CANTA CHE CI PASSA

| 13 Marzo 2020 | 1 Comment

di Giuseppe Puppo______

Almeno, dopo giorni di brutte notizie, una notizia bella.

Qualcosa di bello, certo, che ci accomuna, e servirà a farci passare la quarantena, anzi, farà passare la notte buia, sì, “Adda passà ‘a nuttata“.

L’iniziativa, infatti, è partita da Napoli, e zone limitrofe, ed è normale. Là la musica ce l’hanno tutti nel dna,  risuona dalle radio libere da una casa all’altra in certe zone della città, e le ragazzine hanno i loro idoli, che non sono quelli delle classifiche e dei talent, bensì interpreti locali, eppure popolarissimi.

Poi, come si sa, non perdono occasione per mettersi a cantare di persona, nonostante la faccia di sufficienza di qualche presente, tipo quella di Massimo Troisi al matrimonio della sorella nel film “Ricomincio da tre”.

E’ iniziata da poco, dall’altra sera. Ma oggi si continua, ‘stasera intanto si replica, ore 19.00, poi si vedrà: i video girano sui social, si fa sempre più fitto il tam tam di Facebook e di WhatsApp.

E’ partita l’altra sera a Salerno, quartiere di periferia, palazzi popolari, luci accese nelle case e molti sui balconi a cantare l’Inno di Mameli (nella foto).

A Benevento, un gruppo di ragazzi con tanto di tamburrelli alle finestre, hanno improvvisato una tammurriata anticoronavirus, sull’aria della storica tammurriata nera.

Napoli capitale non poteva restare insensibile. Hanno rilanciato alla grande, per caso, ma con effetto dirompente, ecco molti ad intonare “Abbracciame“, una canzone di cinque anni fa, ma la scelta non è stata certo causale, di Andrea Sannino, uno di quei cantanti neomelodici di cui vi dicevo prima.

Bene, allora, per citare lo storico Roberto Murolo, “Tenímmoce accussí: anema e core“: servirà ad esorcizzare la paura, farà crescere la speranza. Che ce la faremo. Che andrà tutto bene.

 

 

Category: Cronaca, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuseppina ha detto:

    Situazioni diverse nelle aree torinesi. Gli anziani escono per la “passeggiatina” quotidiana, per prendere aria, comprare il pane, portare fuori il cane. Disubbidiscono al diktat governativo? Ci chiediamo se è meglio il “panico” da virus Covit-19. “buon senso” non è una parolaccia “in questo gravissimo momento di crisi. “usciamo per non sentirci reclusi” rispondono a domanda specifica. Non tutti sono supportati da parentela stretta o sono assistiti. Altri non rinunciano alla propria libertà/indipendenza. IMPORTANTE È NON SOCIALIZZARE.

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