IL SINDACO SALVEMINI DA’ 7 MILIONI DI EURO IN PIU’ ALLA MONTECO, MA AUMENTA LA TASSA AI CITTADINI E RIFIUTA OGNI CONFRONTO SUL TEMA. LA POLI BORTONE, SPAZIENTITA, RICORRE ALLA CORTE DEI CONTI, ARTURO BAGLIVO INSISTE PER AVERE ALMENO SPIEGAZIONI, E MAGARI ANCHE SERVIZI MIGLIORI DALL’AZIENDA

| 22 Ottobre 2019 | 2 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. I consiglieri comunali Adriana Poli Bortone, della Fiamma Tricolore, e Arturo Baglivo, del Movimento 5 Stelle, ci mandano in separata sede, ma sullo stesso argomento, i due comunicati che qui di seguito riportiamo______

Adriana Poli Bortone:

Il sindaco Salvemini, da sempre esponente della “sinistra pura”, protagonista di una campagna elettorale all’insegna della partecipazione e del programmare “insieme “ si rivela come il più accanito fautore  del “gge pensi  mi”!

Sull’ordine del giorno presentato da me e dei consiglieri di minoranza per una elaborazione di un consiglio comunale ad hoc sulla gestione dei rifiuti nella nostra città, aperto alla partecipazione dell’azienda, della regione e dell’Ager, ha espresso subito un secco “no”, condizionando in tal modo l’espressione di voto della sua maggioranza, nella quale abbiamo con piacere notato la presenza di consiglieri preparati, dotati di buon senso, liberi di pensiero.

Salvemini, che come uno dei primi atti della sua consiliatura, il 28 giugno di quest’anno con la delibera di giunta 35 ha esteso, a nostro avviso, illegittimamente il contratto di servizi di igiene urbana all’azienda Monteco dando alla stessa azienda ulteriori somme (un milione cinquecentosessantatremilaseicentocinquantadue euro all’anno), cioè oltre 7 milioni di euro in più rispetto al già oneroso impegno finanziario che ha visto  lievitare, per i cittadini leccesi, di oltre un 3% la Tari, per un servizio non certamente rispondente alle esigenze della città d’arte che, al di là di una ristretta zona del centro storico , è costretta a subire lo scempio di strade colme di rifiuti. Ma il sindaco della partecipazione, folgorato da una forte revisioni ideologica, rifiuta il confronto democratico e trasparente in aula e va avanti continuando a vessare i cittadini ai quali non intende dar conto delle sue decisioni.

Noi avevamo scelto la via democratica, partecipativa e perché no, anche collaborativa, per affrontare soprattutto quel provvedimenti che possano portare giovamento all’economia delle famiglie leccesi , ma preso atto che intende andare avanti per la sua strada ci vediamo costretti ad invertire la rotta, a cominciare appunto dalla delibera 35 del giugno scorso che invieremo alla Corte dei Conti, convinti come siamo che prima di estendere i servizi con grossi oneri per i cittadini leccesi occorre verificare se i servizi di igiene pubblica siano resi effettivamente come da capitolato o se i servizi non resi per anni non abbiano procurato un danno notevole alle casse comunali e di conseguenza alle famiglie leccesi.______

Arturo Baglivo:

Capitolato Monteco? Palla in tribuna!

Ieri in consiglio comunale, nell’ambito della discussione sui servizi di igiene urbana e raccolta differenziata, ho chiesto che si prestasse particolare attenzione ad alcuni rifiuti, in particolare gli oli esausti da utenze domestiche. Per l’ambiente in cui viviamo la loro dispersione rappresenta un problema drammatico che contribuisce fortemente ad inquinare la falda acquifera e il mare, ma a quanto pare il nostro parere non è condiviso dal Governo cittadino leccese, che continua a sottovalutare la problematica nonostante le sollecitazioni.
Giornalmente, in una città come Lecce con 94000 abitanti, si aprono (stima per difetto) 200 scatolette di tonno, centinaia di conserve di vegetali ed altri alimenti conservati sott’olio, nonché un numero non quantificabile di litri di olio utilizzato in cucina per fritture ed altro.
Ho chiesto quindi all’ amministrazione se e come intenda risolvere questo problema e se nel quinto obbligatorio recentemente concesso a Monteco questo aspetto fosse stato preso in considerazione, procedendo così alla raccolta domiciliare degli oli domestici usati o con il posizionamento di contenitori per la loro raccolta, come già presente in altre realtà urbane.
Il Governo cittadino ha calciato la palla in tribuna, asserendo che tutto resterà cosí com’è adesso, con la sola possibilità di conferire gli oli esausti esclusivamente presso le isole ecologiche, creando disagio ai leccesi e aumentando il rischio di inerzia dei cittadini meno sensibili a questo problema.
Sempre ieri ho evidenziato come anche per lo smaltimento di altri due tipi di rifiuti (gli abiti usati e i cosiddetti RAEE di piccole dimensioni) permangano ancora notevoli problematiche.
Gli abiti usati molto spesso vanno a finire in discarica perché vengono ritirati saltuariamente e se conferiti in buste non fornite dalla Monteco restano sparsi sul ciglio della strada finché non terminano la loro vita in una discarica – così come documentato da me in queste foto scattate nei pressi della via per S. Cesario. Similmente i piccoli RAEE, tra i quali le lampadine a basso consumo, finiranno nell’indifferenziata.
Ieri ho tentato con ogni mezzo di far comprendere all’amministrazione che non solo i grandi elettrodomestici (che vengono ritirati domiciliarmente da Monteco in seguito a prenotazione) fanno parte dei RAEE, ma anche i piccoli dispositivi elettronici che inquinano tanto quanto i grandi.
Per dar riscontro a tutte le succitate problematiche, ieri é stata avanzata una lecita richiesta di convocazione di un Consiglio Comunale con ordine del giorno prestabilito ma è stato bocciata dal Sindaco che ha dettato poi la linea della maggioranza di governo. Non demordiamo e ne parleremo approfonditamente in commissione ambiente, sperando di riuscire a trovare soluzioni condivise anche dalla maggioranza.

Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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  1. Partito Comunista Lecce - tramite mail ha detto:

    MONTECO, I SINDACI DI LECCE E LA POLITICA SPAZZATURA

    Torniamo sulla questione della gestione dei rifiuti da parte dell’azienda Monteco. Svariate volte abbiamo denunciato la bassa qualità del servizio, il giusto malcontento popolare e le conseguenze sulla città. Da forza politica che non vuole nulla a che fare ne con Salvemini ne con la Poli, apriamo una piccola parentesi sul battibecco fra i due.

    È assolutamente improponibile chiamare “esponente della sinistra pura” un politico che ha alle spalle il PD (un partito amico delle banche, delle multinazionali e nemico dei lavoratori), che si è alleato con Delli Noci, giovane politico di destra, figlioccio poi rinnegato di Perrone, a sua volta erede poi rinnegato della Poli.
    Al martirio della parola “sinistra” siamo però abituati da tempo, purtroppo ed infatti non ci definiamo più “di sinistra” ma Comunisti, che sono ben altra cosa. È inoltre quasi comico che la Poli, definisca Salvemini, non certo nostro amico, “il più accanito fautore  del ‘ghe pensi mi’”, proprio lei che regnò con fare autoritario, come nessuno ha governato la città di Lecce, sbeffeggiando e prendendo a pesci in faccia l’opposizione di allora, nonostante anche lei abbia avuto “incidenti di percorso” con i soldi dei cittadini, per esempio con il filobus ed il BOC.

    A Salvemini vogliamo chiedere: quante sanzioni sono state applicate a Monteco per le sue inadempienze? Ricordiamo che l’azienda dovrebbe operare sotto stretta sorveglianza del Comune. Quindi le inadempienze se le immaginano i Leccesi o ci sono veramente? Se ci sono a quanto ammonta la cifra delle sanzioni applicate a Monteco?

    Abbiamo l’impressione che qui paghino solamente i cittadini. Non siamo fan dell’iniziativa “quartieri puliti”: come sue simili, usa la buonafede dei volontari per togliere lavoro alla popolazione e quindi far risparmiare un’azienda che continuerà a intascare soldi pubblici.

    Un servizio che non riesce a soddisfare i bisogni dei cittadini è un servizio che mette in pericolo la sanità pubblica, che lascia a casa tanti disoccupati che potrebbero invece essere lavoratori. Noi istituiremmo un servizio comunale o provinciale completamente pubblico, dando più lavoro e più certezze al territorio e mai ci sogneremmo di ingrassare i privati con i soldi pubblici, ma noi siamo Comunisti, non ci aspettiamo di certo lo stesso dagli altri.

  2. Pier Paolo Patti - Lecce Città Pubblica ha detto:

    Non si comprende per quale motivo, se non provare a sollevare inutili polveroni, l’onorevole Poli “minacci” l’invio alla Corte dei Conti della delibera con la quale il Comune estende i servizi di igiene urbana al quinto d’obbligo contrattuale.
    Una decisione resa necessaria dalle carenze e dalle lacune del capitolato d’appalto sottoscritto con la ditta dall’amministrazione Perrone, che lasciava
    scoperti o coperti in modo insufficiente interi comparti, quartieri, parchi pubblici da qualsiasi servizio di pulizia, dimenticando che i cittadini di quelle zone della città hanno diritto ad avere un servizio adeguato, così come chi abita al centro.
    L’estensione dei servizi al quinto d’obbligo contrattuale, decisa dalla Giunta e imposta all’azienda, che – giova ricordarlo – in primis non voleva saperne, è una facoltà ampiamente prevista dalla legge e supportata da tutti i pareri legali del caso. Quindi non si comprende cosa abbia da temere
    dalla Corte dei Conti l’attuale amministrazione.
    La stessa amministrazione che ha fatto in modo di
    porre il l’intero bilancio dell’ente sotto il controllo della stessa Corte dei Conti e del Ministero dell’Interno, aderendo alla manovra di riequilibrio pluriennale.
    Il Consiglio comunale, tenutosi ieri, ha visto protagonista l’on.le Poli e i consiglieri di minoranza di una approfondita batteria di domande all’assessore Valli, ciascuna delle quali ha trovato risposte puntuali, precise e circostanziate.
    Non sono state nascoste criticità e problemi derivanti da un capitolato scritto coi piedi, al cui miglioramento fin dal 2017 si sono dedicati il sindaco e gli
    assessori Mignone prima e Valli poi.
    Credo che ai cittadini leccesi, in particolare quelli che vivono nelle marine, nei villaggi costieri e nelle case sparse, e attendono da anni la raccolta porta a porta, interessi ricevere servizi adeguati e all’altezza di una città moderna.
    Un obiettivo che dovrebbe essere comune e non oggetto di ostinato e pretestuoso ostruzionismo.

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