LECCECRONACHE / COSI’ SI SPARIGLIA L’ESISTENZA

| 5 Maggio 2020 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Stando a casa, forzatamente, dopo aver letto un po’ dei libri a disposizione, annoiati a fare zapping davanti alla tivù, con le parole crociate utilizzate fino all’ultimo, anche dei vecchi numeri, scrutata la collezione dei francobolli degli anni Settanta (ah, il fascino di quei vecchi pezzetti di carta, con timbri incomprensibili!), ascoltati un paio di 33 giri e scritto un promemoria per le cose da comprare domani, usciremo verso le 13 che prima c’è la fila davanti al supermercato, ci guardiamo attorno soddisfatti e mormoriamo: “Una bella scopetta è proprio quello che ci vuole!”.

Ebbene sì, lo confessiamo: giochiamo a scopa con un programmino che abbiamo trovato sul computer, trasportato sul telefonino e continuamente aggiornato con pubblicità sempre diverse.

Perché, adesso, le cose funzionano così: che, invece di ritrovarti con altre persone, amici o semplici avversari, a giocare a scopa, scopone, magari a poker, e trascorrere un po’ di ore senza altri pensieri se non quello di ‘sparigliare’ o ‘rilanciare’, ti rintani in un angolo in penombra e con l’immancabile telefonino davanti a te, inizi a giocare.

Giochi contro altri contendenti che sono come te, identificati da un numero o, nel migliore dei casi, dal nome e da un’approssimativa foto. Hai a disposizione anche la possibilità di inviare un breve messaggio, come ‘Ciao’ oppure ‘come stai?’, ma è il gioco che ti coinvolge subito, soprattutto a scopa, che se ci stai a pensare troppo per decidere quale carta mettere sul tavolo, è il programma del computer che sceglie per te. E lo fa in modo assennato, probabilmente fa il calcolo delle carte già uscite, oppure è programmato con alcune regole fondamentali, che la saggezza salentina conosce molto bene, come ‘Puru li fessa fannu scopa di cinque’ oppure ‘L’asu e le mutande nu se calanu mai’.

Sta di fatto che, tra una partita e l’altra, per guadagnare le monete che se ne vanno, si possono vedere spot pubblicitari /(che palle!) oppure partecipare a giochini con premio in palio…  Tutto ben organizzato, insomma, per farti rimanere attaccato al video a lungo, finché non hai perso tutto…

Tra l’altro, puoi inserirti in una squadra (io ho scelto Lecce 2, perché Lecce era esaurito…) e contribuire alla promozione nella serie superiore…

Una droga, insomma. Una piccola letale droga che serve a farti capire cosa siamo diventati: schiavi di un giochino che ci fa trascurare, ad esempio, di guardare le piante del giardino, constatare come la primavera abbia fatto risvegliare i rami che erano spogli e sembrava impossibile che sarebbero ritornati a verdeggiare. Oppure osservare i gatti che si inseguono e mettono in scena bellissime storie d’amore e di guerra. O, ancora, alzare gli occhi al cielo e osservare le nuvole, trarre dalla loro forma auspici e oroscopi, come facevano gli antichi, come la ‘nefelomanzia’ di uno splendido racconto di Tabucchi.

Già, ci rendiamo conto che trascuriamo la Vita, attorno a noi, per rallegrarci di aver fatto scopa, in un gioco virtuale, con avversario che non conosciamo, in tempo che non è il nostro, è solo un surrogato, la Vita è fuori.

Ma non possiamo uscire.

Category: Cronaca, Cultura

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