LE PERIFERIE DEL SUD ITALIA GLOBALIZZATO: UN’ANALISI DI “Gomorra”

| 30 Gennaio 2021 | 0 Comments

 

leccecronaca.it HA SEGUITO LA LEZIONE INAUGURALE DELLA PROFESSORESSA ANGELA MAIELLO DI UN DOTTORATO DELL’UNISALENTO, ECCONE IL RESOCONTO, CON DOCUMENTAZIONE ICONOGRAFICA. NELL’OCCASIONE RIPROPONIAMO UNA NOSTRA INCHIESTA SULLE SERIE TV

di Carmen Leo______

“In questa recente ricerca, è mia intenzione di evidenziare l’interesse suscitato dai paesaggi del Sud Italia nel panorama delle fiction e serie tv, soprattutto in quella serialità che diventa prodotto esportabile all’estero, essendo essa anche un’industria di produzione di format destinati al grande pubblico.

Mi soffermerò, nel corso di questo mio intervento, principalmente sulla serie GOMORRA, probabilmente la più importante e nota e la prima in assoluto ad essere esportata oltre confine e tradotta in diverse lingue, che ha riscosso un enorme successo di pubblico, dal momento che le serie tv sono diventate il prodotto audiovisivo più largamente popolare trasversale, grazie alla stretta connessione che esse intrattengono con l’ambiente mediale in cui viviamo. Fondamentale la caratterizzazione del paesaggio nelle serie tv.

Il punto di partenza della nostra analisi ci porta a chiederci che tipo di paesaggio sia quello presentato in GOMORRA.

Sarebbe bene chiarire che il paesaggio non è mero sfondo o rappresentazione folkloristica di un territorio, ma è una costruzione sapiente e dettagliata di  quello spazio-ambiente che è la periferia di Napoli, la famigerata Scampia, attraverso uno specifico uso delle immagini”.

 

Così Angela Maiello, 35 anni, nata a Napoli, (nella foto sopra),  ricercatrice di Cinema, Fotografia e Televisione presso il dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, ieri,  durante un’interessante video conference in apertura del corso di dottorato di ricerca in “Scienze del Patrimonio Culturale 2021” del Dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento. 

La Maiello, giovane, ma già molto affermata studiosa nel campo,  si occupa da tempo di serie tv, nuovi media e cultura digitale, è anche autrice di numerosi saggi.

 

A fine 2019 il New York Times ha stilato una classifica delle più importanti serie tv del decennio. Al quinto posto, unica italiana, Gomorra – La serie, di Stefano Sollima. Se è vero che la tradizione hollywodiana ha notoriamente attinto all’immaginario mafioso italiano, è altrettanto vero che GOMORRA riesce a riarticolare quell’immaginario, innanzitutto a partire da una nuova rappresentazione del Sud Italia.

Che ruolo ha il paesaggio del Sud in questa rimediazione dell’immaginario criminale italiano? Quale rapporto si crea tra mondo del racconto e mondo reale? A partire da una riflessione sul sistema creativo e produttivo legato alla serialità, nel corso del webinar si è cercato di far emergere come esso contribuisca alla creazione di una nuova immagine del Sud in cui la dimensione globale e quella locale riescono a stare insieme e ad agire efficacemente l’una sull’altra.

“Il paesaggio dipinto in questa fiction è un ibrido in cui coesistono elementi iconici della tradizione e scorci  di quelle che potremmo definire essere le macerie della modernità che ha toccato il Sud e ne ha fatto una sorta di vittima.

Questa periferia si trasforma in centro propulsivo di una sfera dell’economia mondiale importantissima. Tale rapporto tra narrazione, paesaggio e mondo globalizzato è centrale nel prodotto seriale e, dunque, anche in GOMORRA, dove molto interessante è il rapporto tra globale e locale. 

Centrale è il rapporto che si viene a creare tra il territorio, la sua specificità e la modernità.  Il tema di GOMORRA si inserisce in queste variabili come la ricerca, la lotta e la guerra che si attiva per il potere.

Tema che deve essere esperito attraverso un mondo, e quello creato in questa serie è quello del crimine  organizzato in una periferia napoletana post contemporanea al tempo dello spettatore. Si raccontano le malefatte di spacciatori di droga e appartenenti a organizzazioni criminali di stampo mafioso, con ramificazioni nel mondo degli affari e in quello della politica.” – continua la professoressa Maiello.

GOMORRA si concentra fin da subito sulle lotte di potere, sui tradimenti e i voltafaccia interni al “sistema” e ai clan, primo tra tutti quello comandato dalla famiglia Savastano.

Nessun personaggio è al sicuro, tra echi shakespeariani nelle relazioni tra padri e figli, boss e sottoposti, fratelli di clan.

La serie mescola il realismo della violenza, del dialetto e delle situazioni criminali con uno stile visivo stilizzato e cupo.

L’assenza assordante delle forze dell’ordine, almeno fino alla quarta stagione, assieme alla fotografia livida e all’uso narrativo delle musiche, contribuisce a una oscurità senza speranza che scongiura il rischio di mitizzazione dei criminali.

GOMORRA è stato molto innovativo, perché ha rappresentato un mondo di cui l’Italia si è vergognata per molto tempo, in quanto è stato un momento di rottura rispetto al buonismo largamente diffuso nelle altre produzioni, principalmente nelle serie anglosassoni.

“Le serie tv sono l’ultima tappa in ordine cronologico di quell’articolato percorso iniziato all’inizio del secolo scorso di progressiva industrializzazione del processo artistico creativo, che ha avuto come suo principio proprio quello della riproducibilità tecnica e della ripetizione e che ha nel cinema il suo agente più potente”.

Conclude così la ricercatrice in questa sua interessante video conference sul tema del successo delle serie televisive, particolarmente quelle ambientate nel meridione d’Italia, focalizzando l’attenzione sul setting, sulla collocazione geografica che diviene un tutt’uno con l’anima e la psicologia dei personaggi descritti e rappresentati e che, a nostro modesto parere, è ciò che determina il grande interesse ed il relativo successo che il pubblico riserva ad esse.______

LA RICERCA nella nostra inchiesta sul fenomeno delle serie tv in quattro puntate del luglio 2019

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Category: Cultura

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