UN FILM RICORDA LA TRAGEDIA DI CALIMERA DEL 1960

| 19 Gennaio 2020 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Un importante trascorso della nostra storia di fatica, lavoro e povertà rivive grazie alla iniziativa del nostro ateneo:  martedì 21 gennaio 2020, alle ore 17.30, a Lecce,  presso il MUSA – Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento, complesso Studium 2000, in via di Valesio, è in programma la proiezione del film documentario “ArseVite” di Alberto Giammaruco e Christian Manno, sulla tragedia avvenuta il 13 giugno 1960, a Calimera, quando andò a fuoco il deposito di tabacco Villani e Pranzo uccidendo sei tabacchine.

L’appuntamento chiude il ciclo di iniziative “Donne al lavoro tra passato e presente”, organizzato dal Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo salentino e patrocinato dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane.

Dopo la proiezione, è previsto un dibattito con gli autori e il pubblico, con il coordinamento di Carla Trevisi del CUG UniSalento.

Nella stessa giornata si chiude anche la mostra “Gli antichi mestieri delle donne da Trieste al Salento”, allestita nel piano interrato dell’edificio 5 del complesso Studium2000.

In venti pannelli fotografici, la mostra illustra il lavoro delle donne italiane da nord a sud, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Nata da un’idea del Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa e della Rete Espansioni, grazie all’impegno dei Comitati Unici di Garanzia delle Università di Trento, Udine e della Basilicata, la mostra ha raggiunto varie sedi universitarie arricchendosi di contenuti che raccontano, con i ritratti di donne impegnate nel lavoro, la condizione lavorativa femminile in Italia. Il Comitato Unico di Garanzia dell’Università del Salento ha aderito al progetto selezionando una serie di foto dalle mostre già presentate e contribuendo con alcune immagini di collezioni private e dell’Archivio fotografico Giuseppe Palumbo, che ritraggono donne del Salento al lavoro nei primi decenni del secolo scorso.

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Ma torniamo al film documentario “ArseVite”.

Calimera, cuore della Grecìa Salentina, è il 13 giugno del 1960 e il deposito di tabacco  Villani e Pranzo va a fuoco nel corso delle operazioni di disinfezione delle balle di prodotto greggio.

Il solfuro di carbonio, tossico e altamente infiammabile, è sparso in ogni locale del magazzino e ne ha già saturato l’aria. Undici persone sono coinvolte  nell’incendio, sei donne muoiono. Quattro subito, divorate dalla vampata: sono Lina e  Luigia Tommasi, Luigia Bianco, Assunta Pugliese. Epifania Cucurachi, intossicata, muore nel luglio successivo. Lucia Di Donfrancesco, anche lei avvelenata, muore tra atroci sofferenze più di un anno dopo. Causa scatenante del rogo è il gesto di Bernardino Cecchini, in giovane carabiniere preposto alla sicurezza, che getta un mozzicone di sigaretta nella prima sala. Alla tragedia, come in un copione già scritto, seguiranno goffi tentativi di depistaggio, l’eco mediatica nazionale, gli strali del deputato comunista Giuseppe Calasso, le parole di Miriam Mafai, la compostissima solidarietà del prefetto, il dolore dei famigliari, la memoria e la dimenticanza diventano il canto di dolore delle tabacchine avvolte nelle fiamme.
“ArseVite” di Christian Manno e Alberto Giammaruco racconta il rogo di Calimera.

Il linguaggio visivo è asciutto e diretto, tra antropologia visuale e rappresentazione attoriale: gli autori infatti scelgono di accostare alla viva voce degli anziani testimoni i testi dei  documenti originali interpretati da Mauro Scarpa che veste i panni dell’onorevole Giuseppe Calasso, Alessia Tondo la tabacchina Lucia Didonfrancesco, Annie Conserva la giornalista e scrittrice Miriam Mafai, Andrea Taurino l’urbanista Marcello Fabbri.

La consulenza storica è affidata a Mariaconcetta Cappello grazie alla quale lo spettatore rivive il contesto di fatica e sfruttamento in cui varie generazioni di donne hanno lavorato in questo lembo di terra. Ne deriva un impasto vivissimo nella sua drammatica attualità di tragedia sul lavoro senza orizzonte di senso.

Le musiche sono affidate al contrabbassista e compositore Igor Legari, la cura del suono ai bolognesi di Caucaso e la distribuzione a Quasi Cinema.

Category: Cultura, Eventi

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