“Chi ci troveremo davanti a fine emergenza?” PARLANDO DEI SUOI ROMANZI, CON leccecronaca.it CARLA VISTARINI RIFLETTE SUGLI SCENARI FUTURI CHE RIGUARDANO IL PUBBLICO DELLO SPETTACOLO E DELLA CULTURA

| 16 Marzo 2021 | 0 Comments

­di Maria Antonietta Vacca_______Solo qualche giorno fa in tv si è parlato nuovamente di lei in quanto unica donna Direttore artistico nella storia del Festival di Sanremo.

 

Ma questa è solo una medaglia della lunga e poliedrica carriera di Carla Vistarini.

Ha scritto canzoni indimenticabili per cantanti come Ornella Vanoni, “La voglia di sognare”, Mina, “Buonanotte buonanotte”, Mia Martini, “La nevicata del ’56”, Patty Pravo, Riccardo Fogli, Amedeo Minghi, Renato Zero.

Ha scritto i testi per alcuni dei programmi televisivi di intrattenimento di maggiore successo fra gli anni Settanta e Duemila collaborando, fra gli altri, con Gigi Proietti, Loretta Goggi, Fabio Fazio, Maurizio Costanzo.

E’ autrice di commedie teatrali premiate dalla critica come “Ugo” con Alessandro Haber, e di sceneggiature di film come “Nemici d’infanzia” di Luigi Magni con cui ha vinto un David di Donatello.

Poi, i suoi libri. “Se ricordi il mio nome” è il suo secondo romanzo pubblicato da Corbaccio,  dopo “Se ho paura prendimi per mano”. “Città sporca”, edito da Mauri Spagnol, fu invece il suo romanzo d’esordio.

Una predisposizione naturale al racconto, che ha finalmente trovato modi e spazi per essere espressa anche nella narrativa.

Ne abbiamo parlato direttamente con lei.

 

D – Signora Carla, dopo una carriera densa e intensa, colma di traguardi significativi,  è arrivata  per lei  l’affermazione anche come scrittrice di romanzi.
Un cameo giunto inaspettatamente, o un sogno nel cassetto che aspettava che i tempi fossero maturi?

R – Televisione, discografia, teatro e cinema, sono attività molto impegnative per un autore. Per molti anni hanno preso tutto il mio tempo. Per scrivere libri ci vogliono calma e concentrazione, privilegi che mi sono potuta concedere solo recentemente, in questi ultimi tempi, diradando proprio gli impegni televisivi e musicali. I libri poi consentono a uno scrittore di incontrare il lettore attraverso la pagina scritta, senza la mediazione di un interprete, che sia attore o cantante, e questo per me è stato un ulteriore traguardo che mi ha permesso di confrontarmi col pubblico direttamente e intessere con le persone un dialogo profondo ed emozionante.

 

D-“Se ho paura prendimi per mano” e “Se ricordi il mio nome”, arrivati dopo “Città sporca”, raccontano un legame inusuale e improbabile, ma proprio per questo unico e forte, tra una bimba apparentemente fragile che la vita rende forte ed un uomo apparentemente forte che la vita ha reso estremamente vulnerabile.
Due facce della stessa medaglia?

R – La forza e la fragilità possono certamente coesistere in una persona. Più sfaccettature ha una personalità e più è interessante descriverla in un libro. Come peraltro è interessante farsene guidare, quando il personaggio prende una forma precisa e autonoma. E questo credo sia senz’altro accaduto con la piccola bambina protagonista dei miei romanzi, detta la Nanetta, e il senzatetto che se ne prende cura, lo Smilzo. Due “cuori teneri che non tremeranno mai”, se mi posso permettere di citare un verso di una mia canzone scritta per Mina: “Buonanotte Buonanotte”.

 

 

D – Signora Carla, i suoi racconti ci consentono di vivere le vicende insieme ai protagonisti del romanzo, quasi come se fossimo presenti. Viene quindi spontaneo immaginarne una sceneggiatura. Lo ritiene realizzabile?

R – La domanda andrebbe rivolta a un produttore. Io sono “solo” una sceneggiatrice, onorata da un Premio David di Donatello, e quindi scrivo i miei romanzi pensando già in termini visuali, e tagliando i capitoli come scene di un film al montaggio. E certamente la storia di Nanetta e Smilzo è già concepita come una “serie”. Ma, come dicevo prima, sono i produttori che intervengono sul progetto per realizzarne un film o una fiction. Quindi vedremo.

Non anticipo mai ciò che non è certo.

 

 

D – Ora, agganciandomi alla stretta attualità, non posso non chiederle una sua riflessione sul tempo che viviamo e i coinvolgimenti diretti e indiretti sulla cultura e sullo spettacolo, in specie sui lavoratori del settore e sulle prospettive future….

R – Per tutti, ma forse soprattutto per chi lavora direttamente o indirettamente nei campi della cultura, dell’arte e dello spettacolo, questi sono tempi durissimi. Interi settori sono fermi, in modo tragicamente innaturale, mentre il mondo comunque va avanti, anche se in maniera incerta e difficile.

Non entro nel merito dell’opportunità di riaprire se, come e quando i teatri, i cinema, gli spazi artistici, decideranno gli esperti, ma mi auguro che avvenga quanto prima per la stessa capacità di sopravvivenza del settore, che è allo stremo.

Quello su cui mi soffermerei a riflettere è su ‘chi’ ci troveremo davanti a fine emergenza. Penso che la società, e quindi il pubblico, saranno diversi da prima, provati dalle difficoltà, dall’isolamento, dalla depressione, dal monopolio martellante della televisione, e quant’altro. E quindi tornare a coinvolgerli, affascinarli, divertirli, e farli riflettere non sarà come se nulla fosse accaduto, anzi. Sarà una sfida nuova per tutti: attori, autori, tecnici e via discorrendo.

Una sfida importante, creativa ed entusiasmante. Una nuova rinascita.

 

Category: Cultura, Libri

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