LA RIFLESSI0NE / GLI EBREI FURONO VENDUTI DAL FASCISMO AI TEDESCHI, IN CAMBIO DI UN IMPERO, DALL’ANTIFASCISMO IN CAMBIO DELLA TRANQUILLITA’

| 6 Gennaio 2022 | 0 Comments

di Valerio Melcore_______(In alto la copia di due dei documenti dei Servizi Segreti italiani)________Ieri sera in poltrona guardavo un telegiornale, non saprei dire se su una rete Rai o Mediaset, le notizie da qualche tempo sono sempre le stesse e riguardano il Covid, i numero dei vaccini, le varianti, il Green pass, stavo per appisolarmi ma poi il toto-nomi, su chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica ha destato la mia attenzione, ma ecco che la giornalista dà una notizia che mi ha fatto svegliare di colpo.
Si tratta di un attentato accaduto 40 anni fa alla Sinagoga di Roma durante il quale fu ucciso un bambino di due anni e restarono ferite 37 persone.
Non ho compreso perché avesse ricordato questo atto di terrorismo, quello che invece mi ha colpito è stata la conclusione del servizio nel quale si sosteneva che era uno dei tante pagine della nostra storia avvolte dal mistero, che gli artefici del terribile gesto erano ancora sconosciuti.
Sconosciuti un corno!
Ma quale mistero? Non solo oggi sappiamo benissimo chi sono stati gli attentatori,  ma i nostri Servizi lo sapevano prima ancora che l’attentato fosse compiuto e i documenti che corredano quest’articolo lo dimostrano.
A sostenere che gli autori dell’attentato fossero i palestinesi  fu a suo tempo un signore che era stato Presidente della Repubblica, Ministro degli Interni e legatissimo ai Servizi segreti.
Quel signore era Francesco Cossiga, che più volte aveva ripetuto questa verità scomoda per tanti sopratutto per i suoi colleghi di partito,  e addirittura dichiarò senza mezzi termini durante un’intervista ad un quotidiano israeliano: “Vi abbiamo venduti”.

Le parole di Cossiga furono fatte passare per quelle di un vecchio pazzo, ma in seguito le parole di Cossiga furono suffragate da documenti, due dei quali li alleghiamo corredo di quest’articolo, che dimostrano come  in Italia i Governi di centro-sinistra avevano stipulato un patto col terrorismo palestinese che veniva lasciato libero di colpire obiettivi ebraici su territorio italiano, a patto che fossero salvaguardati gli italiani.

Qualcuno disse gli ebrei furono venduti ai tedeschi durante il Regime Fascista, in cambio di un impero, per molto meno, gli ebrei furono venduti ai palestinesi dal Regime Antifascista in cambio della tranquillità.

Quello che abbiamo appena scritto è di pubblico dominio, lo troviamo persino su Wikipedia.
Ci domandiamo come possa un giornalista che sta parlando in un telegiornale di un’emittente nazionale sostenere che l’attentato alla Sinagoga di Roma al pari di tante altre stragi è avvolta nel mistero?

Poi le reti Rai e quelle di Mediaset ci raccontano che la rete è piena di fake news. Poi ci lamentiamo che l’Italia venga posta tra gli ultimi posti al mondo per quanto riguarda l’informazione.

Ora è vero che altre stragi sono ammantate di mistero, o meglio, ammantate di mistero per modo di dire.
Non è questo il luogo per approfondire, ci limitiamo a dire solo che gli atti di terrorismo essendo stati utilizzati politicamente da chi era al governo e gestiva i Servizi Segreti, di volta in volta a seconda della convenienza delle stragi venivano accusati gli anarchici o ai fascisti.

Se così non fosse stato oggi dopo decenni si saprebbe la verità sulle stragi, i nomi dei mandanti e degli esecutori, invece esiste solo una verità politica.
Ma sull’attentato alla Sinagoga di Roma la verità è ben nota.
Per esempio su Wikipedia possiamo leggere:
“Il cosidetto Lodo Moro fu un accordo, cercato dopo la strage di Fiumicino del 17 dicembre 1973 dall’allora ministro degli esteri del governo Rumor, Aldo Moro, l’Italia garantiva ai palestinesi – aiutati da gruppi eversivi italiani – libertà di passaggio di armi ed esplosivi sul proprio territorio nazionale, in cambio essi garantivano di non colpirla con attentati ad eccezione degli interessi USA e israeliani.

A intavolare e guidare le trattative furono il ge. Vito Miceli (capo del SID), l’amm. Mario Casardi (successore del precedente) e, “sul campo”, il colonello l dei carabinieri Stefano Giovannone (capocentro del SID e poi del SISMI a Beirut ), George Habbash capo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina), Bassam Abu Sharif (allora portavoce del FPLP e consigliere speciale di Yasser Arafat guida storica dell’ OLP ) e Abu Anzeh Saleh (rappresentante in Italia – con residenza a Bologna – del FPLP).
Accordi simili al Lodo Moro vennero stipulati anche da altre nazioni dell’Europa Occidentale, ma anche dalla Bulgaria che, all’interno del coordinamento dei Servizi di Sicurezza del Patto di Varsavia era competente per l’Italia e il Mediterraneo. Tali accordi tra i Servizi bulgari e i gruppi combattenti palestinesi sono emersi di recente a seguito del processo di desecretazione in corso”.
Ecco, nonostante l’accordo, nonostante il lodo Moro, il Sisde scrisse della possibilità di un attentato contro la sinagoga ben 16 volte, dal 18 giugno al 9 ottobre.
Il capo del Sisde inviò un’informativa a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Sismi , il primo documento era intestato: “Probabili attentati contro obiettivi israeliani o ebraici in Europa”.
E successivamente:
Fonte solitamente attendibile ha riferito che i palestinesi residenti in Europa avrebbero ricevuto l’ordine di prepararsi a compiere una serie di attentati contro obiettivi “.

 

Anche sulla Strage di Bologna, che il Governo si affannò a invitare gli inquirenti a seguire la pista fascista: quella palestinese fu indicata invece dal Giudice Priore, ma non venne presa in considerazione da chi di dovere. Poi ci furono i depistaggi, e a furia di inseguire la pista fascista a distanza di decenni si è giunti ad un nulla di fatto.

Il 27 giugno il Sisde avvertiva che giovani palestinesi  in animo di condurre: “…. attacchi contro obiettivi ebraici a Roma. Che l’atteggiamento dei fedayn verso l’Italia potrebbe non essere ostile nel caso vi fosse un riconoscimento dell’O.L.P. e della causa del popolo palestinese“.

Nelle 16 segnalazioni di possibili attentati in Italia,  compresa quella inviata pochi giorni prima dell’attentato, era chiaramente indicata la sinagoga come obiettivo.
Nonostante gli avvertimenti, la sinagoga non fu presidiata. Non solo non fu aumentata la sorveglianza ma il 9 ottobre non era presente neppure la macchina della polizia che solitamente stazionava lì in occasione di feste o cerimonie religiose.
Uno dei testimoni, Leonardo Piperno che aveva visto due degli attentatori giungere in motocicletta dichiara: “Fui interrogato non al commissariato ma una specie di postazione mobile. Mi fecero qualche domanda generica e mi lasciarono andare, e sono tutt’oggi convinto, come lo era all’epoca il giudice Rosario Priore, che non tutti i terroristi fossero palestinesi.”
A dimostrazione di come la vicenda sia ben conosciuta riportiamo una lettera dell’On. Fiano uno dei personaggi più in vista del PD, che pone una serie di perché, ovviamente domande retoriche perché l’Onorevole conosce bene la verità, era quanto scrive lo si evince chiaramente.

L’On. Emanuele Fiano, che ha preannunciato una interrogazione parlamentare sul tema, ha scritto una lettera aperta a Repubblica, dal titolo Il dovere delle risposte.

“Gentile Direttore, gli ebrei romani furono lasciati soli; il nove ottobre del 1982, la mattina della strage alla Sinagoga di Roma, nella quale fu ucciso Stefano Tachè di due anni, e 37 persone vennero ferite, gli ebrei romani, anzi italiani, vennero scientemente lasciati soli.

Non saprei descrivere con parole più semplici e chiare, quello che emerge in queste ore dai documenti conservati sin qui presso l’Archivio di Stato e pubblicati da Il Riformista. Quel giorno la Sinagoga fu lasciata sguarnita da qualsiasi presidio delle forze dell’ordine, ma non è solo questo il punto più doloroso e con più implicazioni rispetto alla storia di questo paese e delle sue istituzioni. La verità sanguinosa che emerge dalle carte pubblicate, è che 17 furono le segnalazioni inviate dal Sisde a partire dal giugno del 1982 alle forze di polizia, avvisandole del rischio concreto di possibili attentati contro obiettivi israeliani in Italia, ma anche contro sinagoghe. Di più, le indagini sull’unico responsabile dell’attentato condannato seppur in contumacia, Osama Abdel Al Zomar, confermano che lo stesso era sicuramente conosciuto e, come si dice in questi casi, attenzionato. Ma gli ebrei romani vennero lasciati soli quella mattina, in balia di criminali attentatori palestinesi. Perché direttore? Come fu possibile questo crimine dell’abbandono della più antica Comunità ebraica della diaspora da parte dello Stato italiano, odioso forse quanto la violenza delle bombe palestinesi di fronte alla Sinagoga? Ci fu uno scambio tra terroristi palestinesi e strutture dello Stato sulla pelle degli ebrei romani? Ora lo Stato ed il Parlamento non possono fermarsi. Ora serve chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Serve che se ne occupi l’organo parlamentare chiamato a sorvegliare il funzionamento degli apparati di sicurezza del nostro Paese, con poteri speciali che altri organi parlamentari non hanno, che può chiamare a testimoniare chi fu protagonista di quella stagione e che è ancora in vita, che può chiedere ai vertici del governo la desecretazione di altre carte. Cosa c’era dietro il cosiddetto Lodo Moro, e cioè un accordo tra governo italiano e formazioni terroristiche palestinesi che si sarebbe stipulato verso l’inizio degli anni ‘70 per il quale si suppone che si sia consentito alle stesse di transitare dal nostro paese e di avere attività logistiche in cambio della esclusione degli obiettivi italiani dal novero degli attentati palestinesi; perché gli avvisi del Sisde non vennero presi in considerazione, e neanche le segnalazioni della Comunità ebraica? Il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Copasir, apra un’inchiesta specifica, faccia luce, dia risposte, lo dobbiamo a Stefano Tachè, bambino italiano ucciso a due anni in quanto ebreo, e a tutta la Comunità Ebraica italiana che scopre oggi di essere stata lasciata sola, da qualcuno, scientemente, di fronte agli assassini”.

 

Category: Costume e società, Politica

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