LECCECRONACHE / CARA CELESTE NOSTALGIA

| 3 Maggio 2020 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Adesso, un paio di precisazioni mi sento di doverle scrivere.

Anzitutto, che non si pensi, non si dica che sono un nostalgico. Di quella razza così ben definita da Orazio come ‘laudator temporis acti’. No, no, anche se potrebbe sembrare.

Piuttosto, condivido il pensiero, molto articolato, di Giacomo Leopardi che invita i giovani, li esorta a vivere la propria giovinezza, senza farsi mancare nulla. Ecco, su questo la discussione può aprirsi: quali sono le cose importanti, quelle a cui non bisogna rinunciare, quelle per cui vale la pena di vivere, anche in età adulta?

Succede che, col passare del tempo, col progredire degli anni e dell’età, ci accorgiamo che tutto quello su cui fondavamo la nostra esistenza, piano piano, perde di valore. Da giovanissimi, diciamolo chiaro, il sesso, il successo, il denaro erano fondamentali, ci battevamo ad occhi chiusi per ottenerne anche un poco…

Poi, dopo esperienze positive e negative, dopo l’alternarsi delle contingenze della vita, ci siamo ritrovati a cercare nuovi stimoli. E sono arrivati i Grandi Ideali, la Fede oppure l’Agnosticismo, che è il più comodo perché ti permette di alzare le spalle, scuotere il capo e assumere un’espressione distaccata…

Ecco, è allora che arriva questo momento della nostalgia. Che basta una canzone di trent’anni fa, e allora pensi subito a come eri, a come era bella lei, a cosa vi dicevate nascosti dietro le cabine…      Cose normalissime, che si fanno e si faranno sempre. Ma siccome sono legate alla ‘tua’ esperienza, e gli anni sono passati, allora hai voglia a fare lo scettico, ti senti dentro qualcosa che ti fa stare male, nulla ritorna più, e che ci possiamo fare?

E allora, come una droga, finiamo per evocare i ricordi, i sogni più belli, diciamo e pensiamo che quelli sì che erano tempi, adesso, adesso…

Siamo sinceri. Adesso si sta meglio. Ci sono mezzi, occasioni, possibilità, trasgressioni che neanche potevamo immaginarci. E non ci sono molte negatività, a parte il Coronavirus che dovremmo renderci conto, è un po’ come le piaghe d’Egitto, che servivano a far capire cosa può succedere e facevano sì che si apprezzasse lo status precedente…

Se fossimo giovani oggi, non ci verrebbe in mente nessuna di quelle nostalgie tipiche dei ‘laudatores’.

Ma non siamo più giovani: e allora diciamo con gli occhi bassi, ai diciottenni di adesso: “Vedrai, vedrai fra trenta, quaratant’anni come rimpiangerai questi momenti. Approfitta adesso, che sei giovane…”.

È il messaggio di Leopardi, l’avete mai sentito nominare il Conte Leopardi? Solo nei temi della maturità?  È vero, ma c’è sempre tempo per capire il tempo…

Fra qualche anno, sarete voi, giovani di adesso, i ‘laudatores’, non si scappa.

È l’eterna ruota della vita umana.

 

Category: Cronaca, Cultura

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