LA TRISTE FINE DI “Apulia”

| 30 Gennaio 2020 | 2 Comments

TANTE LE PERPLESSITA’ SUL CASO DELLA CUCCIOLA DI FOCA MORTA A TORCHIAROLO. PER CONTO DI AMICI E LETTORI leccecronaca.it LE HA MANIFESTATE DIRETTAMENTE AI FUNZIONARI DELL’ISPRA DI ROMA. ECCO CHE COSA CI HANNO RISPOSTO

di Giuseppe Puppo______

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) è ente pubblico del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che, come il ministero di cui ha emanazione, ha sede a Roma, all’Eur.

I funzionari dell’Ispra hanno gestito la vicenda della cucciola di foca monaca, chiamata purtroppo per poco Apulia, avvistata e “curata” lunedì, sulla spiaggia di Torchiarolo e dintorni, e deceduta martedì, come abbiamo raccontato qui su leccecronaca.it con grande partecipazione critica e straordinario interesse dei nostri amici e lettori.

Giustissimo: non solamente perché il rispetto della natura è fondamentale; non solo perché si tratta di una specie protetta, dalle caratteristiche amorevoli e creduta scomparsa dai nostri mari, mentre è ricomparsa e ha avviato la riproduzione; ma anche perché questa storia presenta implicazioni con la stringente attualità del Salento che molti han colto prima e meglio di me.

Subito, abbiamo ricevuto e raccolto, sia direttamente, sia indirettamente, alcune, chiamiamole così, “perplessità” su quanto è successo.

Ne abbiamo fatto cenno immediatamente.

Come era mio dovere, come so per antica scuola e come mio costume di estrema correttezza con tutti, ho dato diritto di replica ai funzionari dell’Ispra, e ho cortesemente chiesto un’intervista, mandando loro mercoledì mattina dieci domande, su cui ho chiesto lumi, nello spirito di “approfondimento ricerca e riflessione” del nostro/vostro quotidiano,

Dall’ Ispra, dopo ripetute assicurazioni, finalmente, pochi minuti fa, siamo a giovedì sera, finalmente ho avuto le  risposte, a firma della gentile dottoressa Giulia Mo, che ringrazio per l’attenzione e la disponibilità,

Ecco, qui di seguito, per questioni e per problemi, le mie domande, e le risposte dell’Ispra, che, ovviamente, riportiamo integralmente, che non commentiamo e che affidiamo alla libera valutazione dei nostri lettori,

 

1 L’esemplare di cucciola morto a Torchiarolo è lo stesso avvistato negli ultimi giorni sulle spiagge fra San Foca, San Cataldo, Frigole?

Dal materiale fotografico disponibile in nostro possesso si ritiene che l’esemplare osservato tra San Cataldo e Torre San Gennaro sia lo stesso.

 

2 Come mai è intervenuto l’Ispra da Roma, e non competenti autorità più vicine qui sul territorio? E’ stato l’Ispra da Roma infatti, a ordinare di transennare il rifugio dove si trovava la povera Apulia (nella foto), di isolarla e di aspettare l’arrivo dei loro incaricati

La specie in oggetto è di valenza conservazionistica unica. ISPRA è l’ente di ricerca pubblico di riferimento a livello nazionale per la tutela della biodiversità marina che è quindi intervenuto, avvalendosi del supporto delle migliori competenze veterinarie presenti in Italia sui focidi, della Stazione Zoologica di Napoli, Ente pubblico di ricerca.

 

3 Che tipo di intervento è stato fatto?

Al nostro arrivo abbiamo subito avuto modo di verificare che il piccolo si trovava in uno stato gravissimo di salute: occhi infossati e semichiusi con muco palpebrale, sguardo assente e non vigile, respirava a fatica, non reagiva agli stimoli. Si  è quindi deciso di procedere,  come previsto a livello internazionale,  ad effettuare una visita medica e a prelevare i campioni richiesti, sempre alla presenza dei veterinari Asl e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competenti. Sono stati inoltre somministrati antibiotico di copertura ed idratazione.

 

4 Cosa rispondete a chi sostiene che la cucciola è stata “curata” quando probabilmente era solamente smarrita, o addormentata, nel rifugio che si era trovato?

Come detto sopra, il piccolo è stato soccorso perché aveva bisogno di aiuto come tragicamente confermato dalla necroscopia successiva al suo decesso, vedesi comunicato stampa ISPRA di  mercoledì: “L’esame, effettuato applicando protocolli internazionali, ha evidenziato un generale stato di debilitazione dell’animale, con compromissione del sistema immunitario, unito ad un quadro infiammatorio delle vie respiratorie. Presente anche un’importante parassitosi intestinale”. 

 

5 Perché è stata portata in un’abitazione privata, e non aiutata invece a ritrovare il mare, dove probabilmente l’aspettava ansiosamente la mamma? oppure in un centro specializzato?

Come già detto, il piccolo versava in stato di salute critico. Date le immagini e i video ricevuti nella giornata precedente, che evidenziavano un peggioramento delle condizioni di reattività dell’esemplare, si è deciso di intervenire. Considerato il sito in cui si era portato il piccolo la mattina del lunedì, che appariva adeguato per quanto riguarda sole e vento, ma non sufficiente a proteggerlo da animali e dal disturbo arrecato da eventuali curiosi, si è scelto di delimitare l’area.

 

6 Perché è stata isolata, di fatto imprigionata, con ciò precludendole la possibilità di ritrovare il mare da sola?

Come già sopra spiegato, l’esemplare versava in stato di salute critico. Inoltre, non ci sono state segnalazioni di individui adulti nell’area più vasta, anche se sono stati allertati gli organi competenti al riguardo.

Data la rarità delle segnalazioni della specie, ad oggi in Italia non vi sono strutture specializzate specificatamente dedicate alla cura e alla riabilitazione della Foca monaca.

Dopo un’attenta valutazione delle eventuali possibilità di ricovero per ospedalizzazione da effettuarsi precauzionalmente lontano e non in contatto con altri animali potenzialmente malati e contagiosi, si è optato per la soluzione più vicina per ridurre al minimo lo stress all’esemplare, temporanea, per un primo ricovero notturno che consentisse di capire se fosse possibile stabilizzare il piccolo, per poterlo eventualmente trasportare nella giornata successiva.

 

7 Perché, come sostengono alcuni, è stata riportata cadavere nel rifugio sulla spiaggia, per la foto allegata al primo comunicato stampa di martedì?

La foto allegata al primo comunicato stampa, che mostra il piccolo sulla spiaggia è stata scattata dal personale ISPRA al suo primo arrivo nel pomeriggio sul luogo.

 

8 Il sindaco di Melendugno Marco Potì aveva appena lanciato poche ore prima un appello al ministero dell’ambiente  affinché disponesse il blocco dei lavori della posa in mare dei tubi del gasdotto Tap. in primis aveva lanciato l’appello ai cittadini affinché in caso di avvistamenti di foche sulle spiagge nessuno si avvicinasse e fossero lasciati al loro comportamento naturale. il sindaco ha tenuto a precisare che ha parlato sulla base di indicazioni scientifiche provenienti dal Museo Naturale di Calimera. Perché voi vi siete comportati in maniera differente?

Non entriamo nel merito delle indicazioni che il sindaco ha voluto dare ai suoi cittadini.  Il nostro intervento, come sopra spiegato, ha una valenza diversa, di carattere nazionale per valenza conservazionistica.

 

9 Sempre il sindaco di Melendugno sostiene che i lavori Tap in mare avvengano provocando un rumore infernale 24/h e di notte con un’illuminazione artificiale a giorno: c’è a vostro avviso correlazione fra essi e i casi di spiaggiamenti di foche negli ultimi giorni?

Non disponiamo di elementi conoscitivi a tale riguardo.

 

10 Per il ministero dell’Ambiente, di cui l’Ispra è emanazione, è più importante consentire a Tap di proseguire i lavori – ricordo che la magistratura è intervenuta il mese scorso rinviando a giudizio i vertici di Tap e altri esecutori dei lavori, il processo con pesanti capi di imputazione a loro carico inizierà l”8 maggio – NON prendendo provvedimenti per fermarli in questo periodo, favorire quindi nei fatti la Tap; oppure sono più importanti le foche, le specie protette, le barriere coralline, l’habitat naturale del Salento?

ISPRA è Ente pubblico di ricerca nazionale che opera a supporto del Ministero dell’Ambiente per la Tutela del Territorio e del Mare su molteplici aspetti. L’intervento da noi condotto ha avuto l’obiettivo di contribuire, per quanto possibile, alla salvaguardia di una specie protetta di particolare valenza conservazionistica.
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LA RICERCA nel nostro articolo di due giorni fa

LA TRISTE FINE DI ‘Apulia’, UNA CUCCIOLA DI FOCA, “SALVATA” SOLO PER POCHE ORE E CHE NON POTRA’ RITORNARE NEL SUO MARE NEPPURE DA MORTA: FINIRA’ IMBALSAMATA IN UN MUSEO. PER ADESSO DIVAMPA GIA’ LA POLEMICA SUI SOCIAL: “Abbiamo ancora molto da imparare noi umani, presuntuosi e arroganti”

Category: Cronaca, Politica

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Comments (2)

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  1. Stef Atrebil - tramite Facebook ha detto:

    Nonostante le domande fossero molto puntuali e ben formulate le risposte, a mio parere sono evasive, eppure tra le righe, a mio avviso, si possono cogliere i non detti.
    Resta senza chiara risposta se l’ordine di transennare la zona, di fatto impedendo ad Apulia di tornare a mare, come si vede chiaramente nel video, sia stato impartito da Roma o meno. Perché per una giornata quasi intera è stato negato il mare a questa povera creatura?
    Inoltre somministrare antibiotici ad un cucciolo, specie se debilitato come dicono( lo era davvero?) non crea altro che gravi scompensi, come affermano esperti totalmente in disaccordo con tali pratiche.
    Nessuno può escludere che la cucciola sarebbe morta ugualmente, ma ritengo personalmente che sarebbe stato più dignitoso lasciare che la Natura facesse il suo corso, anche perché di contro nessuno potrà mai dire con certezza che la sua mamma non fosse in mare, da qualche parte, ad aspettarla. Per ultimo rimane, per me, un grosso dubbio sulle foto…e chiamiamolo dubbio.

  2. Oreste Caroppo - tramite Facebook ha detto:

    Sulla questione dell’incarceramento del cucciolo sembrano sgusciare via senza rispondere!

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