SCUSATE, MA IL CANTIERE TAP NON FA PARTE DELL’ITALIA? IL SINDACO DI MELENDUGNO MARCO POTI’ E’ PREOCCUPATO PER LA SITUAZIONE SANITARIA SUL SUO TERRITORIO, DOVE TAP CONTINUA A COSTRUIRE IL GASDOTTO, NONOSTANTE DECRETI E ORDINANZE SULL’EMERGENZA SANITARIA

| 17 Marzo 2020 | 1 Comment

(g.p.)______Marco Potì è preoccupato per la situazione sul territorio del suo comune, interessato, come è noto, dai lavori per la costruzione del gasdotto Tap, lavori che non si sono fermati in questo periodo di emergenza sanitaria, come pure quelli consequenziali del gasdotto Snam (nella foto, quelli nei pressi di Frigole, marina di Lecce).

Vuole vederci chiaro, al fine di attenuare il rischio di propagazione del contagio con la presenza di questi cantieri.

Il sindaco di Melendugno si è rivolto pertanto all’Asl di Lecce, alla presidenza della Regione Puglia e alla Procura della Repubblica di Lecce, con una mail certificata, in cui chiede di intervenire.

Lamenta, il sindaco, presso i cantieri di costruzione del gasdotto Tap, la presenza di numerosi lavoratori molti dei quali provenienti da fuori regione, anche da ex zone rosse del Nord.

Chiede se con ciò non siano state violate le recenti ordinanze del Presidente della Regione Puglia che prevedono in tali casi obbligo di quarantena.

Vuole infine che sia accertata l’applicazione delle normative ora previste per l’emergenza sanitaria da parte delle aziende e delle ditte che stanno continuando a lavorare al cantiere della Tap.______

LA RICERCA nel nostro articolo immediatamente precedente

TRE ANNI NO TAP / LOTTA CONTINUA

 

Category: Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. Movimento No Tap - tramite Facebook ha detto:

    Mentre Italia e gran parte del mondo sono in balia di un virus sfuggito di mano, tra contagi in continuo aumento, morti, locali chiusi e danni economici,Tap e Snam continuano a lavorare nei cantieri tra San Foca e Brindisi non adottando nessuna delle precauzioni richieste per la limitazione dei contagi da Covid-19.
    Ci arrivano foto e comunicazioni dai cantiere che evidenziano la mancanza di dispositivi di sicurezza, quali mascherine o altro, e operai con personale tecnico a stretto contatto tra di loro nonostante la richiesta distanza di almeno un metro.
    Dalle informazione in nostro possesso la maggior parte degli operai provengono dal nord Italia, dove ci sono la maggior parte dei più grandi focolai di Coronavirus, ma sono comunque liberi di circolare e lavorare nei nostri territori senza che nessuno attui dei controlli su di loro.
    Gli operai pernottano in strutture situate tra Merine e alcune masserie nei dintorni dei cantieri.
    Chi controlla che questi operai non siano contagiati e quindi di conseguenza contagiare altre persone mentre tutta Italia cerca di stare a casa?
    Sappiamo che, subito dopo la pubblicazione dell’esposto del 16 Marzo 2020 (Prot. N. 6005) da parte del Comune di Melendugno a firma del Sindaco Marco Potì, l’azienda sanitaria locale (ASL Lecce) si è recata nei cantieri per effettuare alcune verifiche, ma nel cantiere sono stati trovati solo la metà degli operai che mezz’ora prima erano presenti.
    Che cosa è successo? Magia? Coincidenze? Oppure qualcosa da nascondere?

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