CI STIAMO AUTO-DISTRUGGENDO

| 13 Agosto 2021 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______Nero, nero, distruzione e morte. E polvere, polvere che il vento appresso sparge gonfio di veleni. Il fuoco dà gli ultimi sussulti covando sotto la cenere, e i tizzoni ancora ardenti. Le fiamme, appiccate da menti lesionatissime, folli quanto criminali, hanno compiuto il loro corso di distruzione. Alberi che danno ossigeno e ispirano la vita, non ce ne stanno più, in un’area di quasi cinquecentomila metri quadrati di macchia mediterranea, fra Otranto e Santa Cesarea Terme, sopra Porto Badisco.

Se fosse arrivato ‘stamattina, Enea avrebbe visto da lontano e avrebbe invertito la rotta, per cercare da un’altra parte la sua  terra promessa.

 

Ora un paesaggio spettrale appare inedito al nuovo giorno. E’ tutto nero, nero, distruzione e morte. Qui adesso il sole non feconda più questa bella d’erbe famiglia e d’animali. 

 

Madre Natura è stata ferita, vilipesa, offesa, straziata un’altra volta, dall’incuria del tempo e degli uomini, dall’incapacità, dall’inettitudine, dal menefreghismo, dei politici dei governi nazionali e regionali, dalle speculazioni, dagli affarismi che stanno montando, in spregio alle leggi, anzi, in ossequio alle leggi, in cui son pronti a penetrare fra le pieghe, per nuove piaghe da infliggere al nostro territorio, questo Salento bellissimo, e sfortunatissimo, assediato da opere inutili e dannose, con la più alta percentuale di desertificazione del territorio dell’Italia intera, presidiato dai due Mostri dell’Ilva e di Cerano, trivellato nei mari, avvelenato da decenni dall’impiego della chimica nelle coltivazioni agricole.

Poi, dice che è arrivata la Xylella.

Terra fertile ormai solamente per affaristi e speculatori.

Di terra buona ne rimane di giorno in giorno sempre di meno. Fino a quanto anche la famiglia degli umani si estinguerà, oramai è solo questione di tempo. Forse l’apocalisse potrà ancora essere evitata. Forse. Forse è già cominciata, questa mattina, con la zona di Porto Badisco che ci dà come appare ora l’icastica rappresentazione di quello che ci aspetta.

Ci giochiamo tutti insieme le ultime, poche carte che ci restano?

Dobbiamo, ognuno per come può, per quello che può, fare rete, dobbiamo fare comunità, e protestare, gridare, urlare, bestemmiare se necessario.

Qualcuno magari sentirà il fiato sul collo.

Allora muova il culo, subito, e si dia da fare  senza lo scaricabarile delle responsabilità che in Italia non si capisce mai bene di chi siano, in maniera tale da consolidare il fatto che la colpa non è mai di nessuno.

 

Inutile fare nuove leggi. Le leggi ci sono già. Inasprire le pene non servirebbe a nulla, basterebbe applicare quello che sono già previste, nella certezza del diritto, nei confronti dei responsabili accertati, quasi sempre non pervenuti.

E’ necessaria l’educazione permanente, l’educazione civica, dalle famiglie alle scuole di ogni ordine e grado, un’attenzione spasmodica all’emergenza climatica.

Una sensibilità nuova, che ci deve vedere tutti quanti coinvolti.

Ieri il capo del nostro ‘governo dei migliori’ che nessuno ha mai eletto si è accorto del problema ed ha annunciato un piano straordinario.

Ieri, giovedì 12 agosto, dopo che son mesi che intere zone d’ Italia vanno a fuoco.

Le parole però non servono più, servono fatti.

Rinunci a qualche F 35, e compri con quei soldi un po’ di Canadair in più, tanto per cominciare.

I nostri consiglieri regionali smettano di occuparsi dei loro emolumenti, o di ascoltare i cacciatori, che fra pochi giorni faranno strame di quel che rimane della nostra fauna selvatica.

Il presidente Emiliano non faccia ancora ‘un tavolo’, ché, sempre in Italia, quando non si vuole risolvere un problema, si fa ‘un tavolo’.

Quel Michele Emiliano che vive su Facebook di torte di compleanno, campagne elettorali per i suoi amici, compagni e camerati, trame occulte di trasformismo storico e familismo amorale, prenda atto che il suo piano anti incendi, quello sì, ma non sui roghi, fa acqua da tutte le parti, e si dia una mossa.

La zona devastata da quest’ultimo, micidiale inferno salentino era da anni nel mirino dei piromani.

Ci voleva tanto ad organizzare un sistema di vedette, magari con volontari fra i residenti stessi,  24/h e/o una osservazione aerea permanente con i droni?

E gli amministratori locali da parte loro creino una mappa degli incendi scoppiati nelle loro zone negli ultimi anni, per cercare di capire che cosa ne è stato e che cosa ne sarà di quei terreni, un esercizio che sarebbe utilissimo ai fini della prevenzione.

Forse non è troppo tardi. Forse.

Dice che non è mai troppo tardi. Dice. Comunque diventi adesso l’emergenza climatica la priorità.  Oppure i nostri figli nel peggiore, i nostri nipoti nel migliore, magari saranno tutti vaccinati, ma non diventeranno mai adulti.

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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