TORINO OMAGGIA IL ‘SUO’ DARIO ARGENTO, PRESENTATA IN ‘CONFERENZA STAMPA’ LA MOSTRA A LUI DEDICATA

| 6 Aprile 2022 | 1 Comment

 

di Elena Vada ______

E’ stata inaugurata ieri a Torino, al Museo Nazionale del Cinema, THE EXHIBIT, mostra dedicata al maestro del  brivido, Dario Argento, al quale è  stato conferito il premio “Stella della Mole”.

 

 

The Exhibit propone un percorso cronologico attraverso tutta la produzione di Dario Argento, dagli esordi de L’uccello dalle piume di cristallo (1970) al suo ultimo lavoro Occhiali neri (2022), recentemente presentato al Festival del Cinema di Berlino nella sezione Special Gala: tutta la carriera del regista e sceneggiatore Dario Argento costruita sul confine tra cinema di genere e d’autore. La mostra sarà visibile presso la Mole Antonelliana di Torino, dal 6 aprile al Gennaio 2023.

 

Preceduta da racconti e complimenti alla sua opera, ai suoi film, al suo inimitabile stile, la Conferenza Stampa si è conclusa velocemente, senza dare spazio a domande o interventi.

Dario Argento ha preso la parola dando un saggio della sua intelligente, modestia:
“… In questa mostra, che ho osservato ieri sera privatamente… da solo, ho scoperto un Dario Argento che non conoscevo. Non il regista  che sono IO, nei miei film, ma l’ uomo che VOI vedete. Un Dario Argento diverso da quello  in cui mi identifico… quello dietro la macchina da presa…
– …Il mio cinema ha connotati particolari. 
Il film dell’orrore che preferisco è “Psycho” del grande maestro Alfred Hitchcok, dove la trama è  banale, inconsistente… quello che conta, funziona veramente e crea suspense,  è  l’atmosfera, l’ambiente suggestivo… La sceneggiatura, come per Hitchcok,  è la cosa cui do particolare attenzione,  da sempre…”

Con queste parole il maestro Dario Argento, cerca di spiegarci il suo genere, che non possiamo definire Giallo, Horror, o Thriller, ma, forse, le tre cose insieme e… di più  ancora.

Argento è  commosso per il premio, ed il  riconoscimento che Torino gli tributa. Ringrazia, ad alta voce, numerose volte, con vera enfasi: “Questa mostra è straordinaria, un omaggio che forse non merito. Sono contento  di essere in mezzo a voi, immerso nelle musiche e nei ricordi dei miei film, in una città bellissima. Una città che mi ha ispirato e dove mi piacerebbe  vivere… GRAZIE ed ancora Grazie davvero!”.

 

“È  il luogo dove vivono i miei incubi!” disse, in precedenza, parlando di Torino magica, Torino del mistero.
Aggiungo un pensiero ed un ricordo  personale. Era il 1973 quando vidi per la prima volta, il film “Il gatto a nove code”. La data non coincide con l’ uscita del medesimo, che è  del 1971 (due miliardi e 400 milioni di Lire, l’eccezionale incasso italiano). Probabilmente  era una replica. Non conoscevo Dario Argento, mentre chi mi ci condusse (un fidanzatino dell’epoca, ero liceale) ne tesseva le lodi. Rimasi sconcertata ed affascinata, da quella proiezione. Con passione ed entusiasmo, vidi il film successivo “Profondo Rosso” nel 1975  (nella foto di copertina, la scena girata in piazza CLN a Torino) e tutti gli altri.

 

Dario Argento strega.

 

Tornando ai giorni nostri.  Il maestro dice che in questa città  Torino,  girerà altri film. Noi attendiamo speranzosi e fiduciosi.
Non riesco ad avvicinarlo più di tanto, blindato com’è, da un cordone umano che lo protegge, anche per via del Covid e vi mando dunque, le foto che ho potuto, sono riuscita, a scattare.
La colonna sonora di queste immagini è  quella dei Goblin (Profondo Rosso) ma, ascoltatela di giorno, di sera potrebbe turbare i vostri sonni e sogni.
Le colonne sonore sono un altro segreto del grande successo dei film di Dario Argento: inquietano, turbano, ossessionano.

Category: Cultura

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Comments (1)

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  1. direttore ha detto:

    …La Elena non si scompone, però annota. Ormai così fan tutti, e l’Ordine non ha mai niente da ridire. Una conferenza – stampa per definizione dovrebbe essere riservata ai giornalisti e dovrebbe prevedere, dopo una breve introduzione del protagonista, domande e risposte.
    Invece sono aperte a tutti, e sono diventate un modo di fare spettacolo, comunicazione, marketing da parte di chi le organizza.
    I politici, poi, peggio ancora.
    Dico, chiamatele conferenze, chiamatele comizi, non chiamatele conferenze stampa.
    I giornalisti non sono passacarte, non sono registratori, oppure schermi.

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