GENERALE, QUESTE CINQUE STELLE, QUESTE CINQUE LACRIME SULLA MIA PELLE. CHE SENSO HANNO?

| 26 Novembre 2020 | 2 Comments

di Giuseppe Puppo______

Al primo giorno di scuola, il Consiglio Regionale della Puglia ha eletto oggi Loredana Capone del Pd presidente dell’assemblea regionale, una carica istituzionale che, se pur priva di potere effettivo,  comunque assicura una certa visibilità e una certa disponibilità.

Ma la notizia è un’altra: l’ha fatto con una maggioranza allargata da cui il centro destra si è chiamato fuori a tutti i livelli, ribadendo la volontà di fare l’opposizione;  mentre è entrato a farne parte – della nuova maggioranza regionale, che così ricalca quella governativa nazionale – il Movimento 5 Stelle, al quale, in virtù dell’accordo raggiunto, toccheranno ora un assessorato, presumibilmente al welfare, la cui delega è stata congelata da Michele Emiliano, e altre regalie e onorificenze del sottobosco della politica, del resto già cominciate in data odierna.

In questa notizia, fa a sua volta notizia Antonella Laricchia, che era stata il candidato presidente alle recenti elezioni, un po’ il generale del partito, pardon, del Movimento, che si era presentato con una precisa, puntigliosa, a tratti documentatissima forza di opposizione al sistema di Michele Emiliano.

Ora, oggi, si è chiamata fuori da quella che ha definito un’operazione di potere, un poltronificio, perseguita nelle segrete stanze del Palazzo, e attuata dai suoi colleghi pentastellati eletti in Puglia in spregio a ogni etica di quel che fu il Movimento, e pure di quel che ne rimane, ed ad ogni decenza, “col favore delle tenebre”, per citare una frase del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rimasta famosa per l’effetto contrario dimostrato nei fatti, rispetto alla dichiarazione di intenti.

 

L’ha fatta, la sua “dissociazione”, Antonella Laricchia, col bello della diretta in video streaming, durante la sua dichiarazione di voto in Consiglio Regionale (nella foto), in cui, visibilmente provata, in un mix di rabbia e di sdegno, mostra lacrime e singhiozzi, e arriva a dire che, se potesse, restituirebbe i voti presi ad uno ad uno agli elettori che l’hanno votata.

 

La politica son lacrime, singhiozzi, sudore e sangue, sono passioni, son notti insonni, pasti saltati, strade e autostrade coperte vorticosamente, giorni senza fiato; sono energie bruciate, sono ideali e son pure compromessi, certo, mediazioni, ammissibili se rimangono al di sopra del limite della decenza.

 

Ad Antonella Laricchia vanno riconosciuto, oggi,  i complimenti, per quel che ha fatto, e per come l’ha fatto.

Io, voglio credere, anzi: mi sbilancio: lo credo, che sia stata sincera, che non si tratti di un gioco delle parti, che il travaglio di quel che fu il Movimento e di quel che ne resta, sia autentico.

 

Questo non significa espungere il giudizio dalla Storia, perché comunque i fatti dicono che della deriva nichilista e autodistruttrice, di una realtà politica in cui in tantissimi hanno creduto e per cui in tantissimi hanno lottato – peggio: di un sogno – lei è stata complice, se non artefice,  a cominciare dal Capodanno del 2018, dalla famigerata epurazione degli attivisti a favore della scelta per le candidature alle imminenti politiche, assegnate dall’alto e dal remoto alla nomenklatura di partito, ché già partito era diventato allora, col favore delle tenebre.

 

Ne sono seguiti tutti i tradimenti di questi due anni, a proposito di tutte le principali questioni politiche di cui avevano fatto la loro bandiera, dall’ Ilva alla Tap, e il cui elenco è troppo lungo e del resto ampiamente conosciuto, per doverlo ricordare qui di seguito.

Oggi, proprio ancora oggi, in un commento su Facebook ai fatti in questione, nello schierarsi con la dissidente, il leader ombra nazionale Alessandro Di Battista scrive che “coerenza e rispetto alla lunga pagano”, capito? E questa lezione di coerenza e rispetto per gli elettori in Puglia che viene da Alessandro Di Battista, ha del fenomenale.

 

Va beh.

Oggi si è consumato a Bari, al Consiglio Regionale della Puglia, una pagina amara della deriva partitocratica e affaristica della politica.

Sapete chi sta meglio di tutti, anzi, gli unici che stanno bene? Gli elettori di centro destra, per quanto la coalizione sia uscita battuta – e certo ci han messo pure del loro – alle elezioni. Ma se ora sapranno fare un’opposizione incalzante e incisiva, di denuncia e di coerenza, ma soprattutto, e soprattutto in forme nuove, di protesta e di proposta, potranno acquisire autorevolezza e accreditarsi quale forza di governo, costruendo il futuro, ché poi la politica costruire il futuro è.

 

Del Movimento 5 Stelle ho detto, e per loro futuro non ne vedo.

 

E gli elettori di sinistra?

Oggi il loro Michele Emiliano, ha realizzato il suo sogno, di completare una maggioranza, quella che l’ha portato alla riconferma,  senz’arte né parte, una coalizione marmellata rancida, indigesta, francamente imbarazzante, fatta di transfughi, ex ed ex degli ex, che spazia dall’estrema sinistra all’estrema destra, tenuta assieme solamente dagli interessi del sotto sottobosco della politica, dalla gestione degli incarichi, delle nomine e delle clientele, una riedizione postuma del più bieco trasformismo storico, e una compiuta attualizzazione del familismo amorale.

Nelle ultime settimane, negli ultimi mesi,  sui social ho visto tanti elettori di sinistra esultare per le “vittorie” elettorali conseguite. Dico, mica esprimere soddisfazione, mica abbozzare soddisfazione con un mezzo sorriso, no, ho scritto bene: esultare.

Ora se quelli della sinistra italiana e pugliese esultano, come han fatto, per le vittorie elettorali di Michele Emiliano prima e di Joe Biden poi, ecco, son quelli che stan peggio di tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. on. Leonardo Donno, M5S - tramite mail ha detto:

    IL MOVIMENTO LAVORA PER I CITTADINI

    Rivolgo i miei più sinceri auguri all’amico e collega portavoce
    Cristian Casili (eletto Vicepresidente del Consiglio Regionale Pugliese).
    Un abbraccio a Grazia Di Bari (che sarà capogruppo #m5s). Un abbraccio grande e buon lavoro anche a Rosa Barone e Marco Galante.

    Sarò al vostro fianco e lavoreremo insieme, come sempre, per il nostro territorio per la Puglia e per tutti i cittadini che ripongono fiducia in noi.
    Oggi si dà avvio ad un percorso, basato su possibili convergenze su temi ed obiettivi ben definiti e soprattutto su un cronoprogramma che scandirà le giornate dei nostri portavoce in Regione, nelle vesti di sentinelle attive del territorio. Come sempre, da sempre.
    In questi 5 anni in Consiglio Regionale il Movimento ha intrapreso battaglie importanti, mettendo SEMPRE al primo posto IL BENE DEI PUGLIESI.
    In un momento critico come quello che tutto il Paese sta vivendo, parlare di un ingresso in maggioranza del Movimento è fuorviante e sinonimo di analfabetismo politico. Se dovessero esserci possibilità di convergenza su obiettivi da realizzare, nell’esclusivo interesse dei pugliesi, e si dovesse valutare un ingresso in Giunta, a decidere saranno i nostri iscritti al Movimento. Senza se e senza ma.
    Mi sono fidato della maggioranza dei nostri portavoce regionali mesi fa, quando si decise di intraprendere un percorso, e allo stesso modo MI FIDO oggi di chi vuole dare una possibilità alla Puglia e al
    MoVimento 5 Stelle
    .
    Auguri di buon lavoro alla squadra pentastellata, io sono con voi!

  2. Paolo Pagliaro - tramite mail ha detto:

    Nota del capogruppo in Consiglio regionale de La Puglia domani, Paolo Pagliaro:

    “Finalmente si comincia a parlare della Puglia. Questa regione ha bisogno di essere governata, non c’è più tempo da perdere”. Così Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia domani, ha esordito oggi nel suo discorso d’insediamento in Consiglio.

    Dopo aver espresso stima e apprezzamento di lunga data per la neo presidente Loredana Capone, ha però manifestato rammarico per la mancata rappresentanza nella nuova Giunta regionale di tutti i territori della Puglia, “la nostra disomogenea, lunghissima regione, la più lunga d’Europa”.

    Annunciando un’opposizione propositiva ma intransigente, Pagliaro ha incalzato il presidente Emiliano a parlare di futuro, ad andare avanti. “Nel suo programma di governo – ha osservato – ho letto la parola Salento solo a pagina 58, subito dopo Brindisi e Taranto. Ma il Salento è formato anche da Brindisi e Taranto, insieme a Lecce. Proprio nei giorni scorsi è stato stilato il protocollo d’intesa per la costituzione della Grande Area Metropolitana Terra D’Otranto fra le tre Province e i rispettivi Comuni capoluogo, in collaborazione con l’Università del Salento.
    “Buoni propostiti ma qualche punto di confusione”, ha aggiunto promettendo un’opposizione serrata su rilancio dei singoli territori.

    Quindi ha analizzato le priorità dell’agenda politica regionale, a partire dalla sanità. “È caduto il velo che nascondeva quindici anni di politiche sbagliate. Un sistema da rivoluzionare. Inaccettabile dover andare fuori regione per curarsi: nel 2019 sono stati pagati 206 milioni di euro per la mobilità passiva”.
    Altro tallone d’Achille, il ciclo dei rifiuti, fermo da 15 anni. Risultato: la Puglia paga il doppio delle tasse rispetto al Trentino, e in Salento non c’è neppure un impianto di compostaggio. “Devono finire i giri immensi dei rifiuti con costi salatissimi, ci sono privati pronti ad investire e la Regione deve dialogare con loro”, ha detto.
    Poi l’affondo sul flagello Xylella: “Danni incalcolabili nel mio Salento per l’inerzia e la mancata decisione di eradicare i primi pochi ulivi infetti. Ora serve un piano di ricostruzione del territorio, che non si limiti ai reimpianti. Serve un tavolo permanente”.
    Pagliaro ha chiesto anche massima attenzione per infrastrutture e trasporti, sollecitando il completamento della metropolitana di superficie “per cancellare la vergona delle Ferrovie Sud Est”. “Serve un piano programmatico dei lavori pubblici – ha dichiarato – per valorizzare gli aeroporti del Salento, di Grottaglie e Foggia, perché non c’è futuro senza collegamenti”.
    Ed ha battuto il tasto dolente dell’alta velocità, con il Salento tagliato fuori da questa infrastruttura fondamentale: “L’Italia non finisce a Bari – ha rimarcato – ma inizia a Leuca”.

    “Proporremo le nostre idee e soluzioni – ha assicurato – solo per il bene comune, e auspichiamo una collaborazione corretta tra maggioranza e minoranza, senza arroccamenti e arroganza”.
    “Questo sia il luogo della discussione democratica per la nostra amata terra. Siamo aperti e pronti a dare il nostro contributo in modo onesto per tutti i pugliesi, i salentini e i dauni”, ha concluso.

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