LE INCONGRUENZE DEL REGOLAMENTO COMUNALE SULLA PUBBLICITA’. A leccecronaca.it PARLA MIRELLA SANITA’, PRESIDENTE NAZIONALE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE

| 2 Maggio 2022 | 1 Comment

di Maria Antonietta Vacca ______

 

E’ in fase di approvazione dal Consiglio Comunale di Lecce la stesura finale del

“ REGOLAMENTO PER L’APPLICAZIONE DEL CANONE PATRIMONIALE DI CONCESSIONE, AUTORIZZAZIONE O ESPOSIZIONE PUBBLICITARIE E DELL’OCCUPAZIONE DELLE AREE E DEGLI SPAZI DESTINATI A MERCATI”.

Questo regolamento disciplina tutto il comparto della pubblicità, settore da sempre abbandonato in una sorta di anarchia, dove da una parte venivano date con estrema facilità le concessioni  a persone improvvisamente diventate imprenditori pubblicitari, mentre dall’altra aziende che le concessioni per poterle ottenere dovevano attendere anni e che per vedere riconosciuti propri diritti, con ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato.

Poi sono cambiate le amministrazioni, ma i comportamenti strani, la interpretazioni dei regolamenti, sono restate.

Regolamenti strani, spesse volte non applicati,  a volte cambiati in corso d’opera, comportamenti che qualche volta sono balzati agli onori della cronaca, sia con l’amministrazione Perrone,  ma soprattutto con quella guidata da Salvemini.

L’ultima in ordine di tempo è quella sollevata dal presidente della Commissione Controllo dl Comune  Giorgio Pala, che ha denunciato il comportamento dell’amministrazione leccese che avrebbe favorito una ditta di Torino.

Certo che se i cittadini potessero sapere con quale criterio e secondo quale sistemi vengano date delle concessioni che impattano sulla vita di tutti  la fiducia nelle istituzioni aumenterebbe, e quando il sindaco parla di trasparenza gli si potrebbe oppure credere. E invece no. Pure i Consiglieri comunali, che poi sono coloro che sono deputati al controllo degli atti amministrativi hanno difficoltà a consultare gli atti.

 

Sin qui quello che la cronaca giornalistica e televisiva ci ha raccontato, questo è il PASSATO.

Ora, vogliamo dare invece uno sguardo a questo Regolamento che il Consiglio Comunale sta approvando e che determinerà il futuro delle aziende del settore, ma soprattutto stabilirà che faccia avrà la nostra città, considerando l’impatto dell’impiantistica pubblicitaria sulla città, dell’impatto visivo che migliaia di cartelloni pubblicitari potranno determinare.

Per capire meglio ci siamo rivolti a chi difende gli interessi degli operatori del settore pubblicitario, concessionari, artigiani, imprese, l’Associazione Nazionale Operatori Pubblicità e Comunicazione , direttamente al presidente Mirella Sanità  (nella foto).

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Abbiamo letto il regolamento, che  in alcune parti risulta ostico, di difficile comprensione. Ci può aiutare a comprendere?

Parlando in generale, senza riferirci a questa specifica realtà, quando i regolamenti sono di difficile comprensione è solo perché qualcuno ha interesse a che siano incomprensibili, tra quelli che non devono comprendere ci sono prima di tutto i Consiglieri Comunali, i quali  li adottano fidando in quanto viene loro raccontato dai funzionari comunali, che li hanno redatti e all’occorrenza li giustificano. Spesso,  addirittura, a redigere la prima bozza sono dei privati. Ma lo sottolineo –  non è il caso di Lecce…

 

Sì, ma torniamo al Regolamento di Lecce

Se parliamo del Regolamento di Lecce, quello che a giorni sarà al vaglio del Consiglio Comunale, da una parte tratta dei canoni, dei tassi di interesse, delle more…insomma di denaro che i cittadini saranno costretti a sborsare e dall’altra, delle migliaia di impianti pubblicitari, che vanno dai cartelli, alle frecce, dalle plance per affissioni alle insegne luminose, dalle targhe ai passamano,  dalle vetrine ai volantini, dagli arredi per esterno alle vetrofanie sulle auto, ai manifesti dei defunti ecc.

 

I manifestini di lutto?

Sì proprio così. Se vuole avere informazioni sui tributi, si rivolga ad un commercialista bravo, il diavolo si nasconde nei dettagli.

 

Va bene vorrà dire che in separata sede ci indicherà un esperto di tributi.
E per quanto riguarda quella parte del Regolamento che tratta della pubblicità, le norme, le concessioni, i controlli, cosa ci dice?

Da dove vuole che cominciamo? Dai controlli che sono mancati in questi anni, dagli abusi… lei per esempio lo sa che tutta la cartellonistica pubblicitaria compresi gli impianti di proprietà del Comune gestiti da un privato, sono abusivi da diversi anni?

Le nostre aziende hanno provato a segnalarlo qualche volta, ottenendo come unico risultato centinaia di verbali per decine di migliaia di euro, sono stati verbalizzati persino quelli aggiudicati tramite bando di gara, la cui collocazione è stata prevista dal precedente piano predisposto all’Amministrazione.

 

Ci diceva che tutto è abusivo persino gli impianti del Comune…

Sì.
L’attuale regolamento, approvato nel 2011, e rivisitato nel 2016, stabilisce che nella città di Lecce gli impianti per affissioni, i cartelloni, non devono superare le dimensioni di m.4×3.
Viene stabilito che i gli impianti 6×3, ossia le plance per affissioni, vanno ridimensionati, in quanto troppo impattanti e a ragione di ciò rovinavano l’estetica della città.

Sono trascorsi 11 anni tutti gli impianti di proprietà dei privati ridimensionati gli unici 6×3 ancora esistenti sono quelli di proprietà del Comune gestiti da un privato.

 

Possibile?

Si faccia un giro dentro Lecce e guardi con attenzione. Ma non è tutto.

Il Regolamento stabilisce anche che dato che gli impianti pubblicitari deturpano vanno eliminati da alcune strade di particolare importanza dal punto di vista architettonico.

Tra queste via XXV Luglio, viale De Pietro, viale Dell’università ecc.

Ecco su queste strade gli impianti di m.4×3 a suo tempo sono stati tolti dal personale della Lupiae, mentre i 6×3, dopo 11 anni sono ancora lì, su viale De Pietro o nei pressi di Porta Napoli a pochi metri dall’Obelisco.

 

E nessuno in questi anni è intervenuto?

E’ stata la normalità per undici anni, tenga presente che il 6×3 abusivo è considerato dalla legge alla stregua di un abuso edilizio, quindi con sanzioni anche di natura penale.
Ma al peggio non c’è mai fine.
Se all’Amministrazione Perrone poteva essere rimproverata il fatto che non aveva provveduto a far ridimensionare gli impianti del Comune, l’Attuale amministrazione, per anni ha fatto la stessa cosa, e  oggi fa di più e di peggio.

Salvemini come risolve il problema dell’illegalità di cui si è resa colpevole? Cambiando le norme, con il Nuovo Regolamento i cartelli m.6×3 fuorilegge, potranno restare dove stanno.
In altre parole per Salvemini e per la sua Amministrazione il cartello 6×3 che misura di 18 metri quadri è meno impattante del cartello 4×4 ossia del cartello che misura 12 mq.
Quindi per il Sindaco Salvemini il numero 12 è superiore a 18…

 

Come è possibile?

Chieda lumi agli amministratori della città di Lecce, anzi Le dico di più, chieda all’onorevole Antonio Rotundo capogruppo del PD, il maggior partito che fa parte della maggioranza che sostiene Salvemini, se ha mai ricevuto risposta dagli Uffici alla sua interrogazione a risposta scritta presentata nell’aprile del 2017 con la quale cercava risposte alle stesse domande che mi sta ponendo.

 

Presidente, vuole dirmi che un politico di lungo corso come l’on. Rotundo viene tenuto in scacco dagli Uffici comunali, che la burocrazia a Lecce conta più della politica, che i dirigenti fanno il bello e cattivo tempo in barba agli Amministratori?

No! Le sto dicendo una cosa un po’ diversa.  Potrei descrivere quanto avviene sul Comune con una scena di un film ambientato nella Germania nel 1945.
Le gerarchie naziste stanno smobilitando, in una stanza un agitatissimo Capo delle SS impartisce ordini a tutti compreso il capo della polizia,  che obbedisce ma con rassegnata tranquillità. E quando la SS lo maltratta e lo minaccia ricordandogli chi comanda, lui abbassa la testa esegue l’ordine. Poi giunge la notizia che Hitler è morto, e l’ufficiale dice che ormai era tutto perduto, lui sta per uscire dalla stanza  e guardando il poliziotto gli consiglia di mettersi in salvo, al che il poliziotto con fare compassato risponde: “i politici passano la polizia resta”.

Ecco i politici sino quando sono a cavallo danno ordini, e la burocrazia li subisce, ma è la burocrazia che crea il muro di gomma, prende tempo, da o nega permessi ed autorizzazioni, e il politico è costretto a scendere a patti con essa. E comunque: “I politici Passano, i burocrati restano”.

 

C’è qualche altra stranezza che intende segnalare?

Gli impianti pubblicitari hanno diverse dimensioni i più grandi misurano m.4×3,poi esistono misure inferiori, cartelli m.3×2, m.2x 1,40, passamano pubblicitari, paline, pre-insegne, pensiline ecc.


Come si ottiene il permesso ad installare uno di questi impianti? 

Stavo per arrivarci. Si presenta un progetto firmato da un ingegnere, un architetto, un geometra, insomma un tecnico abilitato, lo si presenta e dopo un iter che a volte non finisce mai i più fortunati o i più testardi a secondo del caso, vengono autorizzati.

Quindi lei ora sa che per quante difficoltà si possano incontrare, TUTTI GLI IMPIANTI POSSONO ESSERE AUTORIZZATI previa presentazione di un progetto a firma di un tecnico. Giusto?

 

Esatto! 

E invece no.

 

Scusi è stata che lei che mi ha detto che questo è l’iter autorizzativo. Ora mi dice che non è cosi?

E già. E’ cosi per tutti gli impianti….

 

Mi stavo preoccupando… 

Mi lasci finire, dicevo è così per tutti gli impianti tranne che per una tipologia.

Gli impianti 4×3 per affissione diretta, impianti che oggi sono di proprietà di aziende salentine. Per questi è prevista una gara a cui possono partecipare da tutt’Italia.

E una volta vinta la gara l’autorizzazione scade dopo tre anni.

 

Mi faccia capire, lei sta dicendo che alle aziende leccesi vengono tolti gli impianti che hanno ottenuto partecipando e vincendo un bando di gara, e ora vengono riassegnati? 

Io sto dicendo molto di più. Sto dicendo che una tipologia di impianto viene messo a gara e tutti gli altri no. PER QUALE MOTIVO?
Cosa ha di speciale questo tipo di impianto è più grande degli altri? No!

Perché gli impianti 4×3 con la pubblicità fissa non sono messi a bando?

Gli impianti per affissione diretta danno degli introiti maggiori? No!
Anzi, di meno, dato che l’Amministrazione Perrone per mano dell’allora assessore ai Tributi, raddoppiò la tassazione inventandosi il canone concessorio. Un canone doppio, rispetto al 4×3 a pubblicità fissa.
Quindi possiamo dire che il cartello 4×3 a pubblicità fissa incassa molto di più.
E allora, e ritorna la domanda:
PERCHE’ GLI IMPIANTI DI AFFISSIONE DIRETTA 4X3 VANNO MESSI A BANDO E GLI ALTRI NO?

O si mettono a bando tutti o nessuno. Non le pare?

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. Sandro ha detto:

    Perché non parlate delle transenne para pedonali di piazza Mazzini date ad un’unica ditta di Torino senza alcuna gara per un periodo di 15 anni. Come mai alle aziende leccesi invece le autorizzazioni variano da 1 a 3 tre anni?

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