PREZIOSI, I “Taccuini d’artista” DI DONATO DI POCE

| 3 Gennaio 2021 | 0 Comments

di Anna Boschi______

Da diversi anni il poeta, scrittore e critico d’arte Donato Di Poce ricerca e indaga con profondità e passione l’anticamera di quell’opera d’arte che nasce dal pensiero, dalla conoscenza e dalla creatività di un artista contemporaneo.

Appunto l’anticamera, cioè “l’idea” che l’artista fa nascere, progetta e incide nella sua mente per trascriverla e riportarla poi al momento opportuno,  con definitiva chiarezza interpretativa,  sul supporto  ritenuto piu’ adatto a ricevere l’opera e a darle vita.

 

Spesso però l’artista sente invece il bisogno di far nascere la sua opera prendendo prima appunti su agende, notes, quaderni che lo stesso porta sempre con sé per illustrare ed arricchire i fogli di segni, tracce,  disegni, cancellature, abbozzi grafici, dando vita così a preziosi e interessanti “taccuini d’artista”, ricchi di pensiero e contenuti.

 

Questi universi grafici sono ”viaggi” all’interno di un percorso personale che conduce a un dialogo di riflessione estetica tra l’artista e la realtà che lo circonda.

Sono pagine di vita quasi segrete, tracce di un racconto intimo che sull’onda di emozionanti grafie avvolgono i “taccuini” di una magia particolare. Questi “oggetti privati”  contenenti appunti e disegni preparatori per un’eventuale opera d’arte che potrebbe vedere la luce in un breve tempo possibile, sono altresì più intensi e carichi di emozione in quanto possiamo toccarli, sfogliarli, osservarli in ogni momento, arricchendoli di nuove idee, di ulteriori schizzi, di rinnovate riflessioni, rendendo le pagine sempre più vive ed autentiche.

 

L’interesse di Donato Di Poce (nella foto) verso questi gioielli di concettualità, fantasia e studi preparatori lo ha portato a scrivere un libro molto interessante – TACCUINI D’ARTISTA “Artist notebooks & Poetry Box” , uscito il mese scorso per le Edizioni I Quaderni del Bardo di Stefano Donno (184 pagg. 25,50 euro), in cui lo scrittore si immerge profondamente nella particolarità della storia dei taccuini di grandi artisti del passato e gli sviluppi contemporanei.

 

Ed ecco che questi oggetti unici, opere volutamente non finite per poter r-accogliere tutte le sfumature di un progetto in divenire, di un pensiero errante che tramite una nuova idea produce continuamente emozioni,  appaiono tra le geniali e preziose mani di Leonardo da Vinci (i famosi Codici), nelle mani di Van Gogh , Duchamp,  Picasso, Artaud, Christo, Fellini ed altri fino ai grandi artisti/graffitisti Keith Haring e Basquiat, per i quali il taccuino, denominato da loro stessi in modo diverso, rappresentava invece il “luogo” intimo e segreto per esprimere liberamente,  di fronte a qualsiasi impressione visiva ed emotiva, tutte le sensazioni ricevute sia positive che negative, ma al contempo con la possibilità di ri-trasformarle di fronte a qualsiasi situazione in cui si fossero venuti a trovare, in attesa di riportarle poi nell’opera finale definitiva.

 

Anche per la Mail Art (arte postale) – un “fenomeno” artistico che, partendo dall’ideatore del network, l’artista americano Ray Johnson, ha inglobato tutte le Nazioni del mondo –  credo si possa affermare che altro non è che un immenso “taccuino d’artista” collettivo planetario, in quanto le opere circolanti a mezzo posta si avvalgono di una comunicazione fatta di note, segni, appunti di incontri significativi, tracce di eventi, cancellature e scritture, come se uscissero da un immenso e meraviglioso diario universale.

 

Altrettanto si potrebbe dire della Poesia Visiva, una corrente artistica che fonda le sue radici sul rapporto parola-immagine. Spesso le opere, oltre ad immagini tratte da riviste e pubblicità per riproporle in chiave demistificante, riflettono tracce di pensiero, lettere alfabetiche, spezzoni di parole, sguardi sul mondo e tutto diventa un affascinante “notebook”  in cui si riversa una scrittura colma di significati e poesia.

 

E l’”asemic writing”, oggi in grande evoluzione, sottolinea ancora di piu’ il significato di “taccuino d’artista”.

Quindi, taccuini come diari della nostra esistenza, come racconto continuo e mutevole, come appunti di istanti irripetibili, ma da riversare poi con chiarezza di pensiero sulla tela della vita.

 

 

 

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Category: Cultura, Libri

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