DISAVVENTURE CASALINGHE DA LOCKDOWN FORZATO / QUELLA MALEDETTA TAVOLETTA DEL WC DA CAMBIARE

| 16 Marzo 2021 | 1 Comment

di Raffaele Polo______

Mi rendo conto di affrontare un argomento difficile, difficilissimo. Credo, anzi, che nessuno scrittore lo abbia mai messo nero su bianco, io non sono uno scrittore (mi piacerebbe…) ma ci provo lo stesso.

Costretto a casa dalle ormai arcinote disposizioni anti-Covid, ho deciso di sostituire la tavoletta del water, che mi accompagna fedelmente da parecchio tempo. Ora, io sono negato per i lavori manuali. Ma, mi sono detto:’Dopotutto, non è un’impresa di gran conto. Si tratta di svitare due bulloni e rimpiazzare con la nuova tavoletta quella vecchia’. E mi sono sentito come l’Italia quando doveva affrontare la Corea…

 

Sta di fatto che non conoscevo granché del mondo dei sanitari, che sono tra gli oggetti più difficili e pericolosi da trattare, lo sanno benissimo anche gli idraulici che evitano come la peste questo aspetto particolare del loro mestiere.

Anzitutto la posizione è scomodissima, raggiungere i bulloni è un’impresa, non vi dico poi svitarli dopo che si sono praticamente saldati alla lunga vite…

 

Tra sbuffi, affanni, dolori di schiena, mi è sembrato di rivivere le pagine immortali di Jerome K. Jerome. Ovvero ‘Zio Podger attacca un quadro’ e ‘Questa ruota balla’ (NdA: Leggete questi due piccoli capolavori e capirete molto del mondo che ci circonda..)

Alla fine, però, sono riuscito nella non facile impresa di smontare la tavoletta vecchia.

E ora veniva il bello perché ho scoperto che, nella confezione di quella nuova, c’erano decine di pezzetti di ferro e plastica e solo un minuscolo foglietto con alcune immagini sbiadite che indirizzavano ad un corretto montaggio.  Ci ho messo un’ora per capire come andavano fissate le viti e un’altra ora a cercare di realizzare quello che lo striminzito schemino mi indicava.

 

Dopo inutili tentativi, con una decisione motivata anche se dolorosa, ho deciso: quel nuovo copriwater non andava bene. Meglio, molto meglio rimettere a posto quello vecchio…

E, dolorante e affannato, ho cercato di recuperare quello che avevo avvitato con forza: e sono rimasto incastrato, seduto in una posizione incredibile, semi abbracciato al water e incapace di muovermi.

Dopo lunghi minuti di panico, lentamente e con circospezione, mi sono districato e, sospirando, ho rimesso la tavoletta vecchia che sembrava dirmi, con tono sarcastico: ‘Hai visto cosa capita a voler fare qualcosa per la quale non si hanno le cognizioni?’ Il senso era quello, anche se non credo che i copriwater usino questo linguaggio forbito.

Ho stretto i bulloni con le dita, non c’è stato verso di arrivare con pinze e bussole nei pressi del maledetto dado…

Alla fine, la tavoletta è tornata al suo posto, traballante e sbilenca.

Ho riposto gli attrezzi, ho pulito alla bell’e meglio, mi veniva da piangere…

Meno male che, poi, è venuto mio figlio che, sorridendo ironico, in tre secondi ha sistemato tutto.

E, come negli antichi scritti educativi greci, viene indicata la ‘morale’, ecco che sono qui a sintetizzarla:

Non fate ciò che non sapete fare;

Lasciate perdere le tavolette e i copriwater, sono trappole infernali;

Nelle forzate permanenze in casa (da CoronaVirus) leggete un libro o guardate la Tv;

Non criticate i figli: essi sono la vostra miglior risorsa….

(Capito perché nessuno scrittore aveva mai affrontato l’argomemento? Neanche D’Annunzio o Foscolo, neppure Tolstoi o Camilleri, niente neanche da Sveva Casati Modignani…)

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca

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Comments (1)

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  1. direttore ha detto:

    Allora, Raffaele Polo, vedi che c’ho i fornelli della cucina che a uno a uno mi stanno abbandonando, non arriva più il gas, me n’è rimasto funzionante uno solo e non so chi chiamare…Invocando i criteri di necessità e urgenza previsti dall’ultimo decreto, ti dispiace se ti fai una auto giustificazione e appena puoi passi da casa mia, per dare una sistemata?

    Se sopravviveremo al tuo intervento e il palazzo non salterà in aria dopo avrai un altro ottimo argomento su cui scrivere

    No, dai, non mi piacciono le smancerie, ma la tua modestia merita risposta esterna: hai scritto un brano degno di quei grandi scrittori che leggevamo un tempo, e che chissà perché nessuno legge più, se permetti io aggiungerei a quello da te citato anche Giovanni Mosca e Giuseppe Marotta, questa tua storia della tavoletta del wc è degna della grande tradizione del Novecento, complimenti e grazie per onorare leccecronaca.it con la tua preziosa collaborazione

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