulle rinnovabili, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità europei, aiutando il clima e creando tanti posti di lavoro?

    Mi farò dei nemici? Saranno gli stessi nemici dell’ambiente e del Paese”.

  5. redazione ha detto:

    Dichiarazione di questo pomeriggio del sottogeretario all’ Economia Massimo Garavaglia (Lega):
    “Costa deve fare il ministro, non quello che vuole lui, visto che ci sono atti obbligatori e c’è un iter in corso. Ci sono atti obbligatori, è una questione amministrativa, non di scelta politica”.

  6. Coordinamento Nazionale No Triv - tramite Facebook ha detto:

    Comprensibile il disagio del Ministro dell’Ambiente a cui diamo atto della limpidezza della posizione espressa nei confronti dell’Esecutivo e delle forze parlamentari di maggioranza.
    Logica conseguenza sarebbero, di fronte al persistere di scelte SI’ TRIV in sede di conversione in legge del “DL Semplificazioni”, le sue dimissioni ed il conseguente ritorno nell’Arma.

  7. redazione ha detto:

    Dopo il vertice di maggioranza di questa notte, questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Nell’attesa dell’adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, si è convenuto di sospendere i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione, di ricerca o di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, di prospezione e di ricerca in essere, mentre non vengono sospese le istanze di proroga delle concessioni di coltivazione in essere.
    Non vengono sospese le istanze di proroga delle concessioni di coltivazione in essere. La sospensione non si applica, inoltre, ai procedimenti relativi al conferimento di concessione di coltivazione pendenti.
    Si è anche deciso di aumentare l’ammontare dei canoni dovuti dai singoli operatori a titolo di corrispettivo sino a 25 volte il valore attualmente previsto.

    Le forze di maggioranza hanno concordato la definitiva formulazione dell’emendamento riguardante il ‘Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, attualmente in discussione nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato, in sede di conversione del decreto-legge in materia di semplificazioni.

    Il Governo al fine di assicurare una puntuale ed efficace adozione del Pitesai (piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee) e di confrontarsi in modo trasparente con tutti gli operatori del settore, garantisce l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Sviluppo Economico, che avrà anche il compito di concordare le misure definitive, in coerenza con il Piano delle aree”.

    Dal canto suo, il ministro dell’ Ambiente Sergio Costa, ha così commentato: “È un accordo interessante perché per 18 mesi abbiamo modo di sospendere ogni trivellazione e di utilizzare questo tempo proficuamente per modificare ad esempio l’articolo 38 dello Sblocca Italia.
    Si tratta di “un accordo gravido di nuove decision. Lo vedo positivamente in questi termini, e contestualmente c’è anche l’aumento del canone, cosa molto significativa”. L’accordo politico raggiunto è soddisfacente nella misura in cui questi 18 mesi li mettiamo a frutto. Non è il rinvio al rinvio: abbiamo 18 mesi per costruire il nuovo sistema”.

    Questo emendamento preparato dal governo è valutato invece in maniera assai critica da Angelo Bonelli dei Verdi: “Dopo aver letto, comma per comma, l’emendamento frutto dell’accordo tra Lega e M5S posso dire che ci troviamo di fronte all’apoteosi del gattopardismo. ovvero ad un colossale raggiro. L’emendamento con due commi salva: le concessioni scadute, che potranno essere automaticamente rinnovate, e i procedimenti amministrativi per nuove concessioni pendenti alla data di entrata in vigore della legge. In questo modo la totalità delle concessioni, anche quelle ad oggi ancora non autorizzate, potranno in futuro ottenere il titolo ad estrarre petrolio, ed informo il ministro Costa che, se non lo avesse letto, con questo comma dovrà firmare le autorizzazioni a trivellare. I permessi di ricerca già rilasciati, come nel mar Ionio – continua l’ecologista – vengono sospesi per 18 mesi, ma questa è una norma volutamente scritta male, che avrà come conseguenza quella di essere bocciata dal Tar per la retroattività che si applica. La maggioranza giallo nera avrebbe potuto scrivere una norma giuridicamente blindata dai ricorsi, prevedendo il divieto di estrazione di idrocarburi in specifiche aree, e rendendo così inutile la ricerca di idrocarburi. L’emendamento conferma tutte le norme del decreto sblocca Italia voluto da Renzi osteggiate dal M5S e Lega e sottoposte a referendum, non prevede il divieto dell’uso dell’air gun nelle ricerche petrolifere, che era stato inserito nella precedente legislatura nella legge sugli ecoreati e poi eliminato dalla Camera dei Deputati”.

  8. Coordinamento Nazionale No Triv - tramite Facebook ha detto:

    FOCUS – IL VIDEO FACEBOOK DEL MINISTRO DI MAIO SULL’EMENDAMENTO TRIVELLE

    Le dichiarazioni del Ministro Di Maio sono sconcertanti e lasciano intendere, ad orecchie distratte, cose molto lontane dalla realtà; in particolare:

    TIME 1:07 – STOP A 150 TRIVELLAZIONI?

    Secondo il Ministro, il Testo 4 dell’emendamento approvato in Commissione (vedremo poi cosa accadrà in Aula lunedì 28) conterrebbe un Stop alle trivelle (150, secondo Di Maio).
    Qui si gioca con le parole:
    1) una cosa è bloccare, altra cosa è sospendere temporaneamente (18 mesi) per il tempo necessario per l’approvazione del Piano Aree;
    2) se il Piano non verrà approvato nei termini, tutto tornerà come è sempre stato Far West);
    3) la sospensione non si applica ai procedimenti relativi alle concessioni di coltivazione di petrolio e gas pendenti alla data di entrata in vigore della legge (coltivazione significa estrazione, TRIVELLE). Le istanze di concessione di coltivazione presentate al 31/12/2018 (dati del Ministero) sono 5 in terraferma e 4 in mare: sono soprattutto di Eni, Agip, Edison e Total (i soliti noti!). Se le compagnie otterranno le autorizzazioni prima dell’approvazione del Piano, i loro progetti andranno avanti fino all’autorizzazione. TEMPA ROSSA è tra questi (ma guarda un po’!);
    4) l’emendamento non sospende anche altri procedimenti, sia che essi siano in corso, sia che vengano avviati dopo la data di entrata in vigore della legge. Si tratta di quelli relativi, ad esempio, alle proroghe delle concessioni di coltivazione esistenti. Il Coordinamento Nazionale No Triv ha chiesto sia a questo sia ai precedenti Governi l’abrogazione della norma che consente tutto questo.
    Dopo il Referendum del 2016 contammo 116 concessioni che si trovavano in questa situazione. Oggi, tra le concessioni che non verranno neppure sfiorate dall’emendamento c’è la “Val d’Agri” in scadenza ad ottobre 2019;
    5) se anche l’area di una concessione dovesse ricadere all’interno di quelle dichiarate “incompatibili”, la concessione andrà comunque avanti fino alla scadenza naturale.

    TIME 1:38 – CASO BASILICATA, TEMPA ROSSA E VAL D’AGRI

    Il Ministro cita, giustamente, la Basilicata tra le terre più devastate e martoriate dalle attività petrolifere.
    L’emendamento tuttavia (vedi sopra) lascia in piedi sia TEMPA ROSSA sia la concessione Val ‘Agri che verrà prorogata automaticamente alla scadenza. La promessa fatta da Di Maio a ottobre 2018 a Potenza di non autorizzare più trivelle in Basilicata è rimasta solo un annuncio tradito dai fatti.

    TIME 3:22 – E’ UNA BATTAGLIA DI SOVRANITA’ NAZIONALE
    Il Ministro intende forse dire che con l’emendamento si è voluto porre un argine allo strapotere delle Multinazionali petrolifere che fanno ciò che vogliono degli idrocarburi estratti nel territorio nazionale. Vero, una volta estratti, gas e petrolio sono di proprietà delle compagnie. Ma questo vale anche per il petrolio estratto in Basilicata (Tempa Rossa è il più grande cantiere su terra ferma in Europa) ed in tutte le concessioni fatte salve dall’emendamento.
    Lo stesso principio di rispetto della sovranità nazionale non viene INVECE applicato a tutta una serie di progetti energetici che i vari Governi (giallo-verde compreso) hanno avallato: Tap, East-Med Poseidon, piano di costruzione di rigassificatori per LNG degli Usa, gasdotto Malta-Gela.

    TIME 3:29 e poi 3:46 – REVISIONE CANONI
    Il Ministro parla di innalzamento delle tasse. Attenzione: queste cose le possono dire solo Nomisma e Tabarelli, smentiti dalla Corte dei Conti.
    I canoni pagati dalle compagnie sono un vero e proprio prezzo per l’uso di beni che appartengono a tutti.
    Il loro innalzamento (lo dice Di Maio a 3:46) è stato previsto per far fronte agli oneri di eventuali futuri indennizzi.
    Non sono, quindi, una misura di accompagnamento alla transizione energetica (Crippa) e neppure le famose royalties di cui Di Maio parlò in occasione del suo tour in Basilicata.
    Quelle il Governo non le ha innalzate di un centesimo.

    TIME 4:08 – VENEZIA
    Il Ministro si dice preoccupato dell’Adriatico a causa degli effetti che un possibile incidente potrebbe avere in un mare chiuso.
    Cita Venezia, che verrebbe messa in serio pericolo.
    Venezia in pericolo lo è già: perché non iniziamo a vietare il transito di Grandi Navi?
    Venezia in pericolo lo è anche a causa dell’innalzamento del livello delle acque, conseguenza a sua volta del Climate Change dovuto all’azione climalterante anche del gas che il Governo ha posto al centro del Piano Clima Energia e di un mastodontico piano di opere che impatterà pesantemente sui nostri territori.

    https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/videos/276916489642878/

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